Concetti Chiave
- Il neorealismo emerse nel cinema italiano durante la Seconda Guerra Mondiale, promosso da registi come Rossellini e De Sica.
- Adottato anche in letteratura, il neorealismo influenzò autori come Pavese e Primo Levi, criticando il decadentismo per il suo distacco dalla realtà sociale.
- Il pensiero gramsciano incoraggiò una letteratura nazional-popolare, avvicinando intellettuali e popolo, come evidenziato da autori del neorealismo.
- Primo Levi, noto per opere letterarie e testimonianze sulle atrocità dell'Olocausto, raccontò la degradazione umana subita nei campi di concentramento.
- Il difficile ritorno di Levi dall'Europa devastata fu segnato dal senso di colpa e vergogna di essere sopravvissuto, culminando nel suo suicidio nel 1987.
Indice
L'ascesa del neorealismo nel cinema
La seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo fungono da sfondo o da trampolino di lancio per un profondo rivolgimento culturale e letterario, il neorealismo.
Utilizzato in primis dal cinema in un film montato nel 1942 da Mario Senandrei nel film “ossessione di visconti”, rapida fu la sua diffusione nel cinema. Registi come Rossellini, De sica, Visconti ecc.. ne furono i principali promotori.
L'influenza del neorealismo in letteratura
Nel 1943 questa nuova filosofia fu adottata nella letteratura, dove alcuni giovani letterari cominciano a manifestare un impegno concreto nella realtà sociale e politica del paese. Tra i maggiori esponenti di questo pensiero furono sicuramente, Pavese, Vittorini, Moravia, e Primo Levi. I giudizi degli autori del neorealismo furono molto severi verso il decadentismo, perché al contrario di esso si basava sul concezioni astratte e fantastiche, che nulla avevano a che vedere con la realtà.
Il pensiero gramsciano e la letteratura
In quel periodo si diffonde anche il pensiero gramsciano. Antonio Gramsci fondatore del partito comunista, proponeva agli intellettuali di annullare la separatezza fra gli intellettuali e il popolo, invitandoli ad una letteratura nazional-popolare.
E in effetti fu la corrente di pensiero che seguirono gli autori fino ad arrivare ai nostri giorni. Infatti Calvino disse in seguito riferendosi al neorealismo “ Fu un insieme di voci, in gran parte periferiche –cioè popolari- “
Il neorealismo fu la sconfitta alla vecchia classe decadente, e per la prima volta nella storia le masse popolari si erano conquistati la scena nella società.
Primo Levi: vita e opere
Un autore che sicuramente si distinse fu Primo levi, ma non solo per le opere letterarie, ma perchè oltre ad essere scrittore, poeta fu anche testimone di terribili atrocità raccontate nelle sue opere.
L'esperienza di Levi ad Auschwitz
Nato nel 1919 a Torino di discendenza ebrea, a 20 anni inizio a studiare chimica fino al 1941 e di seguito si trasferì a Milano per lavorare in un laboratorio chimico. A seguito dell’invasione tedesca del nord Italia si uni ad un gruppo di resistenza ebraica.nel 1943 Fu però catturato e in fine deportato insieme a 650 ebrei nel campo di concentramento di Auschwitz, Dove ci rimase fino alla fine della guerra. Nel 1947 pubblicò il libro “se questo è un uomo” dove racconta le terribili atrocità a cui assistè.
Il libro comincia con una breve ma significativa poesia: “Considerate se questo è un uomo\ che lavora nel fango\ che non conosce pace\ che lotta per mezzo pane\ che muore per un si o per un no”. Questo non fu soltanto un documento che raccontò l’umiliazione che dovettero subire, ma la degradazione dell’essere umano prima ancora di morire.
Primo Levi ebbe salva la vita a motivo del suo lavoro, perchè fu impiegato come operaio specializzato nei laboratori chimici, dove lui racconta erano l’unico posto dove lui stesso si sentiva ancora un essere umano, perchè nei lager gli uomini ormai erano ridotti a bestialità.
Solo di nascosto scriveva perchè nei lavoratori non si potevano tenere appunti, e cosi di nascosto nei lager, scriveva quello che non avrebbe avuto il coraggio di raccontare a nessuno. Scriveva di quello che accadeva al di la di quel filo spinato, al di là di quella scritta, “Arbeit Macht Frei” –il lavoro rende liberi-
Lui dava un altro significato al filo spinato o alla scritta, per lui erano solo il confine fra l’umano e il disumano.
Il ritorno di Levi e il suo viaggio
Poi nel 1945 con la sconfitta dei tedeschi coloro che sopravvissero allo sterminio , poterono tornare a casa. E cosi che per Primo Levi dovette affrontare un lunghissimo viaggio di ritorno, e tramite un’altra sua opera che venne pubblicata nel 1963, che racconta di questo viaggio lungo le rovine d’europa, passando per la Russia, per la Romania, l’Ungheria, l’Austria e Torino.
Fu un viaggio molto doloroso per due motivi, uno per le rovine e il disastro lasciato dalla guerra, ma soprattutto per il senso di vergogna che attanagliava, un senso di vergogna per essere rimasti in vita, a differenza di milioni altri che sono morti, un senso di vergogna che neanche coloro che anno commesso queste atrocità provavano.
Poi dopo la Tregua ce il ritorno a casa, dai propri cari, nelle propria vita. Ma si accorge che rimbomba l’eco di una parola, una sola parola. Era il comando di ogni mattina all’alba ad Auschwitz, una parola temutissima, “ Wstawac” (Alzarsi).
Il peso delle atrocità e il suicidio di Levi
Nel 1987 Primo Levi dopo aver dedicato la propria vita alla letteratura e alla condanna dei crimini contro gli Ebrei, si suicida perché non era più in grado di sopportare il peso delle atrocità a cui ha assistito
Domande da interrogazione
- Qual è stato il contesto storico che ha favorito l'ascesa del neorealismo nel cinema?
- Come ha influenzato il neorealismo la letteratura italiana?
- Qual è stato il contributo di Antonio Gramsci alla letteratura del periodo?
- Qual è stata l'esperienza di Primo Levi ad Auschwitz e come l'ha raccontata?
- Quali sono stati gli effetti delle esperienze di Levi sulla sua vita dopo la guerra?
La seconda guerra mondiale e la caduta del fascismo hanno creato un contesto di profondo rivolgimento culturale e letterario, che ha favorito l'ascesa del neorealismo nel cinema, iniziato con il film "Ossessione" di Visconti nel 1942.
Nel 1943, il neorealismo è stato adottato nella letteratura, con autori come Pavese, Vittorini, Moravia e Primo Levi che hanno manifestato un impegno concreto nella realtà sociale e politica, opponendosi al decadentismo.
Antonio Gramsci ha proposto agli intellettuali di annullare la separatezza fra loro e il popolo, promuovendo una letteratura nazional-popolare, un pensiero che ha influenzato gli autori del neorealismo.
Primo Levi, deportato ad Auschwitz nel 1943, ha raccontato le atrocità vissute nel campo di concentramento nel suo libro "Se questo è un uomo", descrivendo la degradazione umana e la sua sopravvivenza grazie al lavoro nei laboratori chimici.
Dopo la guerra, Levi ha affrontato un doloroso viaggio di ritorno e ha vissuto con un senso di vergogna per essere sopravvissuto. Nel 1987, incapace di sopportare il peso delle atrocità vissute, si è suicidato.