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Indice

  1. I diversi tipi di principato
  2. I principali sistemi politici
  3. Lo stile dilemmatico al servizio della scienza politica
  4. Il governo principesco e l’invito al signore di Firenze

I diversi tipi di principato

Nel primo capitolo dell’opera sono annunciati gli argomenti che in essa verranno sviluppati: è un modo scientifico di procedere, adeguato al genere del trattato. L’attenzione dell’autore converge subito sugli «Stati», in un’ottica politica arricchita da illustri esempi storici.


I principali sistemi politici

Il capitolo I presenta in maniera molto sintetica gli argomenti dell’opera: costituisce in questo senso un sommario di quest’ultima. L’autore classifica gli Stati in due grandi categorie (repubbliche e principati), per poi soffermarsi sulla seconda, quella del principato. Imposta quindi un rapido elenco delle varie tipologie di principato: i principati possono essere ereditari oppure nuovi, cioè frutto di una recente conquista. I nuovi possono essere, a loro volta, completamente nuovi, oppure «misti» – come Machiavelli li definirà nei capitoli successivi –, perché in essi nuove conquiste si aggiungono a un nucleo preesistente. I principati nuovi vanno poi distinti in base al precedente tipo di governo (principesco o repubblicano) e anche per il tipo di conquista, che può essere avvenuta con le armi (armi «proprie » o mercenarie) oppure grazie alla buona sorte («fortuna») o ancora per la virtù del principe. A ciascuna di queste categorie sarà poi dedicata un’analisi specifica nei successivi capitoli del trattato.

Lo stile dilemmatico al servizio della scienza politica

L’aspetto più interessante del testo è costituito dalle scelte espressive adottate da Machiavelli. L’autore descrive le caratteristiche degli Stati utilizzando la forma dilemmatica, basata cioè su due possibilità opposte («sono o republiche o principati», r. 3); il secondo elemento del dilemma genera due ulteriori alternative («sono o ereditari … o sono nuovi», rr. 3-5; e poco dopo: « o e’ sono nuovi tutti … o sono come membri aggiunti», r. 5-6). Non ci sono sfumature o incertezze, ma solo alternative rigide: un’affermazione esclude l’altra. In tal modo Il Principe si presenta come un trattato scientifico, in grado di fornire un esame obiettivo e sistematico della realtà politica, nettamente diverso dalle analisi dei precedenti autori (giudicate da Machiavelli astratte e fuorvianti).

Il governo principesco e l’invito al signore di Firenze

Fin da questo primo capitolo, Il Principe si sofferma su un unico tipo di Stato, il principato, che è lo Stato retto da un uomo solo. All’analisi dell’altro possibile governo, quello di tipo repubblicano, Machiavelli dedica i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio ; in questo trattato esamina invece il caso del governo signorile, che a suo giudizio è il più adatto al contesto storico dell’Italia del suo tempo. È anche quello che gli consente di rivolgersi direttamente a Lorenzo de’ Medici (figlio di Piero e nipote di Lorenzo il Magnifico), il signore di Firenze a cui l’opera è dedicata. Machiavelli spera infatti che Lorenzo, appena insediatosi al potere, lo richiami alla vita politica attiva, approfittando dell’esperienza maturata dall’autore al servizio della precedente repubblica.

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