Concetti Chiave
- L'infanzia di Cesare Pavese è segnata dalla morte prematura del padre e dall'educazione rigida della madre, influenzando il suo carattere solitario e introverso.
- La formazione di Pavese avviene sotto l'influenza di importanti intellettuali dell'epoca, con un forte bisogno di amore e un destino già segnato da una profonda solitudine.
- Nonostante le difficoltà personali, Pavese contribuisce alla fondazione della casa editrice Einaudi e affronta il confino per sospetto antifascismo, eventi che segnano profondamente la sua carriera e vita personale.
- Pavese vive una crisi personale e professionale con delusioni amorose e una ripugnanza per la violenza della guerra, ma ottiene successi letterari significativi, come il premio Strega per "La bella estate".
- Nonostante i riconoscimenti, l'autore è sopraffatto dalla solitudine e si suicida nel 1950, lasciando un messaggio di perdono nella sua opera "Dialoghi con Leucò".
Indice
Infanzia e adolescenza di Pavese
Cesare Pavese nasce il 9/09/1908 a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, dove il padre, cancelliere del Tribunale di Torino, aveva un podere. Il padre morirà subito dopo il trasferimento a Torino e questo episodio inciderà molto sull'indole del ragazzo, già scontroso e introverso.
Davide Laiolo, suo grande amico, in "Il vizio assurdo" evidenzia due elementi fondamentali: la morte del padre e l'irrigidirsi della madre che attuerà un'educazione più da padre-padrone che da madre affettuosa.
L'altro elemento è la tendenza al "vizio assurdo", la vocazione assurda. Vi è infatti sempre un accenno alla mania suicida in tutte le lettere del periodo liceale, soprattutto quelle dirette all'amico Mario Sturani. Questo mondo così difficile, così ricco di solitudine è il risultato anche del dramma dell'impotenza sessuale, forse indimostrabile, ma rintracciabile in alcune pagine de "Il mestiere di vivere".Formazione e prime influenze
Qualunque sia l'interpretazione di questi primi anni, non si può negare che si delinei subito in essi la storia di un destino tragico, evidenziato da un esasperato bisogno d'amore. Pavese studia nell'Istituto Sociale dei Gesuiti e nel Ginnasio moderno, quindi passa al Liceo D'Azeglio, dove avrà come professore Augusto Monti. Tra il 1923 e il 1926 partecipa al rinnovamento delle coscienze esercitato da Monti e reso più concreto dall'azione di Gramsci e Gobetti.
Carriera e vita personale
Nel 1930, a ventidue anni, si laurea con una tesi "Sulla interpretazione della poesia di Walt Whitman" e comincia a lavorare alla rivista "La cultura". Nel 1931 muore la madre; rimasto solo Pavese si trasferisce nell'abitazione della sorella Maria. Nel 1933 sorge la casa editrice Einaudi al cui progetto Pavese partecipa con entusiasmo, conosce "la donna con la voce rauca", una intellettuale laureata in matematica e impegnata nella lotta antifascista per salvare questa donna Pavese, il 15/05/1935, viene condannato per sospetto antifascismo a tre anni di confino da scontare a Brancaleone Calabro. Ne passerà uno solo a confino per richiesta di grazia, torna dal confino ma la donna amata si è sposata con un altro uomo. La delusione lo fa sprofondare in una crisi profonda: questi sono gli anni in cui scriverà "Il carcere".
Crisi e successi letterari
Destinato a una sede romana dell'Einaudi, si trova isolato e in lui prevale la ripugnanza fisica per la violenza, per gli orrori che la guerra comporta e si reca a Monferrato dalla sorella dove scrive "La casa in collina". A fine guerra si iscrive al partito comunista: scrive articoli e saggi, si interessa di mitologia e compone i "Dialoghi con Leucò". Recatosi a Roma per lavoro conosce una giovane attrice; s'innamorano, ma lei lo abbandona all'improvviso: Pavese scrive "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi..."
Tragico epilogo
L'autore a questo secondo abbandono non riesce a reagire; l'angoscia lo travolge nonostante i successi letterari: nel 1938 "Il compagno" vince il premio Salento; nel 1949 "La bella estate" ottiene il premio Strega; pubblica "La luna e i falò" nel 1950. La solitudine ha la meglio in lui e così stanco ma in fondo lucido, si toglie la vita in una camera d'albergo di Torino, ingoiando una forte dose di barbiturici, il 27/08/1950.
Lascia solo un'annotazione, sulla prima pagina dei "Dialoghi con Leucò", in cui innalza il dialogo "La bestia" a soluzione della sua crisi, "perdono tutti e a tutti chiedo perdono..."
Domande da interrogazione
- Quali eventi dell'infanzia di Cesare Pavese hanno influenzato la sua personalità?
- Quali influenze formative ha avuto Pavese durante gli anni scolastici?
- Come ha influito l'esperienza del confino sulla vita di Pavese?
- Quali sono stati i principali successi letterari di Pavese?
- Come si è conclusa tragicamente la vita di Cesare Pavese?
La morte del padre e l'educazione rigida della madre hanno avuto un impatto significativo sulla personalità di Pavese, rendendolo scontroso e introverso.
Durante gli anni scolastici, Pavese è stato influenzato dal professore Augusto Monti e dalle idee di Gramsci e Gobetti, che hanno contribuito al rinnovamento delle coscienze.
L'esperienza del confino ha portato Pavese a una profonda crisi personale, soprattutto dopo aver scoperto che la donna amata si era sposata con un altro uomo.
Tra i principali successi letterari di Pavese ci sono "Il compagno", che vinse il premio Salento, "La bella estate", che ottenne il premio Strega, e "La luna e i falò".
La vita di Cesare Pavese si è conclusa tragicamente con il suo suicidio in una camera d'albergo a Torino, dove ha ingerito una dose letale di barbiturici il 27/08/1950.