martinedda5
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Concetti Chiave

  • Italo Svevo, born Ector Aron Schmitz, was influenced by his dual cultural heritage: Italian from his mother and Austrian from his father, reflected in his pseudonym.
  • Svevo's literary career began with "Una Vita" (1892) and "Senilità" (1898), both initially unsuccessful, leading him to temporarily abandon writing.
  • Encouraged by James Joyce, Svevo completed "La coscienza di Zeno" (1923), which gained acclaim in France and later in Italy, thanks to Eugenio Montale's positive critique.
  • The protagonists in Svevo's novels are characterized as "inetti" (inept), struggling with internal conflicts and societal pressures, which reflects Svevo's interest in psychology and Freud's theories.
  • "La coscienza di Zeno" is considered a complex masterpiece, exploring themes of self-deception, psychoanalysis, and societal critique, diverging from verismo and aligning with European pessimistic philosophy.

Indice

  1. Le origini di Italo Svevo
  2. Carriera e primi insuccessi
  3. Incontro con Joyce e psicoanalisi
  4. La coscienza di Zeno e il successo
  5. Temi ricorrenti nei romanzi di Svevo
  6. Una Vita: trama e analisi
  7. Senilità: trama e analisi
  8. La coscienza di Zeno: struttura e temi
  9. Influenze culturali e stile di Svevo

Le origini di Italo Svevo

Italo Svevo, pseudonimo di Ector Aron Schmitz, di madre italiana (Trieste) e di padre austriaco. Era una famiglia di origine ebraica, notando il secondo nome.

È nato a Trieste nel 1861. La famiglia era borghese, il padre aveva una piccola azienda di vetro. Svevo sceglie il suo pseudonimo, proprio per far vedere la sua doppia cultura, sia quella italiana -> Italo, che gli derivava dalla madre, sia austriaco -> Svevo, una nobile famiglia austriaca.

Carriera e primi insuccessi

Il padre scelse per lui la carriera di imprenditore e lo fece studiare un indirizzo tecnico sia a Trieste nella scuola ebraica, sia in Baviera, dove rimase per cinque anni e questo gli fece conoscere benissimo il tedesco e la sua cultura. Anche se i suoi studi sono tecnici commerciali, i suoi interessi erano altri, soprattutto di tipo letterario.

Nel 1880 la fabbrica del padre fallì e Svevo fu costretto a trovare lavoro in una banca viennese che aveva la filiale a Trieste e conservò questo lavoro per 18 anni. Era un lavoro che non gli piaceva, tanto che cominciò anche a scrivere per un giornale triestino, “L’Indipendente”, però non con il suo nome, ma con un altro nome che era Ettore Samigli. Nel 1892 scrisse il primo romanzo, intitolato “Una Vita” che ebbe pochissimo successo e nel 1896 conobbe, ad un funerale, una cugina, Lidia Veneziani, molto più giovane di lui e ricca. I due si innamorarono e si sposarono rimanendo insieme per tutta la vita. Questo matrimonio gli permise di licenziarsi dalla banca e di prendere una funzione di dirigente nella fabbrica di vernici per navi del suocero. Nel 1898 scrisse e pubblicò un secondo romanzo, intitolato “Senilità” che ebbe un successo ancora inferiore al primo; questo insuccesso lo spinse a lasciare la letteratura anche se continuò di nascosto a scrivere.

Incontro con Joyce e psicoanalisi

Con i primi del 1900 conobbe, per motivi di lavoro, un famoso letterato irlandese, James Joyce, e gli fece leggere i suoi romanzi e Joyce lo incoraggiò a scrivere. Inoltre, il fratello della moglie ebbe dei problemi di tipo psicologico e fu curato da psicoanalisti legati a Freud, e Svevo si appassionò alla psicoanalisi. Nel 1914 scoppia la prima guerra mondiale, e il governo austriaco requisì la fabbrica di vernici e Svevo rimane senza lavoro e comincia a scrivere il terzo romanzo intitolato “La coscienza di Zeno” che viene concluso nel 1919 e pubblicato nel 1923.

La coscienza di Zeno e il successo

Il romanzo ha molto poco successo, allora Svevo invia il suo romanzo a Joyce che è in Francia, Joyce lo trova un capolavoro e lo fa tradurre in Francese, dove ottenne un grande successo. Di conseguenza ha successo anche in Italia, grazie anche a una critica molto positiva di un giovane letterato Eugenio Montale. Il successo lo spinse a continuare la letteratura e si proponeva di scrivere un quarto romanzo, che si doveva intitolare “Il Vecchione” ma nel 1928 ebbe un incidente automobilistico e vi morì.

Temi ricorrenti nei romanzi di Svevo

I tre romanzi hanno un legame l’uno con l’altro, nel senso che i protagonisti hanno un’età sempre crescente, ed hanno caratteristiche simili, inoltre certe figure si trovano in tutti e tre i romanzi, come ad esempio il protagonista ha certe caratteristiche simili. C’è un personaggio femminile giovane che si ripete o la figura dell’antagonista nei tre romanzi. Soprattutto in tutti e tre il protagonista è una figura di inetto, è una figura con forte componente ebraica.


Una Vita: trama e analisi

Ha come protagonista un giovane di 22 anni, Alfonso Nitti, questo giovane vive in campagna ma si trasferisce in città per lavorare e trova un impiego in banca, il cui proprietario si chiamava Maller. È una persona forte ed autoritaria, non più giovane. Alfonso non è felice del suo lavoro ed ha una grande passione per la letteratura che però non può coltivare, anche perché l’ambiente di lavoro è un ambiente gretto, ignorante, i colleghi sono freddi nei suoi confronti. La sua vita sembra un po’ cambiare quando conosce la figlia del proprietario, Annetta, i due hanno una relazione e progettano di scrivere un libro insieme, questo amore sembra felice e Annetta progetta anche il matrimonio, sembra quindi che la condizione di Alfonso possa migliorare, però senza una spiegazione logica, Alfonso decide di partire per assistere la madre malata. La madre si ammala e muore. Quando ritorna in città trova che la situazione è cambiata: Annetta si è fidanzata con un altro che è suo cugino, Macario, che era molto amico di Alfonso. Anche sul lavoro viene declassato ricevendo uno stipendio inferiore. Alfonso al che reagisce, ha una discussione con Maller, e cerca di rivedere Annetta, le chiede un appuntamento ma al posto di Annetta, ci va il fratello e lo sfida a duello. Prima che arrivi la data del duello, Alfonso, scoraggiato, si ammazza.

È un romanzo che per certi versi ha caratteristiche simili al romanzo naturalista, soprattutto per quel che riguarda le milieu, cioè il comportamento dei personaggi, e soprattutto di Alfonso è condizionato da un ambiente di lavoro poco gratificante. In realtà però c’è qualcosa di diverso che avvicina questo primo romanzo al romanzo psicologico, perché il protagonista compie delle azioni che non hanno assolutamente una logica ma derivano da un impulso interno del tutto irrazionale, come ad esempio quando Alfonso parte, non si capisce perché lui che ha la possibilità di migliorare è preso da queste angosce che lo portano poi a rinunciare e partire. Questo è il fatto di avere un comportamento irrazionale, tipico della figura dell’inetto. L’inetto è un personaggio che ha delle aspirazioni, degli obiettivi che non riesce a raggiungere non per colpa di altri, ma per propria incapacità.

Alfonso -> Inetto, che nei romanzi di Svevo ha sempre un antagonista -> figura brillante, di successo, perlomeno apparentemente, in questo caso si identifica in Macario. L’antagonista riesce a conquistare la giovane Annetta; la giovane è infedele, superficiale e calcolatrice.

Maller -> vecchio punitivo, figura paterna ma non amorevole.

Senilità: trama e analisi

Il protagonista è più grande di Alfonso, ha 30 anni, per cui il termine senilità è improprio se si riferisce ad un aspetto anagrafico, però il termine non è riferito all’età ma è una disposizione d’animo, aspetti più interiori, come stile di vita. Il protagonista si chiama Emilio Brentani che ha avuto dei momenti di successo, perché ha pubblicato un libro e quest’ultimo ha ottenuto un certo gradimento. Poi però non è riuscito a incrementare questa sua passione letteraria ed è caduto nel dimenticatoio. Il testo è ambientato a Trieste, come una vita e quindi sia Alfonso che Emilio sono triestini. Emilio è costretto a fare un lavoro che non gli piace, l’impiegato, ed ha una vita familiare abbastanza deludente: non è sposato e vive insieme alla sorella, Amalia, anche lei nubile. L’unico svago che ha Emilio è un’amicizia con una persona opposta a lui, Stefano Balli, che fa lo scultore, molto affascinante, brillante, che ha successo con le donne. Questa vita molto monotona, viene sconvolta dall’incontro con una donna, Angiolina, che è una ragazza giovane, bella e vivace, che però ad Emilio sembra ingenua. Inizia un rapporto fra i due che non è amore, ma è un rapporto di attaccamento, anche se Emilio si innamora di lei. In realtà la giovane non è affatto ingenua e racconta ad Emilio diverse bugie, che allora, per risolvere la situazione fa conoscere a Stefano la ragazza e lei vi intraprende una relazione. Emilio scopre che la sorella si è innamorata di Stefano e per consolarsi fa uso dell’etere profumato. Emilio riesce anche ad avere una notte d’amore con Angiolina, cosa che desiderava ma che non lo appaga. Alla fine la situazione precipita perché Amalia si ammala e muore. Emilio abbandona definitivamente Angiolina e rimane da solo con le sue fantasie perché nella sua fantasia immagina una donna bella come Angiolina e buona come la sorella.

Il titolo si riferisce alla vecchiaia, un sinonimo di vecchiaia. Si ha una evoluzione rispetto ad “una vita”, nel senso che è un romanzo completamente psicologico. Non ci sono più quegli aspetti come l’influenza dell’ambiente, che ricordavano il romanzo naturalista. Il protagonista è anche lui un inetto e tutti i suoi fallimenti sono dovuti al suo modo di essere, di vivere, cioè è all’interno del suo animo che si concretizzano i suoi fallimenti. Il suo modo di agire e ragionare è completamente irrazionale, caratterizzato da illusioni e autoinganni. Questo atteggiamento gli impedisce di realizzare i propri ideali e lo costringono ad una vita monotona e piatta. Nel romanzo ci sono altre figure tipiche di Svevo, non tutte, infatti tipo il padre manca.

Emilio -> l’inetto Antagonista, che deve il suo successo all’apparenza che alla realtà; in realtà è uno scultore mediocre e fallito; in fondo è anche lui un inetto solo che non lo dimostra nell’immagine esteriore. L’inettitudine è ontologica, cioè che è connessa con l’animo umano. Angiolina -> la giovane infedele e inaffidabile.

La coscienza di Zeno: struttura e temi

Il romanzo è ambientato a Trieste. La prefazione non è scritta da Zeno, ma è scritta da un certo Dottor S di cui non si conosce l’identità. Per i critici ci sono varie ipotesi: S come sigla di Sigmund, nome di Freud, si alluderebbe quindi ironicamente a Sigmund Freud, mentre per altri si alluderebbe a Svevo stesso. Il Dottor S si rivolge direttamente a Zeno, è il suo psicoanalista, e Zeno si è rivolto a lui per farsi curare e da ciò si capisce che Zeno ha una malattia mentale. Lo psicoanalista ha dato il compito a Zeno di scrivere una sorta di diario, però Zeno ha iniziato ma ha interrotto la cura, criticando i metodi del dottore. Fra Zeno e il dottore c’è un transfert negativo, ovvero un rapporto fra il malato e lo psicoanalista che in questo caso è negativo, di scontro. Il Dottor S decide di pubblicare le memorie di Zeno per vendicarsi, per screditarlo.

Il preambolo è scritto da Zeno che afferma che la cura del Dottor S non gli ha prodotto nessun risultato positivo e per questo l’ha interrotta. In pratica Zeno dà dell’incompetente al dottore.

I capitoli non procedono in ordine cronologico ma procede per argomenti trattandoli comunque in ordine cronologico, il ciò sottolinea che i fatti si incrociano e si trovano in più capitoli.

• “Il Fumo”-> Zeno è un fumatore incallito ed ha iniziato a fumare molto giovane prendendo un sigaro lasciato dal padre. Zeno è anche convinto di voler smettere ma i suoi propositi non vengono mai seguiti. Questi propositi vengono sempre scritti e legati ad episodi della sua vita ed afferma sempre che quella sarà l’ultima della sua vita. Questo proposito rimane sempre inascoltato e lui continua a fumare. Da qui si vede che Zeno è un inetto, solamente che ha 50 anni.

• “La morte di mio padre” -> In questo capitolo Zeno mostra il suo rapporto con il padre che è conflittuale, il padre è una figura forte, decisa (come Maller) ma anche punitiva. Zeno vorrebbe essere stimato dal padre ma non fa nulla per riuscirci, anzi, al contrario lo delude costantemente, tanto che il padre non lo considera e lo emargina dal mondo del lavoro. Viene descritta la morte del padre a seguito di una grave malattia sempre accudito da Zeno. Quando è in punto di morte, a Zeno sembra che gli voglia parlare, si avvicina e il padre, con un ultimo gesto gli dà uno schiaffo. Zeno è molto colpito da questo gesto, cerca di convincersi che è stato un gesto involontario del moribondo, in realtà dentro, teme che sia stata l’ultima punizione.

• “La storia del mio matrimonio” -> Zeno racconta come abbia iniziato a frequentare una casa di amici dove ci sono tre sorelle nubili: Ada, la più giovane e la più bella, Alberta, la mediana e Augusta, la più grande e la meno avvenente. Zeno comincia a corteggiare Ada, però lo fa in maniera molto goffa, per esempio cerca di conquistarla suonando il violino, ma è un pessimo suonatore. La casa viene frequentata anche da un altro uomo, Guido Speier, che è l’esatto contrario di Zeno: è bello, disinvolto, brillante, sa suonare benissimo il violino, tanto che Ada si innamora di lui. Zeno odia profondamente Guido ma non lo mostra; Ada prima si fidanza e poi lo sposa. Allora Zeno comincia a corteggiare Alberta ma anche da lei ottiene un rifiuto, quindi corteggia Augusta che è la donna quasi predestinata a lui tanto che tutti lo spingono verso di lei. In effetti Zeno, quasi costretto, corteggia Augusta, è ricambiato, si fidanzano e poi si sposano. In realtà Augusta è la donna adatta per lui, perché è buona, materna, molto dolce, protettiva, ingenua e non è così brutta come pensava.

• “La moglie e l’amante” -> Zeno conosce una giovane, Carla, povera, bella e che vorrebbe fare la cantante. Zeno è attratto da questa giovane e ha una relazione con lei e l’aiuta anche nella sua carriera, dandole delle possibilità. Carla asseconda Zeno ma si dimostra non innamorata, ma interessata in questa relazione. All’inizio Augusta ha completa fiducia in Zeno e non si accorge di niente poi però la relazione comincia ad essere un po’ sospetta ed intanto Carla riesce ad aver successo e lo lascia. Lo lascia nel momento giusto anche per lui e Zeno rientra felice nella vita familiare.

• “Storia di una associazione commerciale” -> in questo capitolo si parla del rapporto fra Zeno e Guido. Guido era brillante in tutto meno che negli affari, dove si dimostra un completo disastro e si riempie di debiti mettendo in difficoltà la moglie che gli presta dei soldi. Zeno si presenta come una persona saggia che vorrebbe consigliare il cognato ma che non viene ascoltato. Guido comincia ad aver dei rifiuti di denaro dalla moglie quindi fa un finto tentativo di suicidio ottenendo quindi nuovi fondi. Zeno decide di investire dei soldi con Guido ma questo investimento sembra fallimentare, Guido allora chiede di nuovo soldi alla moglie, lei glieli nega, lui tenta un nuovo suicidio e questa volta ci muore. Zeno non è per niente dispiaciuto e sbaglia ad andare al funerale di Guido e va al funerale di un altro -> Lapsus Freudiano. In compenso scoppia la Prima Guerra Mondiale e l’investimento di Zeno e Guido ha successo e Zeno guadagna moltissimi soldi.

Nella conclusione, “psicoanalisi”, Zeno afferma di essere guarito e di essere sano, anche perché ha avuto successo negli affari e vive a Trieste da solo, separato casualmente dalla moglie e dai figli. In realtà però la conclusione del romanzo è decisamente pessimista, perché si dice che “La vita è inquinata alle radici”, cioè il male nel mondo è ontologico, connesso alla natura umana, e non ci è modo di cambiare, per cui l’unico modo per far finire il male è che un malato metta in un punto tutto l’esplosivo del mondo e un altro, lo faccia esplodere distruggendo la terra e riportandola allo stato felice di nebulosa.

Caratteristiche

Influenze culturali e stile di Svevo

È considerato uno dei romanzi europei migliori. È un romanzo abbastanza complesso, viene diviso in varie parti:

• Prefazione

• Preambolo

• 5 Capitoli

1. Il fumo

2. La morte di mio padre

3. La storia del mio matrimonio

4. La moglie e l’amante

5. Storia di un’associazione commerciale

• Conclusione -> Psicoanalisi

I nomi dai capitoli vengono dati da Svevo stesso. Svevo in quest’opera mostra tutta una serie di influenze culturali come ad esempio quella di Freud e delle varie correnti psicoanalitiche. Rispetto agli altri romanzi, la coscienza di Svevo sulla psicoanalisi è più scientifica, approfondita. Si trova anche una influenza dei filosofi pessimisti europei tipo Schopenhauer, da cui riprende la visione negativa della vita anche se non riprende gli aspetti spiritualistici. Altre influenze sono di Darwin, con la teoria della selezione naturale; alcuni lo avvicinano a Karl Marx nel senso che nella vita c’è una lotta di classe.

Il romanzo è chiaramente il contrario del romanzo verista perché tutti i fatti sono narrati, non in una dimensione oggettiva, ma attraverso la coscienza di Zeno, che è bugiardo, cioè presenta la realtà attraverso la sua percezione. Zeno, rispetto agli altri personaggi di Svevo ha delle similitudini ma anche delle differenze: simile perché inetto, un inetto 50enne, però Emilio e Alfonso hanno destini tragici, mentre Zeno nella sua vita ha aspetti positivi che non dipendono da lui ma dal caso -> Componente ironica, È una ironia tragica.

Zeno -> “Eroe” inetto, che assomiglia in parte ad Emilio ed Alfonso.

Guido -> Antagonista, pure lui malato, ma che non si accorge della sua malattia, l’ha dimenticata. Ricorda sia Stefano che Macario.

Padre di Zeno -> figura del padre, ricollegabile a Maller.

Carla -> Giovane, che appena raggiunto il successo scappa. Ricorda Angiolina e Annetta.

Nel romanzo però si ha una nuova figura di moglie-madre che si contrappone al padre, questa è una componente edipica -> complesso di Edipo di Freud. Si rifà ad un mito della città di Tebe, quando Edipo un giovane, va a Tebe e si innamora della regina Giocasta non sapendo che è la madre, quindi uccidendo il padre Laio.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le origini culturali di Italo Svevo e come influenzano il suo pseudonimo?
  2. Italo Svevo, nato Ector Aron Schmitz, aveva una madre italiana e un padre austriaco, riflettendo una doppia cultura. Il suo pseudonimo "Italo Svevo" rappresenta questa dualità: "Italo" per l'italiano e "Svevo" per l'austriaco.

  3. Come ha influenzato James Joyce la carriera letteraria di Italo Svevo?
  4. James Joyce ha incoraggiato Svevo a continuare a scrivere dopo aver letto i suoi romanzi. Joyce ha anche contribuito al successo di "La coscienza di Zeno" facendolo tradurre in francese, dove ha ottenuto un grande successo.

  5. Quali sono i temi ricorrenti nei romanzi di Italo Svevo?
  6. Nei romanzi di Svevo, i protagonisti sono spesso inetti, con una forte componente ebraica. I romanzi presentano personaggi con età crescente e figure ricorrenti come giovani donne infedeli e antagonisti di successo.

  7. Qual è la struttura del romanzo "La coscienza di Zeno" e quali temi affronta?
  8. "La coscienza di Zeno" è strutturato in una prefazione, un preambolo, cinque capitoli e una conclusione. Affronta temi come l'inetto, la psicoanalisi, e la natura umana, con influenze da Freud e filosofi pessimisti.

  9. In che modo "Una Vita" e "Senilità" differiscono in termini di analisi psicologica?
  10. "Una Vita" presenta elementi del romanzo naturalista con influenze ambientali, mentre "Senilità" è un romanzo completamente psicologico, concentrandosi sull'irrazionalità e l'autoinganno del protagonista.

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