Concetti Chiave
- I manifesti furono il principale mezzo di comunicazione dei futuristi, elevando il genere a dignità letteraria grazie a Marinetti.
- Tre raccolte principali di manifesti furono pubblicate tra il 1914 e il 1919, con contributi di vari membri del gruppo.
- I manifesti coprivano regole e tecniche per nuovi linguaggi artistici, ma anche temi come cibo, moda e modernità.
- Nonostante la diversità tematica, i manifesti futuristi mantenevano uno stile unitario e riconoscibile, tipico dell'avanguardia italiana.
- Il futurismo si distinse dalle altre avanguardie per il suo approccio che spaziava oltre gli ambiti culturali e artistici.
Indice
L'Influenza dei Manifesti Futuristi
Nel corso della sua permanenza in ambito artistico, l’avanguardia futurista diventò promotrice di diversi manifesti, se infatti nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblicò sulla rivista francese “Le Figarò” l’edizione ufficiale della nuova avanguardia, gli anni successivi videro l’introduzione di altri manifesti scritti da altri componenti del gruppo, specialmente nel primo decennio di vita del gruppo, considerato comunemente il più fecondo. Il manifesto diventò dunque per i futuristi la principale via per comunicare le proprie idee e la propria azione culturale, ispirando poi anche le altre avanguardie che cominciavano a diffondersi in tutto il continente europeo, appartiene però comunque a Marinetti la capacità e il merito di aver saputo conferire al manifesto la dignità tale da essere considerato un vero e proprio genere letterario. In particolare, le raccolte dei manifesti futuristi furono tre:
Le Raccolte dei Manifesti Futuristi
1. La prima a Firenze del 1914 con “I Manifesti del Futurismo” con edizione di Lacerba;
2. La seconda a Milano nel 1917 con “Noi futuristi” con Riccardo Quintieri Editore;
3. La terza e ultima a Milano nel 1919 con “I manifesti del Futurismo” con l’Istituto editoriale italiano, questa raccolta in particolare venne divisa in quattro volumi per un totale di cinquantanove documenti, ovviamente scritti e redatti da diversi componenti del gruppo anche se Marinetti rimase sempre la principale mano e voce;
Tematiche e Stile del Futurismo
Oltre ai manifesti, il cui obiettivo principale era quello di fissare per il proprio gruppo ed esporre per i lettori le regole e le tecniche necessarie per i nuovi linguaggi artistici di letteratura, pittura, scultura, architettura, musica, teatro e cinema, ci furono anche altri documenti che si esprimevano su tematiche secondarie come il cibo (inventarono un pasticcio di diversi tipi di carni e formaggi), il vestiario, la moda (dettata per loro comunque da linee prettamente geometriche e razionali), la guerra, le macchine e la modernità in generale, tutte però sfociavano comunque in un panorama politico. Nonostante tutti questi manifesti si soffermassero su tematiche completamente diverse tra di loro e ragionassero su questioni apparentemente inconciliabili, è facile comunque percepire uno stile, uno spirito unitario e riconoscibile, tipico dell’avanguardie futuristica italiana. Questo spirito unitario risulta particolarmente evidente e percepibile nell’applicazione dei medesimi principi basilari della propria ideologia sempre seguendo uno stile che da sempre può essere considerato polemico, scandaloso e perentorio. A differenza delle altre avanguardie del tempo dunque, che tendevano a soffermarsi per definizione e ad intervenire in tutti gli ambiti strettamente culturali e artistici, il futurismo si distanzia.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo dei manifesti nel movimento futurista?
- Quante raccolte di manifesti futuristi furono pubblicate e dove?
- Quali tematiche affrontavano i manifesti futuristi oltre all'arte?
- Come si distingue lo stile del futurismo rispetto ad altre avanguardie?
I manifesti furono il principale mezzo di comunicazione delle idee e azioni culturali del futurismo, conferendo dignità letteraria al genere grazie a Marinetti.
Furono pubblicate tre raccolte: la prima a Firenze nel 1914, la seconda a Milano nel 1917 e la terza a Milano nel 1919.
Oltre all'arte, i manifesti trattavano di cibo, vestiario, moda, guerra, macchine e modernità, spesso con un panorama politico.
Lo stile futurista è riconoscibile per il suo spirito unitario, polemico, scandaloso e perentorio, differenziandosi dalle altre avanguardie che si concentravano su ambiti strettamente culturali e artistici.