Concetti Chiave
- Italo Svevo, born Aron Hector Schmitz, used his pseudonym to reflect his cultural duality and personal unease in a changing Trieste.
- His works, including "Una vita," "Senilità," and "La coscienza di Zeno," explore themes of ineptitude and existential crisis through bourgeois characters.
- Svevo's characters are portrayed as neurotic and alienated, struggling with societal pressures and personal inadequacies, often using self-deception as a coping mechanism.
- "La coscienza di Zeno," presented as an autobiographical diary, deals with themes of ineptitude and illness, with Zeno's smoking habit symbolizing his life-long indecision.
- Svevo's narrative style employs irony and a non-linear chronology, reflecting the protagonist's fluid temporal consciousness and lack of personal growth.
Indice
La vita e l'identità di Italo Svevo
Italo Svevo Il vero nome dell’autore era Aron Hector Schmitz, cambiato poi in Italo Svevo (italo-tedesco) per sottolineare il proprio disagio anagrafico (Trieste apparteneva all’impero asburgico e divenne italiana solo nel 1918) e intellettuale. Nato a Trieste nel 1861 da padre tedesco e madre italiana di origine ebrea, studia prima in Germania e poi a Trieste. Nel 1890 su L’Indipendente di Trieste esce a puntate la novella L’assassinio di via Belpoggio e, nel 1892, il primo romanzo, pubblicato a sue spese, con lo pseudonimo di Italo Svevo, Una vita, che ha scarsa fortuna. Poco successo ha anche l’altro romanzo, pubblicato nel 1898, Senilità.
Incontri e influenze letterarie
Si sposa nel 1896 con la cugina Livia Veneziani, diventa prima socio e poi direttore della ditta commerciale del suocero. Nel 1905 conosce a Trieste James Joyce (autore e drammaturgo irlandese. Ha scritto Gente di Dublino e Ulisse). Nel 1923 pubblica il romanzo La coscienza di Zeno: fu un successo. Venne recensito da Eugenio Montale nel 1925. Muore nel 1928 in un incidente automobilistico.
Temi e personaggi nelle opere di Svevo
Nelle opere Una vita e Senilità possiamo vedere il tema dell’inettitudine, che verrà sviluppato successivamente nel celeberrimo romanzo La coscienza di Zeno. I due protagonisti sono piccoli borghesi frustati dalla loro condizione lavorativa. Per entrambi il tentativo di riscatto finirà con il fallimento. Attraverso le teorie di Freud, Svevo scopre l’inconscio e l’analisi dei meccanismi psicologici con i quali ogni individuo maschera e giustifica inconsapevolmente i propri contrasti interiori. I personaggi nelle opere di Svevo sono nevrotici. Secondo Svevo l’uomo è alienato, malato a causa dell’incapacità di confrontarsi alla realtà, prendere decisioni, affrontare problemi e adeguarsi alle inflessibili leggi del profitto che caratterizzano la società moderna. I suoi personaggi sono degli inetti, incapaci di agire, ma consapevoli della propria condizione di crisi esistenziale; tuttavia trovano sempre una serie di autoinganni per mascherare i propri fallimenti. Di fronte ai suoi personaggi, Svevo assume un atteggiamento ironico, distaccato, attraverso cui irride alle loro debolezze.
I personaggi di Svevo, in apparenza esclusi da una società tutta tesa al profitto, in realtà sono capaci di costruire la loro coscienza critica più profonda accettando senza illusioni la propria condizione di precarietà. Il linguaggio, nelle opere di Svevo, rispecchia lo status sociale dei protagonisti dei romanzi e dell’ambiente borghese.
La coscienza di Zeno: struttura e trama
La coscienza di Zeno Il romanzo, pubblicato nel 1922, si presenta come un diario autobiografico del protagonista Zeno Cosini. I fatti vengono raggruppati per temi e non seguono nessun ordine cronologico. I temi presenti: l’inettitudine e la malattia. Zeno, è un inetto cioè una persona incapace di portare a compimento un progetto e che cerca in cause esterne la spiegazione dei propri fallimenti. La malattia, il sentirsi inadeguato rispetto al mondo, diventa per Zeno la giustificazione per il suo comportamento. TRAMA: Nella prefazione il dottor S., lo psicanalista a cui Zeno si è rivolto, e a cui in origine il diario era diretto, informa il lettore che il libro che si accinge a leggere è un’autobiografia scritta dal suo paziente. Egli, poiché il paziente si è sottratto alla cura, vuole vendicarsi pubblicando lo scritto, riservandosi di dividere con Zeno i guadagni che ne deriveranno, ma solo a patto che riprenda la terapia. Nel preambolo vediamo lo Zeno anziano che parla di sé stesso e ci informa delle difficoltà incontrate nello scrivere e dei suoi tentativi fallimentari di andare indietro con la memoria. Zeno, ripercorre sei significativi episodi della sua vita, legati da una radice comune ossia l'incapacità di vivere, l'inettitudine che è la sua vera malattia. Ricorda come cominciò a fumare e come non sia mai riuscito ad accendere "l'ultima sigaretta". Il susseguirsi di pentimenti, buoni propositi e fallimenti che si realizza rispetto al fumo si estende anche alle circostanze più importanti della vita: al difficile rapporto col padre, fatto, fino alla sua morte, di diffidenza e incomprensione; al matrimonio con Augusta, accettato sotto la spinta del caso e poi rivelatesi felice; alla relazione con la giovane Carla, voluta per sconfiggere la paura d'invecchiare e di cui non si assume alcuna responsabilità morale; al rapporto di amore e odio col cognato Guido, colpevole di aver sposato Ada, di cui Zeno era innamorato; all'associazione commerciale che ha costituito con lui. Nell'ultimo episodio la guerra sorprende Zeno ed egli ne rimane sconvolto. Ancora una volta la sorte lo aiuta e gli consente di arricchirsi con un fortunato commercio.
Ciò lo fa sentire forte e sano e lo spinge ad abbandonare la cura psicoanalitica. Chiude il romanzo l'apocalittica previsione di una catastrofe prodotta dagli ordigni di guerra e che travolgerà la terra.
Interpretazione del tema del fumo
Interpretazione del testo: “Il fumo” (La coscienza di Zeno, III) (Il brano è stato inviato sul gruppo whatsapp. Se ci dovessero essere difficoltà nel reperirlo, contattare la docente). Il tema centrale di questo brano è l’incapacità di smettere di fumare del protagonista e ciò ha un risvolto ben preciso: esso rappresenta la personalità di Zeno. Inetto a vivere, irresoluto e incapace di realizzare i suoi propositi, non riesce a scegliere neppure l’indirizzo di studi da seguire. Zeno ha cominciato a fumare di nascosto per opporsi al padre e ai suoi principi educativi. Continuare a fumare vuol dire simbolicamente continuare a ribellarsi all’autorità paterna. Zeno non sa spiegare il suo assurdo comportamento, né riesce a comprendere fino a che punto avrebbe potuto incidere sulla sua personalità la realizzazione di scelte diverse. Egli non ha fatto nulla per crescere davvero e diventare un uomo maturo: sa solo porsi delle domande a cui non riesce a dare alcuna risposta. Il racconto è in prima persona. All’iniziale riferimento polemico alla figura dell’analista, segue quella che appare come una vera e propria auto-confessione di Zeno: una regressione che parte dal presente per arrivare al lontano passato della prima giovinezza, passando per l’età dedicata agli studi universitari. Il tempo della narrazione non segue una stessa linea cronologica perché si sposta continuamente dal passato al presente seguendo l’andamento del “tempo misto” ossia quello che Svevo definiva il tempo della coscienza. Zeno vive così in una dimensione temporale fluida, nella quale il tempo della memoria si scalda con quello presente. La scansione temporale, presente, passato remoto, passato più recente però, non segna alcuna evoluzione effettiva della personalità del protagonista, come dimostra l’ossessiva ripetizione del proposito di smettere di fumare, salvo poi ricadere fatalmente nell’antico vizio. Da notare anche il rapido riferimento a diversi aspetti della biografia del protagonista: il fumo diventa perciò il pretesto per spostare l’attenzione su figure del passato, come il padre e la madre, la cui immagine resta però viva nella coscienza del protagonista. La narrazione svolta con sottile ironia è caratterizzata da una notevole essenzialità; da una sintassi lineare e da un lessico quotidiano.
Domande da interrogazione
- Qual è il vero nome di Italo Svevo e perché ha scelto uno pseudonimo?
- Quali sono i temi principali nelle opere di Svevo?
- Come è strutturato il romanzo "La coscienza di Zeno"?
- Qual è il significato del tema del fumo in "La coscienza di Zeno"?
- Quali influenze letterarie ha avuto Italo Svevo?
Il vero nome di Italo Svevo era Aron Hector Schmitz. Ha scelto lo pseudonimo Italo Svevo per sottolineare il suo disagio anagrafico e intellettuale, essendo nato a Trieste, che apparteneva all'impero asburgico e divenne italiana solo nel 1918.
I temi principali nelle opere di Svevo includono l'inettitudine, la malattia, e l'alienazione. I suoi personaggi sono spesso nevrotici e incapaci di confrontarsi con la realtà, trovando autoinganni per mascherare i propri fallimenti.
"La coscienza di Zeno" è strutturato come un diario autobiografico del protagonista Zeno Cosini, con i fatti raggruppati per temi piuttosto che seguire un ordine cronologico. I temi principali sono l'inettitudine e la malattia.
Il tema del fumo rappresenta l'incapacità di Zeno di smettere di fumare, simbolizzando la sua personalità inetta e irresoluta. Fumare diventa un atto di ribellione contro l'autorità paterna e un simbolo della sua incapacità di crescere e maturare.
Italo Svevo ha avuto influenze letterarie significative, tra cui l'incontro con James Joyce a Trieste nel 1905. Le teorie di Freud hanno influenzato la sua esplorazione dell'inconscio e dei meccanismi psicologici nei suoi personaggi.