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Concetti Chiave

  • Luigi Russo interpreta l'idea di imitazione di Machiavelli come "anfibia", legando il naturalismo alla storia come magistra vitae e anticipando aspetti dello storicismo e del metodo sperimentale.
  • Cesare Segre vede Machiavelli in una dimensione profetica e messianica, con la sua produzione artistica intimamente collegata alla tradizione e con implicazioni politiche.
  • Francesco De Sanctis contrappone l'antropocentrismo di Machiavelli all'idealismo cristiano di Dante e al casualismo di Boccaccio, sottolineando un approccio umanista nel rapporto virtù/fortuna.
  • Giovanni Gentile considera il Rinascimento come apoteosi dell'estetismo e dell'individualismo, criticando Machiavelli per la mancanza di una visione strategica nazionale, diversamente interpretata da Rousseau, Foscolo e Gramsci.
  • Giovanni Saitta attribuisce a Machiavelli un razionalismo attivistico, dove l'intelligenza operosa prevale sul concetto di fortuna, sottolineando un immanentismo laico.

Indice

  1. Interpretazioni di Luigi Russo
  2. Visione di Cesare Segre
  3. Contrapposizioni di De Sanctis
  4. Giovanni Gentile e il Rinascimento
  5. Razionalismo di Giovanni Saitta
  6. Bipolarismo secondo Chabod
  7. Eugenio Garin e l'antropocentrismo

Interpretazioni di Luigi Russo

MACHIAVELLI è uno degli autori la cui produzione è stata maggiormente interpretata, le sue più eminenti letture critiche sono le seguenti:

LUIGI RUSSO: l’idea di imitazione è “anfibia”, duplice perché si inserisce nel naturalismo e la storia diviene magistra vitae, anticipando Vico che nella “Scienza Nuova” caratterizzerà la nascita dello storicismo, ma anche anticipando il metodo sperimentale di Galileo (qui applicato alla storia): la dimensione esperienziale e quella magistrale legate al pedagogismo.


Visione di Cesare Segre

CESARE SEGRE: dice che il Principe sembra apparire come vinto (agnus dei che si immola sull’altare del principato) perché alla fine è il principato che deve avere la meglio… questa dimensione profetica e messianica di Machiavelli, trae forza dalla sua vita morale, poiché non potrebbe esistere vita artistica (conferma Russo), senza delle radici alle spalle fortemente legate alla tradizione Machiavelli ha una produzione militante, con la spendibilità della produzione artistica in ambito politico.

Contrapposizioni di De Sanctis

DE SANCTIS: contrappone al provvidenzialismo cristiano di Dante e al casualismo di Boccaccio all’antropocentrismo di Machiavelli, di impronta umanista, che lascia da parte i primi due nel rapporto virtù/fortuna.

Giovanni Gentile e il Rinascimento

GIOVANNI GENTILE: è d’accordo che il Rinascimento sia l’apoteosi dell’estetismo e individualismo. Da una parte Machiavelli lodato per l’esaltazione dell’uomo e della potenza creativa , dall’altra questo va a scapito della dimensione civile, del sentire unanimemente l’idea di nazione come mito letterario (Machiavelli rimane in un’idea di politica gestita dagli aristoi), non è uno stratega a differenza di quanto ritennero Rousseau, Foscolo e Gramsci, che davano del principe un’interpretazione repubblicana, in cui l’autore avrebbe dato consigli al popolo.


Razionalismo di Giovanni Saitta

GIOVANNI SAITTA: ritiene che il credo di Machiavelli è il razionalismo attivistico dove prevalgono immanentismo laico e razionalismo innocentista; la forza operosa dell’intelligenza è in ultima istanza quella che decide del destino e l’idea di fortuna è sopravanzata e arginata dalla virtù.

Bipolarismo secondo Chabod

CHABOD vede in Machiavelli un bipolarismo che distingue il Principe dai discorsi sopra la prima deca di Tito Livio e riconosce l’abbandono dopo il principe la fede nella potenza della virtù, la intesse nella fortuna arbitra delle cose umane. Il principe è un testamento spirituale in cui prevale l’utopia sul realismo, poi l’autore torna al cinismo.


Eugenio Garin e l'antropocentrismo

EUGENIO GARIN vede in Machiavelli come in tutto lo spirito rinascimentale, la grande forza dell’uomo e dell’antropocentrismo problematico, dove la dialettica fra gli opposti non viene mai sanata, resta in fieri.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'interpretazione di Luigi Russo su Machiavelli?
  2. Luigi Russo vede l'idea di imitazione di Machiavelli come "anfibia", inserita nel naturalismo e anticipatrice dello storicismo di Vico e del metodo sperimentale di Galileo, legando esperienza e pedagogia.

  3. Come Cesare Segre interpreta il "Principe" di Machiavelli?
  4. Cesare Segre descrive il "Principe" come un'opera in cui il principato prevale, con una dimensione profetica e messianica, radicata nella vita morale di Machiavelli e con una produzione artistica politicamente militante.

  5. Qual è la visione di De Sanctis riguardo Machiavelli?
  6. De Sanctis contrappone l'antropocentrismo umanista di Machiavelli al provvidenzialismo cristiano di Dante e al casualismo di Boccaccio, focalizzandosi sul rapporto virtù/fortuna.

  7. Come Giovanni Gentile vede il Rinascimento e Machiavelli?
  8. Giovanni Gentile considera il Rinascimento come l'apoteosi dell'estetismo e individualismo, lodando Machiavelli per l'esaltazione dell'uomo, ma criticandolo per la mancanza di una dimensione civile e nazionale condivisa.

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