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Concetti Chiave

  • "La luna e i falò" di Cesare Pavese è un romanzo epico pubblicato nel 1950, che esplora le conseguenze della guerra in Italia attraverso gli occhi del protagonista Anguilla.
  • Il protagonista, Anguilla, ritorna in Italia dopo anni negli Stati Uniti, solo per trovare il suo villaggio natale devastato dalla guerra e dai cambiamenti sociali.
  • La narrazione si sviluppa attraverso i racconti di Nuto, un vecchio amico di Anguilla, che condivide storie di dolore e perdita vissute durante la guerra.
  • Il romanzo utilizza simboli come la luna e i falò per rappresentare il passaggio del tempo e la frattura tra passato e presente, in un contesto di tradizioni e realtà.
  • Cesare Pavese, nato nel 1908 e morto nel 1950, visse una vita segnata da solitudine, difficoltà personali e un interesse per la cultura anglosassone, culminando nel Premio Strega e nel suo tragico suicidio.

Indice

  1. Il capolavoro di Cesare Pavese
  2. Trama e personaggi principali
  3. Il simbolismo nel romanzo
  4. Vita e opere di Cesare Pavese

Il capolavoro di Cesare Pavese

In questo appunto di Italiano si tratta del capolavoro di Cesare Pavese, scrittore, poeta, critico e traduttore italiano: La luna e i falò, con riassunto della vita dell'autore.

La vita e l'opera di Cesare Pavese: tra romanzi e simbolismo articolo

Trama e personaggi principali

“La luna e il falò” rappresenta uno dei capolavori di Cesare Pavese, venne pubblicato nel 1950 e viene tutt’oggi considerato uno dei migliori esempi del genere letterario del romanzo epico, che si focalizza proprio sugli eroi della resistenza italiana durante il secondo conflitto mondiale.

Il protagonista viene conosciuto come Anguilla, è un giovane cresciuto nella famiglia adottiva di contadini che si trasferisce lontano dai luoghi natali per dirigersi invece negli Stati Uniti d’America e cercare fortuna lì, ritorna in Italia negli anni quaranta, quando la guerra è ormai terminata anche se il suo passaggio risulta evidente nella generale distruzione delle città in macerie.

Anguilla appare curioso e interessato a sapere cosa sia accaduto in quei posti da lui tanto amati e di cui aveva sentito una mancanza enorme, ma che non vedrà mai come prima, a tutte le sue domande riesce a rispondere un altro personaggio, ovvero Nuto, che è un suo vecchio compagno di scuola che ora è diventato un falegname, può raccontargli tutte le vicende che hanno lasciato ferite così profonde in quanto lui era lì, le aveva vissute in prima persona. Nuto gli racconta ad esempio dell’incendio del casotto, che aveva portato via la vita anche a donne e animali e che era stata la conseguenza di un’irrefrenabile disperazione di Valino, un pover’uomo dilaniato dalla sofferenza e dalla povertà che aveva appiccato il fuoco per poi suicidarsi. Man mano che i racconti procedono, Anguilla sente in lui un senso di malinconia e nostalgia che non verranno mai saziate, tutti i posti e i legami che aveva instaurato in epoca di fanciullezza sono ormai scomparsi o distrutti, il paese tranquillo e isolato che si ricordava, ora diventa invece un luogo di guerra, sia mondiale che civile, gli stessi luoghi in cui aveva una volta giocato, sono diventati terreno di morte per altri suoi coetanei e per questo abbandona tutto definitivamente. Il titolo mostra il legame e l’interesse di Cesare Pavese per alcuni fenomeni mitici di una qualche tradizione passata, fatta di riti propiziatori e usanze, in un contesto però estremamente realistico, in cui i fuochi accesi in passato in segno di festa diventano il rogo di case e persone simbolo quindi di morte e non di gioia. Quello da lui descritto è di conseguenza un mondo intrinseco all’odio in cui qualsiasi tipo di equilibrio tra gli uomini e tra la società e la natura sembra essersi spezzato irrimediabilmente, senza la possibilità di tornare al passato.

Questo è l'ultimo romanzo dello scrittore, critico, traduttore e poeta italiano Cesare Pavese, pubblicato infatti nel 1950. Questo libro contiene una dedica all'ultima donna della sua vita: Constance Dowling, attrice statunitense. I protagonisti sono in realtà molti, Anguilla è soltanto il portavoce:

  • Anguilla: trovatello senza nome specificato, nella narrazione che fa ha quarant'anni.
  • Nuto: amico stretto del protagonista, il suo vero nome è Giuseppe Pinolo Scaglione, è stimato e anche invidiato dall'amico perché molto deciso, sicuro e scaltro.
  • Cinto: piccolo malformato per una malattia alle gambe, viene preso sotto l'ala da Anguilla e poi da Nuto, quando rimarrà orfano.
  • Le tre sorellastre: figlie del proprietario della fattoria, contese da tutti i giovani ma dalla cattiva sorte per tutte e tre: una morirà di parto, l'altra condurrà un'infelice vita matrimoniale e l'ultima viene uccisa dai partigiani e bruciato il corpo.

Il simbolismo nel romanzo

Il paese non viene mai nominato ma è sicuramente Belbo, in Piemonte. Il tempo anche non è definito, ci sono continui passaggi tra passato e presente. Infatti il titolo dà modo di capire che la luna è un simbolo, in segno di unione tra terra e cielo e tra le diverse stagioni di queste vite travagliate. Anche il falò, anzi i falò che vengono accesi per il protagonista rappresentano un segno: il trascorrere del tempo e la presa di coscienza fino ad arrivare all'età adulta.

La vita e l'opera di Cesare Pavese: tra romanzi e simbolismo articolo

Vita e opere di Cesare Pavese

Cesare Pavese nasce a Santo Stefano Belbo nel 1908, paese del romanzo appena descritto, e muore a Torino nel 1950. La famiglia era piuttosto ricca, ma ciò non procurò sempre felicità: i due fratelli di Pavese morirono prematuramente e lui passò da una balia ad un'altra, poiché la madre era in difficoltà di salute. Il padre, invece, morì quando Cesare aveva cinque anni. L'autore crebbe quasi solo, ciò accentuò la sua indole già introversa. Abbandonarono presto Santo Stefano Belbo, nonostante il paese è sempre presente nell'immaginazione e negli scritti di Cesare, e vissero a Torino per la maggior parte degli anni, come testimoniano queste sue belle parole: "Ora io non so se sia l'influenza di Walt Whitman, ma darei 27 campagne per una città come Torino". Molte amicizie, specie quelle del ginnasio, se le porterà per tutta la vita: Tullio Pinelli, Giulio Einaudi, Norberto Bobbio, Mario Sturani, Leone Ginzburg e Augusto Monti (il suo insegnante).

Si iscrisse all'Università degli Studi di Torino alla facoltà di lettere e iniziò una grande passione per la lingua inglese e autori come Lewis, Whitman, Anderson.

Nel 1931 uscì la sua prima poesia: Lavorare stanca e iniziò ad insegnare. Per questo, fu costretto a iscriversi al partito nazionale fascista, obbligato dalla famiglia e malvolentieri.

Quattro anni dopo, l'amicizia con Leone Ginzburg e Luigi Einaudi lo portarono a pubblicare e scrivere per la nascente casa editrice Giulio Einaudi Editore, oggi la massima presente a Torino.

Da Torino, in età adulta, si sposterà diverse volte: Roma, Milano, Calabria, per poi tornare sempre e comunque nel paese di nascita.

Cesare ebbe una dura vita nell'ambito delle relazioni amorose e soprattutto attaccato, specie nell'ultimo periodo, dai coetanei comunisti, come testimoniano queste sue parole: "Posso dirti, amore, che non mi sono mai svegliato con una donna mia al fianco, che chi ho amato non mi ha mai preso sul serio, e che ignoro lo sguardo di riconoscenza che una donna rivolge a un uomo? E ricordarti che, per via del lavoro che ho fatto, ho avuto i nervi sempre tesi, e la fantasia pronta e precisa, e il gusto delle confidenze altrui?" dedicate alla penultima donna della sua vita: Romilda Bollati.

Ricevette il Premio Strega nel 1950, quando era già molto depresso e senza speranza.

Con "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" il bellissimo libro dedicato a Constance, si uccise con il sonnifero il 27 agosto del 1950, in una camera d'albergo in Piazza Carlo Felice.

Per ulteriori approfondimenti sulla Luna e i falò vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del romanzo "La luna e i falò" di Cesare Pavese?
  2. Il romanzo si concentra sugli eroi della resistenza italiana durante la Seconda Guerra Mondiale, esplorando il ritorno del protagonista Anguilla in Italia e il suo confronto con i cambiamenti e le distruzioni causate dalla guerra.

  3. Chi sono i personaggi principali del romanzo e quale ruolo svolgono?
  4. I personaggi principali includono Anguilla, il protagonista che ritorna in Italia; Nuto, il suo amico d'infanzia che gli racconta le vicende del paese; e Cinto, un giovane malformato che viene aiutato da Anguilla e Nuto.

  5. Qual è il significato simbolico della luna e dei falò nel romanzo?
  6. La luna simboleggia l'unione tra terra e cielo e il passaggio del tempo, mentre i falò rappresentano il trascorrere del tempo e la presa di coscienza, trasformandosi da simboli di festa a simboli di distruzione e morte.

  7. Quali sono alcuni eventi significativi della vita di Cesare Pavese?
  8. Pavese nacque a Santo Stefano Belbo nel 1908, visse principalmente a Torino, e fu influenzato da autori inglesi. Ricevette il Premio Strega nel 1950 e si suicidò nello stesso anno, dopo una vita segnata da difficoltà personali e relazionali.

  9. Come viene rappresentato il paese natale di Pavese nel romanzo?
  10. Il paese, mai nominato ma identificato come Belbo, è descritto come un luogo di guerra e distruzione, in contrasto con i ricordi d'infanzia del protagonista, simboleggiando la perdita e l'impossibilità di tornare al passato.

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