Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il capitolo VII de "L'Arte della guerra" di Machiavelli si collega al capitolo XXIV de "Il Principe", analizzando la disfatta degli Stati italiani dovuta alla mancanza di milizie proprie.
  • Fabrizio Colonna, condottiero stimato, critica i principi italiani per non aver creato un ordinamento militare efficiente, evidenziando il loro disinteresse per la difesa dello Stato.
  • Colonna utilizza esempi storici, come Filippo di Macedonia, per dimostrare l'importanza di organizzare milizie proprie per il successo di un principe.
  • Viene criticata la superficialità dei nobili rinascimentali, più interessati a intrighi e divertimenti che alla sicurezza del loro Stato, portando a perdite e saccheggi.
  • Il discorso si chiude con l'amarezza di Colonna e Machiavelli riguardo la mancanza di opportunità per coniugare fortuna e virtù, lasciando un senso di rimpianto e malinconia.

Indice

  1. Analisi della situazione italiana
  2. Fabrizio Colonna e le critiche
  3. Esempi storici e insegnamenti
  4. Fortuna e virtù nel pensiero

Analisi della situazione italiana

Ne Il Principe, diverse volte Machiavelli illustra la situazione dell’Italia, presentando delle esemplificazioni tratte dalla storia contemporanea come Savonarola, Cesare Borgia, Francesco Sforza, Giulio II, ecc. Il cap. VII de L’Arte della guerra si ricollega al contenuto del cap. XXIV de Il Principe, dove lo scrittore dimostra che la sconfitta degli Stati italiani è stata causata dalla mancanza di milizie proprie. L’argomentazione, però acquista un respiro più ampio, poiché l’analisi della “ruina” italiana trova le basi anche nella vita rinascimentale condotta dai signori.

Fabrizio Colonna e le critiche

L’ultimo capitolo è costituito da un lungo intervento di Fabrizio Colonna. Fabrizio Colonna apparteneva all’omonima famiglia principesca romana ed era uno dei più celebri e valorosi condottieri del tempo. Aveva combattuto nelle guerre contro i Turchi, contro gli Aragonesi e contro i Francesi al tempo della calata di Carlo VIII in Italia. Godeva di molta stima perché era leale e patriottico e fra l’altro si era preoccupato di confortare i tredici cavalieri italiani coinvolti nella Disfida di Barletta. Nel suo lungo intervento, egli si fa portavoce del pensiero politico di Machiavelli. Egli accusa violentemente i principi italiani e distingue tra responsabilità dei principi e quella dei popoli. La responsabilità più grande è quella dei principi che non hanno provveduto all’organizzazione di milizie proprie e di non aver realizzato un ordinamento militare nuovo. Dopo aver lanciato queste accuse, fa una descrizione, velata di sarcasmo, del modo di vivere alle corti rinascimentali: invece di badare alla difesa dello Stato, i signori pensavano a scrivere una bella lettera o a preparare una risposta arguta, ad ornarsi di pietre preziose oppure a tessere un intrigo politico o passare semplicemente il tempo a divertirsi. Di conseguenza gli Stati subirono perdite ingenti e furono, inevitabilmente, oggetto di saccheggi.

Esempi storici e insegnamenti

Il successivo blocco argomentativo riporta delle esemplificazioni tratte dalla storia antica per poterne poi tratte degli insegnamenti adeguati. L’esempio storico più noto che mostra come l’organizzazione di milizie proprie sia l’unica soluzione affinché un principe abbia successo è quello di Filippo di Macedonia. Seguendo l’esempio del tebano Epaminonda, organizzò un esercito proprio che gli permise la conquista della Grecia che se ne stava in ozio, dando così la possibilità al figlio Alessandro di costruirsi un vastissimo impero. In Italia è esistito anche il caso di Venezia e di Ercole d’Este che hanno introdotto il sistema della coscrizione obbligatoria ai tempi della lega di Cambrai, ma non si trattò di iniziative efficienti, anche se rimasero negli ordinamenti.

Fortuna e virtù nel pensiero

Alla fine del suo lungo discorso, Fabrizio Colonna esprime amarezza quando ricorda che con lui la Fortuna non è stata mai magnanime, perché non ha avuto mai l’occasione di trarre un vantaggio concreto dalla sua approfondita conoscenza dell’arte della guerra, ossia nella sua carriera non è mai esistito un reciproco intervento fortuna/virtù, Questo è, in sostanza, anche il pensiero di Machiavelli. Senza la Fortuna, la virtù del Principe serve a poco e non dà frutti. Come Fabrizio, anche lo scrittore prova un certo rimpianto: ritenendosi vecchio [a quel tempo a 50 anni si era di un’età avanzata] egli ha perso ormai ogni speranza dato che la fortuna non gli offrirà più l’occasione per mettere a frutto le sue conoscenze della teoria politica; ed è con questa nota malinconica che si conclude il capitolo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la causa principale della sconfitta degli Stati italiani secondo Machiavelli?
  2. Machiavelli attribuisce la sconfitta degli Stati italiani alla mancanza di milizie proprie e a un ordinamento militare inadeguato, come discusso nel capitolo XXIV de Il Principe.

  3. Chi era Fabrizio Colonna e quale ruolo ha nel testo?
  4. Fabrizio Colonna era un celebre condottiero romano che, nel testo, critica i principi italiani per non aver organizzato milizie proprie e per il loro stile di vita rinascimentale, trascurando la difesa dello Stato.

  5. Quali esempi storici vengono utilizzati per illustrare l'importanza delle milizie proprie?
  6. Vengono citati Filippo di Macedonia, che organizzò un esercito proprio per conquistare la Grecia, e i tentativi di Venezia e Ercole d’Este di introdurre la coscrizione obbligatoria, sebbene non efficienti.

  7. Come viene trattato il concetto di Fortuna e virtù nel pensiero di Machiavelli?
  8. Machiavelli, attraverso Fabrizio Colonna, esprime che senza Fortuna, la virtù del Principe è inefficace. Entrambi provano rimpianto per non aver avuto l'opportunità di sfruttare le loro conoscenze a causa della mancanza di Fortuna.

  9. Qual è il tono finale del discorso di Fabrizio Colonna?
  10. Il discorso di Fabrizio Colonna si conclude con una nota malinconica, esprimendo amarezza per la mancanza di opportunità di applicare la sua conoscenza dell'arte della guerra, riflettendo il pensiero di Machiavelli sulla relazione tra Fortuna e virtù.

Domande e risposte

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