Concetti Chiave
- Salvatore Quasimodo, nato a Modica nel 1901, iniziò la sua carriera letteraria dopo aver lavorato come geometra.
- La sua svolta letteraria avvenne nel 1938 grazie al ruolo di segretario di Cesare Zavattini, che lo introdusse all'editoria.
- Raggiunse il successo nazionale nel 1941 e divenne professore di Letteratura italiana al conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
- Vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 1959, confermando il suo impatto duraturo nel panorama letterario.
- La Seconda Guerra Mondiale influenzò profondamente il suo stile, portandolo a un linguaggio più commemorativo e celebrativo.
Le origini e la carriera iniziale
Salvatore Quasimodo nacque in provincia di Ragusa, in particolare nella cittadina di Modica, nel 1901, da una famiglia da considerarsi come abbastanza umile, il padre infatti era un capo stazione. Il poeta in realtà all’inizio decise di perseguire degli studi più scientifici e tecnici, tanto che nel 1926 venne assunto come geometra nel genio civile, e questo gli permise di viaggiare per tutta la penisola italiana, lavorando principalmente nelle ragioni della Calabria, della Liguria, della Sardegna e della Lombardia. Si può quindi affermare che la sua carriera letteraria iniziò relativamente tardi, quando Quasimodo aveva trent’anni anni, nel 1938 infatti diventò il segretario si Cesare Zavattini, un famoso scrittore e sceneggiatore italiano che lo introdusse al mondo dell’editoria e ben presto il suo talento venne riconosciuto ovunque, nel 1941 infatti il suo successo esplose in tutta Italia e fu nominato anche professore di Letteratura italiana presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, dove continuò a ricoprire questo ruolo fino al 1968, quando sopraggiunse la sua morte quando si trovava a Napoli a causa di un’emorragia cerebrale, ma il suo nome continuò a risuonare tanto che nel 1959 gli venne conferito il Nobel per la letteratura.
L'inizio della carriera letteraria
La sua carriera iniziò realmente nel 1930 venne pubblicata la raccolta “Acque e terre” per le edizioni fiorentina di Solaria, a cui poi seguirono altre opere, tra le più importanti “Oboe sommerso” del 1932, “Erato e Apollion” del 1936 e “Poesie” del 1938, tuttavia Salvatore Quasimodo non si limitò alla stesura di queste opere di componimenti scritti solitamente in versi liberi. L’autore si dedicò infatti anche alla traduzione, e ne è testimonianza l’opera “Lirici greci”, una raccolta di testi pubblicati nel 1940 ma che non vennero accolte favorevolmente dalla critica. Fondamentale passaggio nell’evoluzione suo stile letterario è sicuramente rappresentato dalla seconda guerra mondiale, che trasformò in maniera profonda la sua letteratura, aggiornandosi sempre più a un linguaggio commemorativo, epico e celebrativo e di questa categoria fanno parte alcune delle due opere più importanti, pubblicate per la maggior parte dall’editore Arnoldo Mondadori. Tra queste, emergono sicuramente “Giorno dopo giorno” del 1947, “La vita non è un sogno” del 1949, “il falso e vero verde” del 1954, “La terra impareggiabile” che gli valse il premio Viareggio del 1958 e anche “Dare e avere” del 1966.
Domande da interrogazione
- Quali furono le origini e la carriera iniziale di Salvatore Quasimodo?
- Quando e come iniziò la carriera letteraria di Quasimodo?
- Come influenzò la seconda guerra mondiale lo stile letterario di Quasimodo?
Salvatore Quasimodo nacque a Modica, in provincia di Ragusa, nel 1901. Inizialmente, intraprese studi scientifici e tecnici e lavorò come geometra nel genio civile, viaggiando in diverse regioni italiane. La sua carriera letteraria iniziò più tardi, nel 1938, quando divenne segretario di Cesare Zavattini.
La carriera letteraria di Quasimodo iniziò nel 1930 con la pubblicazione della raccolta "Acque e terre". Seguirono altre opere importanti come "Oboe sommerso" e "Erato e Apollion". Si dedicò anche alla traduzione, come dimostra l'opera "Lirici greci" del 1940.
La seconda guerra mondiale trasformò profondamente lo stile letterario di Quasimodo, portandolo verso un linguaggio commemorativo, epico e celebrativo. Tra le opere di questo periodo ci sono "Giorno dopo giorno" e "La vita non è un sogno".