Concetti Chiave
- Il crepuscolarismo è un movimento letterario italiano che si sviluppa dal primo decennio del Novecento fino agli anni Venti, contemporaneo al futurismo.
- Il termine "crepuscolarismo" è stato coniato dal critico Antonio Borghese, che lo usò per descrivere alcuni poeti come Marino Moretti.
- La poesia crepuscolare è definita come una "poesia del languore", caratterizzata dalla mancanza di una forte visione filosofica o comunicativa.
- I poeti crepuscolari si sentono emarginati e utilizzano l'ironia e correlativi oggettivi per esprimere la loro condizione esistenziale.
- Spesso il poeta crepuscolare è presentato come "malato" e oppresso dal "male di vivere", un tema che verrà ripreso anche da Montale.
Origini del Crepuscolarismo
Il crepuscolarismo è un movimento contemporaneo a quello del futurismo e pertanto si sviluppa a partire dal primo decennio del Novecento fino agli anni Venti. Queste due correnti sono tanto legate che alcuni poeti crepuscolari aderiscono anche alla tendenza del futurismo.
Definizione e Caratteristiche
“Crepuscolarismo” è un termine coniato dal critico Antonio Borghese che, scrivendo sulla Stampa, annovera alcuni poeti come Marino Moretti in questa corrente.
Poetica e Auto-esclusione
Egli stesso definisce la poesia crepuscolare una “poesia del languore”, ovvero una poesia al tramonto della civiltà, dove manca una concezione forte della poesia come strumento di comunicazione.
Il poeta si configura dunque come un emarginato della società, privo di qualcosa di spessore filosofico da comunicare tanto da vergognarsi di “essere poeta”. In questo la poetica dei crepuscolari si allontana molto dall’estetismo dannunziano o dall’ideale del fanciullino di Pascoli o dalla futura concezione della poesia di Ungaretti per la quale vale l’equazione poeta=scultore. L'atteggiamento (e la reazione) degli autori a questa auto-esclusione si manifesta nell’utilizzo di espedienti quali l’ironia i correlativi oggettivi, ovvero di oggetti simbolo della loro angosciosa condizione esistenziale. Non è casuale infatti che spesso il poeta venga presentato come “malato” e oppresso da quello che Montale chiamerà “male di vivere”.