michaelriccia
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Concetti Chiave

  • Palazzeschi ruppe con le tradizionali forme espressive dei poeti contemporanei, optando per versi più dimessi, provocatori e dissacratori.
  • Nega per sé le definizioni tradizionali di poeta, pittore e musico, preferendo un approccio giocoso e anticonformista alla creazione artistica.
  • Attraverso l'ironia e il gioco, critica la poesia ufficiale, utilizzando la metafora della "lente" per esporre la vera essenza umana.
  • Il componimento, con la sua struttura simmetrica e il tono leggero, esplora la ricerca dell'identità attraverso un personaggio di clown triste.
  • La poesia mantiene un ritmo agile grazie all'uso di versi di varia lunghezza, ripetizioni e interrogative, centrando la questione dell'identità nella domanda "Chi sono?".

Indice

  1. La rottura con la tradizione
  2. Rifiuto delle definizioni tradizionali
  3. Critica alla poesia ufficiale
  4. Lente e saltimbanco: simboli di critica
  5. Identità e malinconia
  6. Struttura e ironia del componimento
  7. Tono e ritmo del componimento

La rottura con la tradizione

Aldo Palazzeschi fu in aperta polemica con alcuni poeti a lui contemporanei (come Carducci, Pascoli o d'Annunzio), autori di una poesia di tono elevato e piena di passione lirica. Per lui, tale genere di poesia era ormai superato e rischiava di apparire ridicolo, cosi ruppe con le tradizionali forme espressive e compose versi di tono più dimesso, spesso provocatorio e dissacratorio.

Rifiuto delle definizioni tradizionali

Egli rifiuta per sé le definizioni tradizionali:

• non può essere un «poeta» (v. 1) perché non scrive poesie tradizionali, ma versi giocosi, anticonformisti e trasgressivi, in sostanza pieni di «follia» (v. 5);

• non può essere un «pittore» (v. 6) perché sulla sua tavolozza sono assenti le consuete tonalità, dai colori accesi, c'è solo il colore della «malinconia» (v. 10);

• non può essere un «musico» (v. 11) perché sulla tastiera del suo pianoforte mancano note altisonanti, risuona solo il timbro della «nostalgia» (v. 15).

Critica alla poesia ufficiale

Nella seconda parte del componimento (vv. 16-21), là dove tratteggia infine il proprio autoritratto, ricorre a due immagini inconsuete e giocose, che ironizzano sulla serietà della poesia ufficiale: la «lente» e il «saltimbanco».

Lente e saltimbanco: simboli di critica

Attraverso il gioco, così, Palazzeschi critica quella forma di poesia patetica e altisonante in cui non si riconosce, affermando però nel contempo il valore innegabile della poesia in quanto tale: quello di "mettere una lente" davanti al cuore dell'uomo per consentire agli altri di capirlo meglio.

La Vita, e con essa la poesia, possono essere affrontate anche con un approccio non formale e più divertente, mostrandosi alla gente attraverso una lente che permetta di vedere la vera essenza di uomo, in bilico fra realtà e fantasia, fra serietà e scherzo, proprio come un personaggio del mondo del circo, un funambolo, un saltimbanco.

Identità e malinconia

Il risultato finale è la rappresentazione di sé come una sorta di clown triste che, scherzando, è capace però di dire la verità. Le parole «malinconia» e «nostalgia» suggeriscono anche l'idea che la ricerca della propria identità non è priva di difficoltà e di inquietudini.

Struttura e ironia del componimento

Apparentemente simile a una filastrocca, il componimento ha una struttura studiata e simmetrica. La struttura è composta da quattro gruppi di versi, formati i primi tre da cinque versi e l'ultimo da sei, e scanditi dall'espressione in rima «anima mia».

In questo componimento, in particolare, sceglie la via dell'ironia, del gioco poetico, del divertimento che muove al sorriso per interrogarsi sulla propria identità. Il richiamo della rima mette in evidenza le parole «follia», «malinconia» e «nostalgia», virgolettate e che occupano ciascuna un solo verso, divenendo così le parole chiave per l'interpretazione del testo.

Tono e ritmo del componimento

Il tono ironico e scherzoso del componimento, attraverso l'alternarsi dei versi di varia lunghezza, l'uso della ripetizione e delle interrogative, dà alla poesia un ritmo agile e leggero. Il poeta si interroga sulla propria identità e la domanda «Chi sono??» diventa la questione principale intorno a cui ruota tutto il componimento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione di Aldo Palazzeschi rispetto alla tradizione poetica?
  2. Aldo Palazzeschi si oppone alla tradizione poetica dei suoi contemporanei, ritenendo superate le forme espressive elevate e liriche, e preferisce un tono più dimesso e provocatorio.

  3. Perché Palazzeschi rifiuta le definizioni tradizionali di poeta, pittore e musico?
  4. Palazzeschi rifiuta queste definizioni perché i suoi versi sono giocosi e anticonformisti, la sua tavolozza è dominata dalla malinconia e la sua musica risuona di nostalgia, non seguendo le convenzioni tradizionali.

  5. Quali simboli utilizza Palazzeschi per criticare la poesia ufficiale?
  6. Palazzeschi utilizza i simboli della "lente" e del "saltimbanco" per ironizzare sulla serietà della poesia ufficiale e per affermare il valore della poesia nel rivelare l'essenza umana.

  7. Come viene rappresentata l'identità nel componimento di Palazzeschi?
  8. L'identità è rappresentata come quella di un clown triste, che attraverso il gioco e la malinconia riesce a esprimere verità profonde, riflettendo le difficoltà e le inquietudini della ricerca di sé.

  9. Qual è il tono e il ritmo del componimento di Palazzeschi?
  10. Il componimento ha un tono ironico e scherzoso, con un ritmo agile e leggero, caratterizzato dall'alternanza di versi di varia lunghezza e dall'uso di ripetizioni e interrogative, centrato sulla domanda "Chi sono??".

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