L'influenza della cultura mitteleuropea su Italo Svevo e i suoi personaggi

L'influenza culturale su Italo Svevo

Italo Svevo si forma nell'ambiente di Trieste, una città in cui confluiscono la civiltà italiana, tedesca e slava. Ha uno stretto rapporto con la cultura mitteleuropea ed è un abile uomo d'affari. I principali personaggi che lo hanno influenzato sono: Schopenhauer, Nietzsche, Darwin e Marx. Schopenhauer assume un pessimismo radicale, Nietzsche parla di pluralità del soggetto e Darwin introduce le teorie della selezione naturale e della lotta per la vita. L'obiettivo di Svevo, all'interno delle sue opere, è abbattere le maschere dei suoi personaggi e gli alibi che essi si costruiscono per sentirsi innocenti e per non avere sensi di colpa. I suoi eroi hanno un comportamento che non dipende dalla volontà, Svevo indaga sui rapporti sociali e sull'agire umano. Tutti i fenomeni della società sono determinati dai conflitti di classe. Svevo si interessa in modo particolare alla psicoanalisi e all'analisi della psiche umana, soprattutto del malato affetto da nevrosi. Per scrivere, Svevo utilizza il dialetto triestino e costrutti che fanno parte della lingua tedesca. Il suo modo di scrivere si adatta alla maniera di esprimersi dei suoi personaggi.

Il primo romanzo di Svevo

In questo primo romanzo, il protagonista è il giovane Alfonso Nitti, che abbandona il paese e la madre per lavorare a Trieste, dopo la morte di suo padre. Il ragazzo si costruisce dei sogni da megalomane e gli viene offerto un invito a casa dal padrone della banca, Maller. In questo modo, Alfonso ha la possibilità di conoscere Macario, giovane molto determinato. La figlia di Maller, Annetta, viene sedotta e posseduta da Alfonso, nonostante egli non sia innamorato di lei. Il protagonista, preso da un’inspiegabile paura, decide di non sposare la ragazza e fugge da Trieste. Quando fa ritorno a Trieste, scopre che ormai Annetta si è fidanzato con Macario. Alfonso chiede un appuntamento alla ragazza, ma si presenta Macario che lo sfida a duello. Impaurito, Alfonso decide di trovare una via di fuga nella morte. Il protagonista è il tipico inetto, ovvero un incapace alla vita che non riesce ad agire e a prendere decisioni. Macario rappresenta esattamente il suo opposto, ovvero un uomo sicuro di sé che sa cosa vuole e come ottenerlo. Tra questi due personaggi c’è un acceso antagonismo. L’opera è narrata in terza persona.

Emilio Brentani e la sua insoddisfazione

Il protagonista è il trentacinquenne Emilio Brentani che vive grazie a un lavoro modesto. Le sue figure di riferimento sono due: la sorella Amalia, che si prende cura di lui come se fosse sua madre; l’amico scultore Stefano Balli, che rappresenta una figura paterna per Emilio. Quest’ultimo prova un senso di profonda insoddisfazione per la sua vita. Si innamora di una ragazza del popolo di nome Angiolina e si costruisce un’immagine di lei che non corrisponde alla realtà: lui la concepisce come una donna pura e da educare. Successivamente scopre che Angiolina è tutt’altro che pura e viene ripetutamente deluso dal suo comportamento. La ragazza si innamora perdutamente di Stefano Balli, che la prende come modella per una sua statua. Il titolo dell’opera fa riferimento alla solitudine e alla chiusura del protagonista, che si sente come un anziano. Angiolina rappresenta il simbolo della gioventù di cui lui è privato. L’opera analizza l’interiorità di Emilio, che è un debole e un inetto. Il punto di vista del protagonista è inattendibile, poiché egli si crea degli inganni e degli alibi per non ammettere la sua inettitudine. Sono presenti interventi espliciti da parte del narratore, Svevo assume un atteggiamento critico verso Emilio. Quest’ultimo usa un linguaggio stereotipato.

Zeno Cosini e la sua nevrosi

Zeno Cosini è un malato affetto da nevrosi, in cura da uno psicoanalista che si fa chiamare Dottor S. che gli prescrive un diario personale come terapia. Il dottor decide di pubblicare questo diario per ripicca nei confronti di Zeno, che si dichiara guarito e non vuole proseguire la cura. Il principale sintomo della malattia del protagonista è il vizio del fumo, dal quale non riesce a liberarsi. Il tempo è misto e mescolato, il passato e il presente si alternano. Zeno è il classico inetto che conduce un’esistenza fondata sull’ozio. Ha un rapporto conflittuale con il padre e desidera la sua morte. La figura sostituiva che Zeno utilizza per rimpiazzare il padre dopo la sua morte è l’uomo d’affari Giovanni Malfenti, borghese abile e sicuro di sé. Zeno è un narratore inattendibile, perché tenta continuamente di autogiustificarsi e di costruirsi degli inganni, egli è contemporaneamente il soggetto e l’oggetto della critica.