Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • "La coscienza di Zeno" è un romanzo autobiografico scritto su sollecitazione di uno psicoanalista, con la narrazione che si alterna tra il medico e Zeno stesso.
  • Zeno è un inetto, un personaggio che riflette attraverso un lungo monologo interiore, esplorando la sua vita e le sue contraddizioni senza mai smettere di fumare, nonostante i tentativi.
  • Il romanzo introduce il tema dell'autoanalisi psicologica, con Zeno che si percepisce guarito grazie al successo, mentre immagina una catastrofe globale come risultato dell'ipocrisia e della corruzione.
  • Italo Svevo nei suoi tre romanzi esplora l'inettitudine, ma mentre i protagonisti di "Una vita" e "Senilità" sono giovani e soccombono alla società, Zeno emerge come un vincitore nonostante la sua età avanzata.
  • La narrazione di "La coscienza di Zeno" è condotta in prima persona, a differenza degli altri romanzi di Svevo, dove la voce narrante è esterna, accentuando l'introspezione e la centralità dell'inconscio.
Questo appunto di Italiano si occupa de “La coscienza di Zeno”, uno dei romanzi più noti dello scrittore Italo Svevo, nonché uno dei classici della letteratura italiana del Novecento. Di seguito, viene presentata la trama del romanzo e un’analisi dei suoi contenuti. Infine, vengono messi brevemente a confronto i tre romanzi di Italo Svevo: “Una vita”, “Senilità” e “La coscienza di Zeno”.
La coscienza di Zeno di Italo Svevo: riassunto della trama e analisi articolo

Indice

  1. La trama del romanzo “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo
  2. Analisi del romanzo: la figura dell’inetto
  3. I tre romanzi di Italo Svevo a confronto

La trama del romanzo “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo

Il romanzo “La coscienza di Zeno” è costituito da otto capitoli e i primi due hanno un carattere introduttivo.

È scritto in forma autobiografica e la voce narrante scrive su sollecitazione di uno psicoanalista, il dottor S. (che potrebbe alludere a Sigmund Freud o a Svevo stesso). Il dottor S. invita Zeno a scrivere un diario autobiografico ma egli, convinto di essere guarito, interrompe la stesura del diario e il medico lo pubblica per ripicca.
Nella prefazione, il dottor S., introduce il racconto autobiografico che il suo paziente ha scritto come preludio alla terapia psicoanalitica.
A partire dal primo capitolo la voce narrante è invece quella di Zeno stesso, il quale parla dei suoi primi tentativi di scrivere il diario.
Nel terzo capitolo Zeno tratta l’argomento del fumo poiché è sempre stato un assiduo fumatore, vizio che non potrebbe più soddisfare da quando segue la terapia. Ogni volta che prova a smettere di fumare, Zeno decide di concedersi un’ultima sigaretta (u. s.) e di annotare la data su un diario. La consapevolezza che dopo quell’ultima sigaretta non potrà fumarne più gli permette di trarre dal gesto un’esperienza piacevolissima. Di fatto, però, Zeno non smette mai di fumare. Addirittura, per continuare a perpetuare il vizio, Zeno corrompe un infermiere con le sigarette stesse. Tale espediente rievoca nella sua mente i giorni della sua giovinezza in cui fumava di nascosto ed era in conflitto con il padre, verso il quale ha da sempre mostrato un ambivalente atteggiamento di amore-odio. Infatti, il padre aveva costretto Zeno a studiare Chimica all’università e, quando ha deciso di interrompere gli studi, il padre aveva smesso di provare stima nei suoi confronti, al punto da disporre nel testamento che il figlio non sarebbe entrato direttamente in possesso dell’eredità, ma che questa sarebbe stata supervisionata e gestita da un tutore.
Nel quarto capitolo, Zeno parla della morte del padre, verso il quale nutriva sentimenti contrastanti a causa di diversi fattori:

  • Zeno è calvo mentre il padre ha i capelli;
  • Da ragazzo Zeno rubava al padre le sigarette e questi se ne accorgeva;
  • Il padre non ha mai provato stima nei confronti del figlio.

Il padre è malato e Zeno vuole velleitariamente prendersi cura di lui. Così, quando il dottore raccomanda a Zeno di non far alzare il malato dal letto, ubbidisce con zelo all’esortazione. Pochi minuti prima della propria morte, il padre vuole alzarsi ma Zeno, deciso a inscenare la parte del figlio premuroso a causa della presenza di un infermiere, glielo impedisce e il genitore, con la mano sollevata, gli dà uno schiaffo. Zeno riflette che il gesto rappresenta il disprezzo che fino all’ultimo il padre provava nei suoi confronti, tuttavia, giustifica l’azione davanti all’infermiere, inventando che il padre volesse in realtà dargli una carezza, trasformatasi in uno schiaffo poiché il vecchio non è stato in grado di controllare le sue ultime forze.
Per approfondimenti sulla trama di “La coscienza di Zeno” vedi anche qua

Analisi del romanzo: la figura dell’inetto

Di seguito viene trattata: Mappa concettuale La coscienza di Zeno.
“La coscienza di Zeno” è l’opera più matura di Italo Svevo ed è stata l’unica ad essere presa sin da subito in considerazione dal pubblico. Il romanzo, immune all’influenza del naturalismo e del verismo, è incentrato sull’autoanalisi psicologica del protagonista: infatti, la narrazione si riduce ad un lungo monologo interiore che Zeno Cosini fa con se stesso, rievocando, quando è ormai anziano, le fasi salienti della propria vita e registrando in maniera molto minuziosa impressioni e reazioni, anche le più insignificanti.
Zeno appartiene alla ricca borghesia e grazie ad una serie di fortuite combinazioni, le cose gli vanno sempre bene. Il successo gli trasmette un senso di euforia e gli dà l’impressione di essere guarito dalla malattia: egli giunge dunque alla conclusione che i malati sono coloro che si fanno prendere dagli scrupoli, mentre i sani sono coloro che riescono ad osare e a vivere nella spregiudicatezza, volti al futuro e capaci di prendere decisioni definitive. Zeno perviene quindi alla conclusione che la vita attuale è “inquinata dalle radici” a causa dell’ipocrisia, dell’immoralità e della corruzione, risultato della società capitalistica, spinta da ordigni esplosivi, capaci di provocare la catastrofe. Immagina, senza volerlo, lo scoppio della bomba atomica. Nella parte conclusiva del libro si legge infatti: “Ci sarà un’esplosione enorme che nessuno udirà e la terra, tornata alla forma di nebulosa, errerà nei cieli priva di parassiti e malattie”. Tutti periranno in questa catastrofe, l’unico a salvarsi sarà proprio l’inetto il quale, non essendosi ancora adattato a niente, è in grado di adattarsi a qualsiasi cosa.
La coscienza di Zeno di Italo Svevo: riassunto della trama e analisi articolo

I tre romanzi di Italo Svevo a confronto

Italo Svevo ha scritto tre romanzi: “Una vita”, “Senilità” e “La coscienza di Zeno”. Il filo conduttore è l’attenzione per l’introspezione e la centralità dell’inconscio dei personaggi.
Mentre nel romanzo “La coscienza di Zeno” la voce narrante coincide con il protagonista e la narrazione è espressa sotto forma di monologo, che è a tratti inaffidabile; nelle altre opere, la voce narrante è esterna rispetto ai protagonisti.
Mentre i protagonisti di “Una vita” e “Senilità” sono giovani, la voce narrante in questo romanzo è quella di un anziano ultrasessantenne. La malattia di cui soffre è però la stessa da cui sono colpiti gli altri protagonisti: l’inettitudine, definita come l’incapacità di agire prontamente, dalla quale deriva la difficoltà di adattarsi agli ingranaggi della società edonistica.
La differenza tra Zeno e i protagonisti degli altri romanzi è che mentre Alfonso Nitti ed Emilio Brantano sono dei vinti (in particolare dei piccoli borghesi che escono schiacciati dal confronto con la società), Zeno è un vincitore.
Per approfondimenti su “Una vita” di Italo Svevo vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura narrativa de "La coscienza di Zeno"?
  2. Il romanzo è scritto in forma autobiografica e la narrazione è un lungo monologo interiore di Zeno Cosini, sollecitato da uno psicoanalista, il dottor S.

  3. Qual è il tema centrale del romanzo "La coscienza di Zeno"?
  4. Il tema centrale è l'autoanalisi psicologica del protagonista, Zeno, che riflette sulla sua vita e sulla sua inettitudine, in un contesto di critica alla società capitalistica.

  5. Come viene rappresentata la figura dell'inetto nel romanzo?
  6. L'inetto è rappresentato come incapace di adattarsi alla società, ma paradossalmente è l'unico che potrebbe sopravvivere a una catastrofe, grazie alla sua capacità di adattarsi a qualsiasi cosa.

  7. In che modo "La coscienza di Zeno" si differenzia dagli altri romanzi di Italo Svevo?
  8. A differenza di "Una vita" e "Senilità", in cui la voce narrante è esterna, in "La coscienza di Zeno" la narrazione è in prima persona e il protagonista è un anziano, non un giovane.

  9. Qual è il significato della conclusione del romanzo?
  10. La conclusione immagina una catastrofe globale, simbolo dell'ipocrisia e corruzione della società, da cui solo l'inetto potrebbe salvarsi, suggerendo una critica alla società moderna.

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