Concetti Chiave
- Machiavelli critica i precedenti trattati sul principe, sottolineando l'importanza di un approccio realistico basato sulla "verità effettuale".
- La "verità effettuale" è la realtà concreta e pratica della politica, non come si vorrebbe che fosse, ma come essa realmente è.
- La politica è vista come indipendente dalla morale e dalla religione, concentrandosi esclusivamente sul potere e la sua gestione.
- Machiavelli giustifica il suo approccio divergente, mirato a fornire consigli utili basati sulla realtà piuttosto che sull'immaginazione.
- Il principe deve essere virtuoso, ma pronto a rinunciare a tali virtù per mantenere il potere, riflettendo una visione pessimistica della natura umana.
Indice
Premessa e Realismo Machiavelliano
Il XV capitolo de Il principe si apre con una premessa in cui sono svolti tre argomenti: la polemica contro i precedenti trattati che aveva affrontato il tema delle qualità del principe; l’affermazione del realismo con cui Machiavelli conduce le sue osservazioni basate sull’analisi della “verità effettuale”; l’amara riflessione sulla distanza che separa la realtà dall’immaginazione, il “come si vive” dal “come si dovrebbe vivere”, da cui nasce l’esigenza del principe di non essere interamente buono.
La “verità effettuale” è la realtà concreta delle cose, oggetto della politica che, per essere davvero utile, deve guardare a come esse sono e non a come si vorrebbe che fossero.
Indipendenza della Politica dalla Morale
Machiavelli teorizza l’assoluta indipendenza della politica dalla morale dalla religione. La politica, secondo l’autore de Il principe, consiste nella conquista, nel mantenimento e nella gestione del potere; tutto il resto appartiene ad altri campi (quello etico, quello spirituale, ecc.). La particolarità del capolavoro machiavellesco sta proprio nella separazione della politica, in quanto ambito specifico dell’attività umana, dalla morale, dalla fede e dalla vita privata.
Machiavelli, nelle prima righe del XV capitolo, giustifica il fatto che i suoi precetti si discostano da tutta la tradizione precedente, affermando che è stata sua intenzione “scrivere” cosa utile a chi la intenda” e che pertanto gli è parso giusto “andare drieto alla verità effettuale della cosa, che alla immaginazione della stessa”.
Virtù e Necessità del Principe
Il principe deve sempre essere buono, virtuoso, onesto, ma, per conservare il potere, deve anche saper rinunciare, quando è necessario, a queste virtù. Considerando la malvagità presente nell’uomo, il principe deve comportarsi senza badare ai mezzi che usa per governare. I buoni prìncipi, pur non eccedendo in menzogne e crudeltà, a volte sono costretti a compiere azioni contrarie alla morale. Emerge qui tutto il pessimismo antropologico del Machiavelli: per lui la natura umana è essenzialmente malvagia, anche se negli uomini esistono pure sentimenti di amore, altruismo e solidarietà.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto di "verità effettuale" secondo Machiavelli?
- Come Machiavelli vede il rapporto tra politica e morale?
- Quali sono le virtù e le necessità del principe secondo Machiavelli?
La "verità effettuale" è la realtà concreta delle cose, che la politica deve considerare per essere utile, guardando a come esse sono realmente e non a come si vorrebbe che fossero.
Machiavelli teorizza l'assoluta indipendenza della politica dalla morale e dalla religione, affermando che la politica riguarda la conquista e la gestione del potere, separata da ambiti etici e spirituali.
Il principe deve essere virtuoso e onesto, ma deve anche saper rinunciare a queste virtù quando necessario per mantenere il potere, considerando la natura umana essenzialmente malvagia.