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Concetti Chiave

  • Dino Campana, nato nel 1885 a Marradi, ha avuto una vita turbolenta caratterizzata da viaggi, ricoveri psichiatrici e un forte desiderio di completare gli studi universitari.
  • Campana ha vissuto durante la Prima Guerra Mondiale, si è offerto volontario ma è stato esonerato a causa dei suoi problemi di salute mentale.
  • La sua opera principale, "Canti Orfici", è stata riscritta a memoria dopo che il manoscritto originale è stato perso dai suoi editori, Papini e Soffici.
  • La poetica di Campana è considerata una sintesi originale di simbolismo ed espressionismo, con un forte uso di ripetizioni e immagini visionarie.
  • Nonostante le critiche iniziali, oggi l'opera di Campana è apprezzata per la sua complessità e profondità, riflettendo tensioni personali e culturali dell'epoca.
Questo appunto si concentra sulle vicende biografiche e sull’attività poetica di Dino Campana, poeta visionario vissuto in Italia tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. Il poeta ha quindi vissuto durante la Prima guerra mondiale, in cui si presenta come volontario ma viene esonerato. La carriera letteraria di Dino Campana si è divisa tra prosa e poesia, le sue opere, però, sono state apprezzate tardi.
La vita e l'opera di Dino Campana, poeta visionario italiano articolo

Indice

  1. Vicende biografiche
  2. I Canti Orifici
  3. La poetica e la critica letteraria

Vicende biografiche

Dino Campana Nasce a Marradi in provincia di Faenza nel 1885.

Frequenta le scuole elementari a Marradi, la terza, quarta e quinta ginnasio al collegio salesiano di Faenza, e in fine gli studi liceali prima al liceo Torricelli, poi al Liceo Baldessano dove consegue il diploma nel 1903. Nello stesso anni si iscrive alla Facoltà di chimica all'università di Bologna, poi passa all'università di Firenze e nuovamente a Bologna, ma non terminerà mai gli studi. Iniziano in questi anni a verificarsi i primi sintomi di squilibrio mentale. Dino Campana per far fronte ai suoi problemi psichici Vagabonda in Svizzera e in Francia, una volta tornato in Italia viene rinchiuso per qualche tempo nel manicomio di Imola, da dove tenta la fuga. Torna a iscriversi all'università, ma poi parte per un viaggio in Argentina e Uruguay, su questo viaggio le informazioni sono incerte, c’è infatti chi sostiene che in realtà non sia mai partito. Nel 1909 viene nuovamente ricoverato nel manicomio di Firenze, quindi durante un successivo viaggio in Belgio viene arrestato a Bruxelles e internato a Tournay. Tra il 1912 e 1913 si immatricola nuovamente all’università di Bologna, chiedendo poi il trasferimento a Genova, a Bologna frequenta gruppi di Goliardi con cui stringe rapporti di amicizia.
per approfondimenti sugli eventi storici dei primi anni del Novecento vedi qui

I Canti Orifici

Tra il 1912 e il 1913 pubblica i suoi primi componimenti su rivista. Nel 1913 a Firenze incontra Papini e Soffici, editori della rivista Lacerba, e consegna loro il manoscritto del Giorno più lungo,il manoscritto non fu preso in considerazione dai due editori e venne perduto, questo manoscritto è una prima stesura dei Canti orfici, per la pubblicazione su Lacerba. Soffici però smarrisce il manoscritto, Campana ha numerosi episodi di rabbia per questo motivo, arrivando a minacciare i due editori con un coltello. Campana, però, riscrive a memoria il testo, che verrà pubblicato col nuovo titolo: Canti Orifici, a spese del poeta, il titolo si riferisce alla figura mitologica di Orfeo. Qualche componimento compare anche su Lacerba. Scoppiata la guerra, si presenta come volontario, ma viene riformato, viene usata la scusa della salute fisica, ma ormai in seguito agli svariati arresti è segnalato per la sua infermità mentale. Nel 1916 inizia una relazione con Sibilla Aleramo, che dura fino al 1918. Viene più volte arrestato per vagabondaggio e squilibrio mentale, finché nel 1918 viene definitivamente internato nel manicomio di Castel Pulci, dove morirà nel 1932.
per un approfondimento sui Canti Orifici vedi qui
La vita e l'opera di Dino Campana, poeta visionario italiano articolo

La poetica e la critica letteraria

Da molti è considerato il poeta visionario italiano per eccellenza, da altri ridimensionato a semplice poeta visivo (Contini), Dino Campana è un poeta molto discusso e suggestivo. Nell'ambito della linea "vociava" rappresenta una sintesi originale di simbolismo ed espressionismo. L'ansia di liberazione e realizzazione esistenziale spesso si esplica in lui nella rappresentazione del viaggio e del vagabondaggio, ritrovati nel repertorio della memoria personale e mitizzati o semplicemente fantasticati. La ripresa circolare di termini e sintagmi identici costituisce un limite dello stile campaniano. Drasticamente il Contini insinua, in un suo saggio del 1937, che Campana proprio non abbia stile. Viceversa per Turchetta gli aspetti formali della sua poesia «consentono a Campana d'instaurare continuamente ulteriori parallelismi ed equivalenze fra oggetti di per se non comparabili, per esempio mediante una parziale sovrapposizione dei suoni che costituiscono parole diverse [...], che si ritrovano assimilate anche semanticamente. Sulla base così di un esasperato principio di ripetizione-variazione, i Canti orfici funzionano come una specie di multidimensionale scatola cinese semantica, in cui alcune scelte fondamentali tendono a polverizzarsi e rifrangersi a tutti i livelli del testo, intersecandosi in varie direzioni, e accrescendo in progressione geometrica il proprio potenziale di senso. Questo è anche il motivo per cui l'uso costante della ripetizione non crea, come sembrerebbe ovvio, ridondanza e monotonia, bensì contribuisce alla difficoltà e alla complessità dei testo. É qui peraltro che si compie il superamento dell'avanguardia perseguito da Campana, poiché la sua esasperata messa in opera di procedimenti retorici iterativi risulta di fatto molto più profondamente trasgressiva del semplice rifiuto della letterarietà. Ma soprattutto importa che, dispiegando e insieme controllando con i mezzi dello stile la sua insostenibile coazione a ripetere, egli abbia saputo render conto delle tensioni di un'epoca oltre che delle sue proprie, e insieme abbia dato voce, con straordinaria radicalità, ad una violenza psichica e biologica di solito senza nome e senza parola, e che fa parte in qualche misura di tutti noi». Le ripetizioni possono apparire sia come un impoverimento del testo che come un suo arricchimento. I temi principali nelle opere di Campana sia in prosa che in versi sono il sogno e la veglia. Oggi, però, è superata la querelle sul rapporto letteratura/vita in Campana. Campana era parso, ad alcuni, un autore preletterario, al giorno d’oggi vari studiosi sottolineano la complessa stratificazione dei riferimenti culturali presenti nell'opera del poeta.
per un approfondimento sulle avanguardie letterarie vedi qui

Domande da interrogazione

  1. Quali sono stati i principali eventi biografici di Dino Campana?
  2. Dino Campana nacque a Marradi nel 1885, frequentò diverse scuole e università senza completare gli studi. Soffrì di problemi mentali, viaggiò in Europa e Sud America, e fu internato in vari manicomi. Morì nel manicomio di Castel Pulci nel 1932.

  3. Qual è la storia dietro la pubblicazione dei "Canti Orfici"?
  4. I "Canti Orfici" furono riscritti a memoria da Campana dopo che il manoscritto originale fu smarrito da Soffici. Pubblicati a spese del poeta, il titolo si riferisce alla figura mitologica di Orfeo.

  5. Come è stata percepita la poetica di Dino Campana dalla critica letteraria?
  6. La poetica di Campana è stata vista come una sintesi di simbolismo ed espressionismo. Alcuni critici, come Contini, hanno messo in dubbio il suo stile, mentre altri, come Turchetta, hanno elogiato la complessità e la profondità dei suoi testi.

  7. Quali sono i temi principali nelle opere di Dino Campana?
  8. I temi principali nelle opere di Campana includono il sogno, la veglia, il viaggio e il vagabondaggio, spesso rappresentati attraverso una ripetizione circolare di termini e sintagmi.

  9. Qual è l'importanza della ripetizione nella poesia di Campana?
  10. La ripetizione nella poesia di Campana non crea ridondanza, ma contribuisce alla complessità del testo, permettendo di esplorare tensioni personali e dell'epoca, e dando voce a una violenza psichica e biologica.

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