Concetti Chiave
- Italo Svevo, originally Aron Hector Schmitz, was born in Trieste in 1861, a city of cultural fusion between Italian and German influences.
- Svevo's literary works often feature the theme of the 'inept' individual, highlighting a modern man's struggle with inaction and existential crises.
- Svevo's third novel, "La Coscienza di Zeno," became a success after initial failures, exploring psychological themes and the concept of relative time.
- Influenced by Freud's psychoanalysis, Svevo's writing delves into the human psyche, presenting illness as a universal rather than individual condition.
- Svevo's use of irony and a non-linear narrative structure distinguishes his work, with a focus on content over linguistic precision.
Indice
Le origini di Italo Svevo
Italo Svevo, in realtà, si chiamava Aron Hector Schmitz e nasce a Trieste nel 1861. Trieste in quel periodo era una citta del regno Austro-Ungarico e parlava il dialetto fiorentino e il tedesco.
L’italiano fu una lingua acquisita col tempo. Nei romanzi pubblicati, viene fatto il nome di Italo Svevo proprio perché era mezzo italiano e mezzo tedesco, poiché ‘Svevo’ era una casata tedesca, così da affratellare la razza tra le città. La nascita in una città di confine, pone Svevo a contatto della cultura ‘Mitteleuropea’, dell’Europa Centrale e conosce con anticipo le tendenze e culture tedesche.Primi anni e carriera bancaria
Inizia gli studi in Germania (in Baviera) e continua poi presso l’istituto commerciale di Trieste. Conclusi gli studi inizia a lavorare in banca, nella filiale triestina Unionbank di Vienna, per 19 anni.
Nel 1892 muore una figura importante per Svevo, quella del padre, con cui ha sempre avuto rapporti turbolenti e contrastanti.
Nello stesso anno pubblica il suo primo romanzo, ‘una vita’ storia fortemente autobiografico del fallimento esistenziale di un impiegato di banca che risolve tutto con il suicidio, che riscuote uno scarso successo. Pensa di sposare la figlia del capo, quindi di salire di livello ma senza un motivo apparente, impersonando la figura dell'inetto, si tira indietro, si dedica alla cura della madre e quando ritorna ritrova lei sposata. Doveva agire ma in realtà resta fermo, anzi si tira indietro.
Matrimonio e abbandono della scrittura
Sposa poi la lontana cugina Livia Veneziani, abbandona l’attività da impiegato per entrare nella ditta del suocero, un ricco industriale. Nel 1998 pubblica poi, il suo secondo romanzo ‘Senilità’ anch’esso un insuccesso, tale da convincerlo a rinunciare alla scrittura. Ha come protagonista un uomo di 35 anni che vive la vita in una vecchiaia spirituale, interiore, che si accontenta di una vita mediocre, priva di ambizioni, fino ad arrivare ad avere una delusione amorosa.
Ritorno alla scrittura e successo
La sua vita cambia, aumentano i viaggi sia lavorativi che per svago. Per migliorare le conoscenze linguistiche inglesi, prende lezioni private da James Joyce, grande romanziere del ‘900. Inizia poi ad interessarsi alla Psicanalisi di Freud.
Nel 1914/15, allo scoppio della 1° guerra mondiale, la ditta del suocero viene requisita per motivi bellici. Rimasto senza lavoro, con molto tempo libero a disposizione, riprende la scrittura e nel 1923 pubblica ‘La Coscienza di Zeno’ accolta con un grande successo, recensito sia da un giornale francese, sia da Joyce che da Eugenio Montale. Protagonista della vicenda è Zeno Cosini che è malato, ha un problema alla gamba, è dunque una somatizzazione nonche una malattia psicologica mentale che si trasforma in fisica. Racconta gli eventi centrali della sua vita ad uno psicanalista, il dottor S., ma senza un motivo apparente smette di andare. Per vendicarsi, il dottore pubblica, cambiando il nome, le sedute avute con Zeno. Il tempo non è relativo ma interiore, legato alla coscienza. Descrive il passato mutato con gli occhi dell’uomo moderno. La verità è parziale, quasi non esiste, raccontata da un malato.
Dopo alcuni anni di produzione letteraria, muore a causa di/in seguito ad un incidente stradale a Treviso.
La coscienza della crisi moderna
Nel decadentismo, d’Annunzio e Pascoli fanno parte della ‘percezione della crisi’ quindi capiscono che sono presenti dei problemi nella società e fuggono dalla realtà mentre Svevo, insieme a Pirandello, fa parte della ‘coscienza della crisi’ e sanno qual è il problema della società moderna.
Con Svevo, le vicende nei romanzi vengono raccontate con una rielaborazione personale, senza un ordine cronologico. Dominante è la figura dell’inetto, della malattia dell’uomo moderno, antieroe debole e incapace di agire, che si ritrova solamente a pensare sempre senza agire. In comune con Pirandello, inoltre, è la presenza dell’ironia, soprattutto nella coscienza di zeno. L’inetto è capace di comprendere la complessità del reale ma senza alcuna volontà di agire.
Psicanalisi e letteratura secondo Svevo
Molto importante con Svevo, è la conoscenza della psicanalisi di Sigmund Freud, che ha scoperto l’inconscio, luogo della psiche in cui sono raccolti i desideri che la coscienza non accetta e che quindi ha rimosso; questi però insistono e premono per uscire e escono sotto forma di sogni e sintomi nevrotici. Svevo apprezza la psicanalisi per la capacità che ha di svelare la malattia solo che non crede in una guarigione, poiché non è la malattia del singolo ma dell’intera umanità.
Sveva aveva la concezione della letteratura come aiuto per svelare la tragica condizione dell’uomo, che serve alle persone, non più intesa come abbellimento (G. d’Annunzio); è per questo che utilizza un linguaggio non corretto: per lui è importante cosa si dice, non come.
L'Inetto e la letteratura di Svevo
La produzione di Svevo è semplice e breve. L’Inetto è inoltre presente nell’Ultima Sigaretta in cui condivide la sua convinzione nel riuscire a smettere di fumare ma giorno dopo giorno continuava, senza cambiamenti.
Consiglio : guardate il film thriller/drammatico "A dangerous method" così da capire meglio le caratteristiche della psicanalisi.
Domande da interrogazione
- Quali sono le origini di Italo Svevo e come influenzano la sua identità letteraria?
- Come si sviluppa la carriera di Svevo prima del suo successo letterario?
- Qual è il ruolo della psicanalisi nella letteratura di Svevo?
- In che modo Svevo rappresenta l'inetto nei suoi romanzi?
- Qual è la visione di Svevo sulla letteratura e il suo scopo?
Italo Svevo, nato Aron Hector Schmitz a Trieste nel 1861, era di origini italo-tedesche. La sua nascita in una città di confine lo mise in contatto con la cultura mitteleuropea, influenzando la sua identità letteraria e il suo pseudonimo, che rifletteva la sua doppia eredità culturale.
Svevo iniziò la sua carriera lavorando in banca per 19 anni dopo aver studiato in Germania e a Trieste. Pubblicò il suo primo romanzo, "Una vita", nel 1892, ma non ebbe successo. Successivamente, abbandonò la scrittura per lavorare nell'azienda del suocero dopo il matrimonio.
Svevo fu influenzato dalla psicanalisi di Sigmund Freud, che considerava importante per svelare la malattia dell'umanità. Tuttavia, non credeva nella guarigione individuale, vedendo la malattia come un problema collettivo. La psicanalisi arricchì la sua comprensione della condizione umana nei suoi romanzi.
Nei romanzi di Svevo, l'inetto è un antieroe debole e incapace di agire, che riflette la malattia dell'uomo moderno. Questo personaggio è capace di comprendere la complessità del reale ma manca di volontà di agire, come illustrato in "La coscienza di Zeno".
Svevo vedeva la letteratura come un mezzo per svelare la tragica condizione dell'uomo, piuttosto che come un abbellimento estetico. Per lui, era importante il contenuto piuttosto che la forma, utilizzando un linguaggio non corretto per enfatizzare il messaggio.