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Italo Calvino

Italo Calvino nasce nel 1923 a Santiago de Las Vegas, dove il padre (un agronomo) dirigeva una stazione sperimentale di agricoltura. Nel 1925 si stabilisce a Sanremo, ricevendo dalla famiglia un’educazione laica e sviluppando anche un forte interesse per le scienze.

Nel 1943 entra nella Resistenza e nel dopoguerra milita nel Partito Comunista. Nel 1947 si laurea in Lettere a Torino ed entra in contato con la casa editrice Einaudi presso la quale pubblica il suo primo romanzo, Il sentiero dei nidi di ragno.

Nel 1950 viene assunto dalla stessa casa editrice, prima come dirigente poi come consulente.
Nel 1967 si trasferisce a Parigi, dove si accosta allo strutturalismo e agli scrittori all’Oulipo, che tendevano a mettere in evidenza gli artifici strutturali della scrittura letteraria.
Nel 1980 torna in Italia con la famiglia e muore nel 1985 a Siena.

Il primo Calvino tra Realismo e componente fantastica

Nel romanzo d’esordio, Il sentiero dei nidi di ragno (1947), appaiono in germe le due direzioni che caratterizzano i romanzi successivi di Calvino: il realismo e la dimensione fantastica.

L’opera affronta il tema, caro a Neorealismo, della lotta partigiana, ma la vicenda è trasferita in un clima quasi fiabesco, poiché i fatti sono presentati dal punto di vista di un bambino protagonista del romanzo.

Tale prospettica insolita consente allo scrittore di delineare un quadro originale e problematico della Resistenza, che si differenzia volutamene da quelli celebrativi offerti da molta narrativa neorealista contemporanea.
Negli anni Cinquanta Calvino sceglie di puntare decisamente sulla componente fantastica della sua ispirazione con tre romanzi:
- Il visconte dimezzato (1952)
- Il barone rampante (1957)
- Il cavaliere inesistente (1959)

Successivamente raccolti in un unico volume con il titolo di I nostri antenati (1960). Nel 1963, inoltre, viene pubblicato Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, una raccolta di venti racconti che hanno come protagonista un bizzarro manovale di origine contadina che si trova a vivere nella complessa realtà industriale.

In tutte queste opere la dimensione fiabesca non implica una scelta di evasione, ma è al contrario uno strumento per misurarsi con i problemi della realtà attraverso la forma allegorica. Pur descrivendo il mondo moderno come un “labirinto”, l’autore mostra un’ostinata fiducia nelle forze intellettuali dell’uomo e nella sua capacità di lottare per una società migliore.

Sempre negli anni Cinquanta Calvino prosegue sul filone realistico e affronta scottanti questioni di attualità in modo diretto, senza alcun mascheramento fiabesco. A temi concreti come la speculazione edilizia e l’impatto ambientale dell’industrializzazione sono dedicati due romanzi:
- La speculazione edilizia (1957)
- La nuvola di smog (1958)

L’ultima opera di Calvino riconducibile al filone realistico è il breve romanzo La giornata d’uno scrutatore (1963), incentrato sull’esperienza di un intellettuale comunista come scrutatore di un seggio elettorale allestito presso un istituto religioso che si occupa di assistenza ai disabili. L’opera consente allo scrittore di riflettere sulla sua posizione di intellettuale di sinistra, evidenziando i rischi connessi ad un atteggiamento troppo ottimista.

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