Concetti Chiave
- Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, è nato a Trieste nel 1861 in una famiglia benestante e multiculturale, con una formazione tecnica e commerciale.
- Svevo ha subito delusioni letterarie con i suoi primi romanzi "Una Vita" e "Senilità", entrambi inizialmente ignorati dalla critica.
- Grazie all'amicizia con James Joyce, Svevo ha ripreso a scrivere e ha pubblicato "La coscienza di Zeno" nel 1923, opera influenzata dalle idee psicanalitiche di Freud.
- La trama di "Senilità" esplora il fallimento personale e la fuga nei ricordi del protagonista Emilio Brentani, simbolo di inettitudine e vecchiaia interiore.
- "La coscienza di Zeno" è un romanzo originale che analizza le nevrosi del protagonista, Zeno, attraverso l'uso della psicanalisi e del flusso di coscienza.
Indice
Le origini e la formazione di Svevo
Italo Svevo e lo pseudonimo di Ettore Schmitz, nasce a Trieste il 19 dicembre 1861 da una famiglia benestante ebraica, il padre era il titolare di un'industria di vetrami. Il padre era di origine austriaca, mentre la madre era italiana.
Lui ricevette una formazione multiculturale come dimostra il nome d'arte che si scelse, in quanto sono chiari i legami sia con l'Italia (Italo) sia con la Germania (Svevo, Svevi, sono la dinastia Imperiale tedesca del Medioevo).
Svevo ricevette un'istruzione Tecnico Commerciale in quanto frequentò la scuola commerciale a Trieste.
Successivamente il padre lo mandò a studiare in un collegio in Baviera, dove imparò la lingua tedesca e ci rimase per cinque anni. Durante la permanenza in Baviera, oltre ad imparare le discipline tecniche commerciali, ebbe la possibilità di approfondire la cultura tedesca. Una volta finiti gli studi commerciali, lui rientra a Trieste.
Nel 1880, a causa del fallimento dell'industriale di famiglia, Svevo trova un impiego presso la banca in Vienna, dove lavora per 18 anni. Nello stesso periodo collaborò con la rivista intitolata l'indipendente, dove scriveva delle recensioni teatrali e degli articoli a carattere filosofico e letterari .
Nel 1892 lui pubblica il suo primo romanzo intitolato Una Vita, ignorato dalla critica.
Il matrimonio e la carriera lavorativa
Nel frattempo lui si sposò con la cugina Livia Veneziani, proveniente da una famiglia benestante. Questa unione migliorò la condizione economica e sociale di Svevo, in quanto iniziò a far parte dell'alta borghesia di Trieste .
Due anni dopo la nascita della figlia Letizia, lasciò la banca e diventò direttore della fabbrica del suocero, un'industria di vernice per imbarcazioni. Il contatto con il mondo degli affari aveva fatto sì, che lui abbandonò le pubblicazioni, anche se uno smise mai di scrivere.
Ciò era dovuto dal fatto che ebbe un ulteriore delusione letteraria, in quanto nel 1898 pubblica il suo secondo romanzo della Senilità che venne ignorata dalla critica.
L'amicizia con Joyce e la psicanalisi
A causa dei frequenti spostamenti all'estero per motivi di lavoro, Svevo aveva necessità di migliorare il suo inglese, decise di rivolgersi a James Joyce. Tra i due nasce un un'amicizia sincera, Joyce dopo aver letto i suoi romanzi, lo invitò a riprendere l'attività letteraria. In seguito si appassionò della psicanalisi e su Freud .
Durante la Prima Guerra Mondiale lui collabora con il giornale “La Nazione” .
La pubblicazione de "La Coscienza di Zeno"
Finita la guerra, grazie al consiglio di Joyce, riprese a scrivere il nuovo romanzo intitolato la “ La Coscienza di Zeno” pubblicato nel 1923.
All'inizio tale romanzo non venne capito da nessuno, però Eugenio Montale, intellettuale e critiche letterario Triestino,aveva letto i romanzi di Svevo e ne rimase stupito, tanto che nel dicembre 1925 sulla rivista l'Esame di dedicò il saggio “omaggio a Italo Svevo”.
Infine lui voleva scrivere l'ultimo romanzo intitolato “Il vecchione” o “le confessioni di un vegliardo”, però, mentre lavorava la stesura dell'opera, Svevo morì per un incidente stradale il 13 settembre 1928 .
Il primo romanzo "Una Vita"
Nel 1892 Italo Svevo pubblica il suo primo romanzo chiamato “Una vita”. Tale opera non era nata con questo titolo, ma bensì si chiamava "Un inetto" (vuol dire una persona incapace). Questo romano lo aveva proposto all’editore TREVES. Quest’ultimo non ritiene questa opera degna di pubblicarla e inoltre gli suggerisce di cambiare il titolo.
Così Svevo, cambiò il titolo in “UNA VITA” e lo pubblicò a spese proprie (pubblicò all’incirca 1000 copie). Il risultato fu quello di essere ignorato dalla critica e quindi da tutti.
La trama di "Una Vita"
La storia ruota intorno ad Alfonso Nitti, trasferitosi da poco a Trieste (come Svevo) dal paese natale, dopo aver trovato lavoro da impiegato presso la banca Maller. Un giorno viene invitato a casa del banchiere, dove si riunisce un salotto letterario, guidato dalla figlia di Maller, Annetta. Qui, Alfonso cerca il suo modo di emergere socialmente, mostrando le sue ambizioni letterarie.
Conosce quindi Annetta con cui intreccia una relazione amorosa, un rapporto tra una donna capricciosa e volubile e un uomo desideroso di riconoscimento sociale e artistico. Fa amicizia, inoltre, anche con Macario, giovane ambizioso e sicuro di sé.
Per Alfonso sembra essere giunto il momento più favorevole (è sul punto di sposare Annetta), ma l’uomo, improvvisamente, ritorna nel suo paese, in una sorta di fuga dalla sua nuova vita per dedicarsi nuovamente alla speculazione interiore e per assistere la madre malata, che muore poco dopo. Il ritorno di Alfonso a Trieste non corrisponde al recupero della situazione precedente: Annetta sta per sposarsi con il cugino, al protagonista viene affidato una mansione meno importante in un altro ufficio e i suoi tentativi di riottenere il favore della famiglia Maller sortisce l’effetto opposto.
Alfonso, ormai, si sente odiato e perseguitato dai Maller, che ormai pensano che questo voglia ricattarli. Il protagonista chiede ad Annetta di poterla incontrare per chiarire la situazione, ma all’appuntamento si presenta il fratello, che sfida l’uomo a duello. Alfonso, vittima della sua inettitudine e credendo che Annetta desideri la sua morte, si suicida. La notizia del suo decesso viene affidata dall’autore a una fredda, impersonale e ipocrita lettera della Maller, in cui viene dichiarata, falsamente, sconosciuta la ragione del gesto dell’impiegato.
Il secondo romanzo "Senilità"
Nel 1898 pubblica il secondo romanzo "Senilità" (vecchiaia). Il titolo deriva dal fatto che il protagonista è un inetto. Dopo una serie di delusioni si rifugia nei ricordi, come fanno gli anziani.Lui ripensa a ciò che gli è accaduto come se fosse in un passato molto lontano, ma ciò non era vero. Questo lo deduce, poichè la vecchiaia è quella condizione psicologica, in quanto l’anziano non riesce a vedere nl futuro una speranza e quindi si rifugia nel ricordo.
Il problema è che lui vive in questo modo anche se non è vecchio. Lui è anziano interiormente e non anagraficamente.
La trama di "Senilità"
La vicenda è ambientata a Trieste e il protagonista è, un piccolo-borghese con aspirazioni letterarie, costretto a un impiego che non lo soddisfa presso una società di assicurazioni triestina. Tutta la trama ruota intorno alla storia del fallimento di Emilio Brentani, che si rammarica di sprecato il proprio talento letterario.
Al contrario dell'amico, lo scultore Balli, uomo brillante e favorito da un enorme successo con le donne, Emilio non ha né un riconoscimento come intellettuale né una vita sentimentale. L'unica persona che gli è sempre vicina è la sorella Amalia, mite e introversa, che si dedica a lui come una madre.
La vita di Emilio sembra a una svolta dopo l'incontro con Angiolina, una bella e giovane donna di cui si innamora; egli, tuttavia, non vorrebbe farsi coinvolgere in una storia d'amore impegnativa anche se finisce per subire il fascino di lei di cui accetta il torbido passato e le reiterate bugie. Quando si decide a lasciare definitivamente Angiolina, Emilio scopre che la sorella Amalia si è innamorata segretamente di Balli il quale, nel frattempo, si è invaghito di Angiolina. Amalia di nascosto abusa di etere e muore.
Ad Emilio non resta che guardare la propria avventura sentimentale come un «vecchio» guarda la propria «gioventù», confondendo nella mente il ricordo della sorella con quello dell'amata. Ne scaturisce un supremo autoinganno che dà forma a un'immagine che non abbandonerà più la sua fantasia, quella di una donna giovane e bella come Angiolina, ma buona e mite come Amalia.
Il terzo romanzo "La Coscienza di Zeno"
Il terzo romanzo “La coscienza di Zeno” lo pubblica nel 1923.
Svevo per scrivere questo romanzo prende spunto da Freud, in quanto suo cognato viene curato da lui stesso e suo nipote doveva tradurre "l'interpretazione dei sogni” ( siccome il nipote era un medico, lui sapeva i nomi tecnici ma non riusciva a scrivere così chiese aiuto a Svevo).
E’ un romanzo originale, poiché parla della parte interiore di ogni persona (psicologica).
Il protagonista di questo romanzo è Zeno che presenta una nevrosi. in quanto non riesce a vivere serenamente la propria vita e così decide di andare da uno psicanalista, che nel romanzo si chiamerà Signor S. Egli gli propone di scrivere tutte le sue nevrosi in un quaderno. Ecco che in ogni capitolo del romanzo troviamo una nevrosi di Zeno.
Zeno consegna questi manoscritti allo psicanalista, in quanto è fiducioso di questa terapia perchè vede miglioramenti.
Improvvisamente Zeno decide di interrompere la cura, poichè secondo lui non vede dei miglioramenti, così lo psicanalista si arrabbia.
Per tale motivo, lo psicoanalista preso dalla rabbia decide di pubblicare tutti i testi del suo paziente (Zeno),però lui stesso scrive l’introduzione dove fa emergere tutta la sua arrabbiatura.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini e la formazione di Italo Svevo?
- Come influenzò il matrimonio di Svevo la sua carriera?
- Quale ruolo ebbe James Joyce nella vita di Svevo?
- Qual è la trama del romanzo "Una Vita"?
- In che modo "La Coscienza di Zeno" si distingue dagli altri romanzi di Svevo?
Italo Svevo, pseudonimo di Ettore Schmitz, nacque a Trieste il 19 dicembre 1861 da una famiglia benestante ebraica. Ricevette un'istruzione multiculturale, frequentando una scuola commerciale a Trieste e un collegio in Baviera, dove imparò la lingua e la cultura tedesca.
Il matrimonio con la cugina Livia Veneziani migliorò la condizione economica e sociale di Svevo, permettendogli di entrare nell'alta borghesia di Trieste e di diventare direttore della fabbrica del suocero, sebbene ciò lo allontanò temporaneamente dalla pubblicazione di opere letterarie.
James Joyce, con cui Svevo strinse un'amicizia sincera, lo incoraggiò a riprendere l'attività letteraria dopo aver letto i suoi romanzi. Joyce influenzò Svevo anche nell'interesse per la psicanalisi e Freud.
"Una Vita" racconta la storia di Alfonso Nitti, un impiegato di banca a Trieste che cerca di emergere socialmente e artisticamente. Dopo una relazione fallita con Annetta, figlia del banchiere, e una serie di delusioni, Alfonso si suicida, sentendosi odiato e perseguitato.
"La Coscienza di Zeno" è un romanzo originale che esplora la parte interiore e psicologica del protagonista, Zeno, attraverso la psicanalisi. Il romanzo è strutturato come una serie di nevrosi scritte da Zeno su consiglio del suo psicanalista, riflettendo l'influenza delle teorie di Freud.