Concetti Chiave
- Il primo momento poetico di Quasimodo è solipsistico, nostalgico e ermetico, ispirato dalla separazione dalla sua terra natale e dalla famiglia.
- I suoi primi lavori, come "Acque e terre" e "Oboe sommerso", riflettono influenze di Pascoli, D'Annunzio e simbolisti francesi, con un forte uso di retorica e forme ellittiche.
- Nel secondo momento, Quasimodo evolve verso una poesia più civile e morale, influenzato dagli orrori della seconda guerra mondiale.
- Le raccolte come "Giorno dopo giorno" mostrano una transizione dalla riflessione personale alla denuncia delle responsabilità umane nel male del mondo.
- Quasimodo diventa un giudice della società contemporanea, condannando la guerra e ammonendo sui rischi di ulteriori conflitti.
Il Complesso dell'Esule
Il primo momento è di carattere solipsistico (egologico), nostalgico per quanto riguarda i contenuti ed ermetico per quanto riguarda la forma. La produzione inclusa in tale momento presenta un Quasimodo sradicato dalla famiglia e dalla sua terra, prima per ragioni di studio e poi di lavoro. Egli si sente disorientato nelle grandi città e in lui si forma il cosiddetto “complesso dell’esule”, tormentato dalla nostalgia dell’infanzia remota, l’età dell’innocenza durante la quale il poeta era a stretto contatto con la sua terra, vista come un paradiso perduto, e con i suoi cari.
La solitudine e il rapido venir meno delle illusioni sono motivi peculiari e ricorrenti della raccolta poetica incluse nel primo momento: Acque e terre; Oboe sommerso; Erato e Apòlliòn, in seguito inserite in un’unica raccolta dal titolo “Ed è subito sera” e Nuova poesia. I componimenti che costituiscono il primo momento rivelano la ricerca costante di una specifica forma espressiva anelata dall’autore il quale non si rispecchia totalmente nelle forme dell’ermetismo.Evoluzione Poetica di Quasimodo
Dapprima in “Acque e terre”, l’autore segue le tendenze poetiche di Pascoli e D’Annunzio, riproponendo in particolare i temi presenti nell’Alcione, raggiungendo un equilibrio fra sentimento ed espressione. Nelle raccolte successive, “Oboe sommerso” ed “Erato e Apòlliòn”, Quasimodo si accosta ai simbolisti francesi, a Ungaretti e a Montale, portando alle estreme conseguenze i moduli espressivi dell’ermetismo tramite la ricerca della parola scarna ed essenziale e l’uso della forma ellittica e di figure retoriche quali l’analogia e la sinestesia, rintracciabile ad esempio nell’espressione “urlo nero”, voluta, forzata e quasi artificiosa. Tali forzature sono rese meno evidenti dalla traduzione dei miti greci, che Quasimodo conduce con scarso rigore filologico ma in un modo istintivo ed efficace, attualizzandoli e adattandoli sulla base della sensibilità moderna, non operando quindi una traduzione passiva. L’influsso dei lirici greci e il recupero delle forme metriche tradizionali rendono la poesia di Quasimodo più limpida, aperta, intima, personale e soffusa di una dolce tristezza. Ciò è evidente nell’ultima raccolta: Nuova poesia, che fa da ponte con i componimenti del secondo momento.
Transizione verso la Poesia Civile
Il secondo momento comprende diverse raccolte tra le quali, ad esempio, Giorno dopo giorno e La vita non è sogno, in cui la poesia dell’autore assume un carattere più impegnativo. La riflessione intima e personale caratteristica del primo momento è sostituita da una poetica di impronta civile e morale: l’autore passa dalla denuncia del male del mondo ad una riflessione sulla responsabilità che l’uomo ha in merito a tale sofferenza. L’autore ricerca quindi le origini del dolore che permea l’esistenza, attribuendone in parte la colpa all’uomo. Il passaggio a questa nuova lirica più impegnata è determinato dalle vicende della seconda guerra mondiale poiché gli orrori e la follia omicida aprono il cuore di Quasimodo alla cronaca del proprio tempo e lo strappano alla tematica originaria del primo momento, solipsista e personale, orientandolo verso tematiche di carattere storico e sociale e mettendolo in contatto con le persone, a cui dona una speranza di una vita migliore. Nel secondo momento, Quasimodo non ricerca più i sentimenti nostalgici di un passato lontano, ma si erge a giudice della società a lui contemporanea, condannando le atrocità della guerra. Durante gli anni del dopoguerra egli si rende conto che alla ricostruzione materiale non corrisponde quella morale e umana; per questo motivo l’autore ammonisce gli uomini sui rischi apocalittici di un altro conflitto.
Domande da interrogazione
- Qual è il "Complesso dell'Esule" di Quasimodo?
- Come evolve la poetica di Quasimodo nel tempo?
- Quali sono le caratteristiche della transizione di Quasimodo verso la poesia civile?
- In che modo Quasimodo affronta le tematiche della guerra nelle sue opere?
- Qual è l'impatto della seconda guerra mondiale sulla poesia di Quasimodo?
Il "Complesso dell'Esule" si riferisce al sentimento di sradicamento e nostalgia che Quasimodo prova per la sua terra e la sua infanzia, percepita come un paradiso perduto, mentre si trova disorientato nelle grandi città.
La poetica di Quasimodo evolve da un'iniziale influenza di Pascoli e D'Annunzio verso un'adesione ai simbolisti francesi e all'ermetismo, culminando in una poesia più limpida e personale grazie all'influsso dei lirici greci.
La transizione verso la poesia civile è caratterizzata da un passaggio dalla riflessione personale a una poetica di denuncia sociale e morale, influenzata dagli orrori della seconda guerra mondiale.
Quasimodo affronta le tematiche della guerra condannando le atrocità e riflettendo sulla responsabilità umana nel dolore del mondo, ammonendo sui rischi di un altro conflitto.
La seconda guerra mondiale spinge Quasimodo a distaccarsi dalla tematica solipsista e personale, orientandolo verso una poesia di carattere storico e sociale, in cui si erge a giudice della società contemporanea.