Concetti Chiave
- Il Salmo 136 esprime il dolore degli Ebrei deportati a Babilonia, incapaci di cantare i canti di Sion in terra straniera.
- Il salmo evoca la tristezza e la nostalgia per Gerusalemme, simbolo di perduta gioia e libertà.
- Quasimodo, nella poesia "Alle fronde dei salici", utilizza immagini del salmo per rappresentare il dolore degli italiani durante la Seconda guerra mondiale.
- Le cetre appese ai salici simbolizzano l'impossibilità di trovare gioia e voce in tempi di oppressione e guerra.
- Il parallelismo tra Ebrei e Italiani sottolinea la comune sofferenza di popoli sotto l'occupazione straniera.
Riflessioni sui fiumi di Babilonia
Lungo i fiumi di Babilonia,
là sedevamo e piangevamo
ricordandoci di Sion.
Ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre,
perché là ci chiedevano parole di canto
coloro che ci avevano deportato,
allegre canzoni, i nostri oppressori:
“Cantateci canti di Sion!”.
Come cantare i canti del Signore
in terra straniera?
Memoria e dolore di Gerusalemme
Se mi dimentico di te, Gerusalemme,
si dimentichi di me la mia destra;
mi si attacchi la lingua al palato
se lascio cadere il tuo ricordo,
se non innalzo Gerusalemme
al di sopra di ogni mia gioia.
Desolazione e vendetta
Ricordati, Signore, dei figli di Edom,
che, nel giorno di Gerusalemme,
dicevano: “Spogliatela, spogliatela
fino alle sue fondamenta!”.
Figlia di Babilonia devastatrice,
beato chi ti renderà quanto ci hai fatto.
Beato chi afferrerà i tuoi piccoli
e li sfracellerà contro la pietra.
Impossibilità di cantare
E come potevano noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Paralleli storici e simbolici
Nella poesia Alle fronde dei salici Quasimodo ricorda l'esilio in Babilonia del popolo ebraico evocando nel primo verso (E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il cuore / Come cantare i canti del Signore in terra straniera?) e nell'ultimo (Alle fronde dei salici, per voto, anche le nostre cetre erano appese / Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre) due passaggi del salmo. Il poeta mette in relazione l'impossibilità di cantare degli ebrei deportati a Babilonia con la stessa impossibilità dei poeti italiani di comporre poesie a causa degli orrori della guerra e dell'invasione straniera. Per questo motivo le cetre (simbolo di gioia) sono appese ai salici: i poeti non hanno più voce per cantare, così come un tempo gli ebrei prigionieri. La situazione degli italiani durante la Seconda guerra mondiale può essere paragonata a quella dei giudei schiavi a Babilonia: mentre gli italiani subiscono l’invasione tedesca, gli ebrei vedono distruggere Gerusalemme e sono deportati in terra straniera.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del Salmo 136?
- Come viene utilizzata l'immagine delle cetre nel testo?
- Quali paralleli storici e simbolici vengono tracciati nella poesia "Alle fronde dei salici"?
Il tema principale del Salmo 136 è il dolore e la memoria dell'esilio del popolo ebraico a Babilonia, esprimendo la difficoltà di cantare i canti del Signore in terra straniera e il desiderio di vendetta contro gli oppressori.
Le cetre, simbolo di gioia, sono appese ai salici per rappresentare l'impossibilità di cantare e la perdita di voce dei poeti, sia degli ebrei deportati a Babilonia che degli italiani durante la Seconda guerra mondiale.
La poesia traccia paralleli tra l'esilio degli ebrei a Babilonia e la situazione degli italiani durante la Seconda guerra mondiale, evidenziando l'impossibilità di esprimere gioia e creatività sotto l'oppressione e l'invasione straniera.