Concetti Chiave
- "La Chimera" di Dino Campana è un componimento metapoetico della raccolta "Canti orfici", che esplora il simbolismo di una figura femminile eterea.
- La poesia descrive un paesaggio notturno animato dal volto fantasmagorico di una giovane donna, ispiratrice del poeta e paragonata alla "Gioconda" di Leonardo.
- La visione della chimera svanisce, lasciando un paesaggio freddo e insensibile, suscitando nel poeta nostalgia e un desiderio di rievocarla.
- Nella poetica di Campana, la chimera è una musa dalle sembianze umane, differente dalla tradizionale figura mitologica mostruosa.
- La chimera rappresenta un'esperienza poetica intensa ma effimera, che lascia al poeta una dolcezza mista a nostalgia.
La chimera è un componimento di versi liberi della raccolta “Canti orfici”, in particolare nella seconda sezione di “Notturni”.
Il Paesaggio Notturno
Il testo può sicuramente definirsi come metapoetico, e non a caso infatti Dino Campana è uno dei maggiori esponenti della poetica orfica, in questo caso fa immergere il lettore in un paesaggio notturno in cui compare misteriosamente il volto di una giovane donna estremamente pallida, quasi fantasmagorica, la quale prima sorride timidamente e questo sorrido ricorda al poeta il famoso quadro “La Gioconda” di Leonardo da Vinci. Successivamente Campana ne risulta quasi ipnotizzato, tanto che è proprio lei ad ispirare questo suo componimento, in quanto canta da “musica fanciulla” e “regina de la melodia” per il suo “ignoto poema”. Proprio perché questa visione è solamente però un’apparizione, presto la ragazza svanisce e infatti il poeta le dedica i primi venti versi per poi invece focalizzarsi sulla sua sparizione e quindi il paesaggio notturno perde la vitalità che lei gli forniva, diventando semplicemente un paesaggio notturno freddo e insensibile, e al poeta non resta che rievoca il ritorno della chimera.
La Figura della Chimera
La chimera ovviamente è una figura mitologica, un animale mostruoso che presentava la testa di un leone, il corpo di una capra e la coda di un serpente, ma è proprio questa sua apparenza terribile a rappresentare la poesia decadente che si sviluppa tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo.
Interpretazioni della Chimera
D’annunzio ad esempio la interpretava come simbolo della fantomatica femme fatale, Lucini invece ne faceva la rappresentazione di una speranza illusoria, mentre Pascoli lo considerava un simbolo del male. Per quanto riguarda Campana invece, egli non si associa a nessuna di queste interpretazioni, inserendola nella sua poesia come una figura positiva e soprattutto dalle fattezze umane di una giovane fanciulla, e non di un animale mostruoso. Questa protagonista del componimento invece si dimostra come una musa misteriosa che ispira il poeta e proprio nel loro incontro si riscontra la vera esperienza iniziatica della poesia, un rapporto ovviamente breve e che da qualsiasi legame stabile e continuativo ma che lascia comunque in Campana da una parte un senso di soddisfazione e dolcezza, mentre dall’altra ovviamente una sensazione di nostalgia per la perdita di qualcosa che in realtà non era mai stata sua ma che comunque l’aveva incantato profondamente, quasi come una sirena col suo canto ipnotico per i marinai.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del paesaggio notturno nel componimento "La chimera"?
- Come viene rappresentata la figura della chimera nella poesia di Dino Campana?
- Quali sono le diverse interpretazioni della chimera da parte di altri poeti?
- Qual è l'esperienza poetica che Campana vive attraverso l'incontro con la chimera?
Il paesaggio notturno è fondamentale nel componimento, poiché crea un'atmosfera metapoetica in cui appare il volto di una giovane donna che ispira il poeta. La sua sparizione trasforma il paesaggio in uno scenario freddo e insensibile, evidenziando la perdita di vitalità.
Nella poesia di Campana, la chimera è rappresentata non come un mostro mitologico, ma come una figura positiva e umana, una giovane fanciulla che funge da musa ispiratrice per il poeta, contrariamente alle interpretazioni tradizionali.
D'Annunzio vedeva la chimera come simbolo della femme fatale, Lucini come una speranza illusoria, e Pascoli come simbolo del male. Campana, invece, la interpreta come una figura positiva e umana.
L'incontro con la chimera rappresenta per Campana un'esperienza poetica iniziatica, caratterizzata da un rapporto breve ma intenso, che lascia un senso di soddisfazione e dolcezza, accompagnato da nostalgia per la perdita di qualcosa di profondamente incantevole.