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Concetti Chiave

  • Il Bombardamento di Adrianopoli permette a Marinetti di sperimentare il paroliberismo, trasmettendo sensazioni visive, acustiche e olfattive della battaglia.
  • Marinetti non si concentra sulle ragioni politiche della guerra, ma sulla sua estetica, paragonando il conflitto a un teatro musicale e artistico.
  • La scrittura di Marinetti è un'osservazione imparziale della realtà, eliminando ogni filtro soggettivo e rappresentando la guerra attraverso sensazioni sensoriali.
  • La struttura del testo rompe con la tradizione tipografica, utilizzando variazioni di caratteri, spazi bianchi e onomatopee per esprimere i rumori della battaglia.
  • Marinetti utilizza la disposizione grafica e notazioni tecniche per suggerire il ritmo e la velocità delle azioni, trasformando la guerra in una performance teatrale.

Indice

  1. L'estetica del conflitto
  2. La guerra come spettacolo
  3. La scrittura impersonale di Marinetti
  4. Tecniche espressive nel Manifesto
  5. Grafica e ritmo nel testo

L'estetica del conflitto

Il Bombardamento di Adrianopoli offre all’estro di Marinetti l’occasione di collaudare lo strumento poetico del paroliberismo, enunciato in forma teorica qualche mese prima nel Manifesto tecnico della letteratura futurista (1912) e ora applicato a uno “spettacolo” di sensazioni visive, acustiche e olfattive.

Nel trascrivere simultaneamente gli stati d’animo che la battaglia provoca in lui, il poeta realizza un’esplosiva partitura onomatopeica, descrivendo con euforico entusiasmo la brutale e realistica dimensione del conflitto.

La guerra come spettacolo

La guerra moderna appare agli occhi del testimone-autore come una giostra ininterrotta di attrazioni, un trionfo della materia: che gioia vedere udire fiutare tutto (r. 8). A Marinetti non interessa documentare le ragioni politiche che determinano la guerra, ma il suo effetto estetico. Quello che gli si presenta davanti non è un dramma che fa inorridire, come potrebbe accadere a noi, ma un grandioso teatro musicale, in cui la bellezza sfolgorante della macchina bellica può mostrare – come in una festa orgiastica o in un evento artistico – tutta la propria prorompente e vitale potenzialità.

La scrittura impersonale di Marinetti

La scrittura, per Marinetti, dev’essere una registrazione impersonale e imparziale della realtà, che va espressa nella sua completa materialità, abolendo ogni filtro soggettivo. Il poeta deve quindi trascrivere senza alcun ordinamento cronologico e spaziale tutti gli elementi percepiti dalle facoltà sensoriali: il “rumore”, che rivela la dinamica degli oggetti (e che può essere reso con l’onomatopea); il “peso”, che svela la capacità degli oggetti di volare; l’“odore”, che mostra la loro capacità di diffondersi.

Tecniche espressive nel Manifesto

Si realizzano così le «strette reti d’immagini o analogie» enunciate nel Manifesto tecnico, grazie alla presenza di lunghe catene di vocaboli e verbi all’infinito, alla mancanza di elementi connettivi nel discorso (la punteggiatura è del tutto assente) e alle fitte sequenze onomatopeiche. L’abolizione degli avverbi, delle congiunzioni e degli aggettivi, pur prescritta, non è in questo caso categorica.

Grafica e ritmo nel testo

La forza espressiva del testo si trova però, più che negli aspetti linguistici, sul piano grafico, mediante la distruzione della tradizionale organizzazione tipografica del testo. La variazione dei caratteri e la disposizione delle parole, che imitano le immagini descritte, esprimono visivamente i rumori della battaglia: i termini onomatopeici vengono evidenziati in neretto (salvo quelli mutuati dalla voce della natura, sovrastati dal frastuono delle armi: cip-cip-cip, r. 29; don-dan-don-din-bèèè, rr. 29-30); gli spazi bianchi rivelano le pause di silenzio tra un boato e l’altro; le deformazioni ortografiche (schiaffffi, r. 9; bizzzzarrie, r. 10; sbataccocchiare, r. 14; e così via) appaiono come le trascrizioni fonetiche del suono stesso; le maiuscole enfatizzano la pregnanza di alcuni vocaboli (Violenza, r. 4; Furia, r. 5).

Infine, la libera disposizione del sostantivo vampe (rr. 17-23), ripetuto più volte, suggerisce l’effetto dei bagliori dell’artiglieria, che interrompono addirittura l’ordinata esposizione del testo (ribalta dei forti die-/vampe/vampe/tro, rr. 21-24).

Tra parentesi e in maiuscolo, infine, Marinetti indica la notazione tecnica del ritmo delle azioni e dei suoni, come a voler regolare la velocità della vicenda scenica. Quella a cui assiste sembra l’esibizione di un’orchestra: sotto le luci della ribalta non vi sono soldati, ma attori (r. 25) e suggeritori (r. 25), ciascuno interprete di diversi ruoli (r. 25) in attesa degli applausi (r. 26) del pubblico, seduto sui palchi (r. 35) del loggione (r. 35).

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'approccio di Marinetti alla rappresentazione della guerra nel suo testo?
  2. Marinetti vede la guerra come uno spettacolo estetico, un grandioso teatro musicale, piuttosto che un dramma orribile, concentrandosi sulla bellezza e vitalità della macchina bellica.

  3. Come si caratterizza la scrittura di Marinetti nel contesto del paroliberismo?
  4. La scrittura di Marinetti è impersonale e imparziale, registrando la realtà nella sua materialità senza filtri soggettivi, utilizzando onomatopee e trascrizioni fonetiche per esprimere i rumori e le dinamiche degli oggetti.

  5. Quali tecniche espressive sono utilizzate nel Manifesto tecnico della letteratura futurista?
  6. Il Manifesto utilizza lunghe catene di vocaboli e verbi all'infinito, assenza di punteggiatura, e fitte sequenze onomatopeiche, abolendo avverbi, congiunzioni e aggettivi per creare reti d’immagini o analogie.

  7. In che modo la grafica e il ritmo contribuiscono alla forza espressiva del testo di Marinetti?
  8. La forza espressiva risiede nella distruzione della tradizionale organizzazione tipografica, con variazioni di caratteri, spazi bianchi per pause, deformazioni ortografiche e maiuscole per enfatizzare vocaboli, imitando visivamente i rumori della battaglia.

  9. Come viene rappresentata la scena della guerra nel testo di Marinetti?
  10. La scena della guerra è rappresentata come un'esibizione orchestrale, con soldati visti come attori e suggeritori, ciascuno con ruoli diversi, in attesa degli applausi del pubblico, creando un effetto teatrale e musicale.

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