Concetti Chiave
- Machiavelli enfatizza l'autonomia della politica dalla morale, focalizzandosi sulla realtà effettiva piuttosto che su ideali immaginari.
- Il capitolo XVIII del Principe è noto per la sua innovazione e ha suscitato critiche per le posizioni radicali sull'efficacia politica.
- I comportamenti politici, secondo Machiavelli, devono essere valutati per la loro efficacia nel contesto, non per principi morali astratti.
- L'uso dell'inganno può essere considerato una virtù se aiuta il principe a raggiungere i suoi obiettivi e mantenere il potere.
- Machiavelli vede la simulazione come un'arte essenziale per il governo, legittimandola come una capacità razionale e virtuosa.
L'autonomia della politica
Nel capitolo XVIII, uno dei più importanti del Principe, Machiavelli esprime al massimo grado l’idea dell’autonomia della politica dalla morale e dalla religione. Si ricorderà che egli aveva dichiarato il suo intento di «andare drieto alla verità effettuale della cosa» e non «alla immaginazione di essa» (cap. XV), insistendo sulla necessità di guardare alla realtà politica per quello che è, con uno sguardo razionale.
Qui egli trae le estreme conseguenze di questa impostazione, proponendo una serie di comportamenti tesi esclusivamente all’efficacia politica.Fedeltà e inganno nel potere
La radicalità delle posizioni espresse da Machiavelli in questo capitolo concorre a spiegare perché proprio questa, tra le tante pagine della sua opera, sia stata esaltata per la sua carica innovativa, ma anche sottoposta a critiche sferzanti. La fedeltà e l’inganno, le leggi e la forza: qui si chiarisce nel modo più luminoso l’idea secondo la quale i comportamenti politici non devono essere giudicati in astratto, sulla base di un principio universale e mo-rale, ma analizzati e compresi nella loro efficacia nel contesto dato. Pertanto, se «il mantenere la fede e vivere con integrità e non con astuzia» (rr. 2-3) sarà, secondo un giudizio di natura morale, cosa laudabile in un principe, l’aver «saputo con l’astuzia aggirare e’ cervelli» (rr. 6-7), ovvero usare l’inganno, può a sua volta essere considerata una virtù altrettanto laudabile, se avrà consentito al principe di raggiungere l’obiettivo perseguito, ovvero di «vincere e mantenere lo stato» (rr. 63-64). A posteriori, una volta risultati vincenti, i mezzi utilizzati dal principe per ottenere lo scopo saranno sempre «iudicati onorevoli e da ciascuno saranno laudati» (rr. 64-65).
L'arte del simulare
In quest’ottica, Machiavelli conferisce particolare rilievo alla legittimazione dell’arte del simulare, intesa come uno dei requisiti che il principe deve possedere per poter ben governare (rr. 40-42).
La simulazione, però, non va qui degradata a semplice furbizia ma considerata il frutto di una capacità razionale (la virtù, secondo il lessico machiavelliano) che s’innalza fino a controllare ogni circostanza ai fini della riuscita e del consenso.
Domande da interrogazione
- Qual è l'idea centrale espressa da Machiavelli riguardo l'autonomia della politica?
- Come vengono valutati i comportamenti politici secondo Machiavelli?
- Qual è il ruolo della simulazione nella politica secondo Machiavelli?
Machiavelli sostiene che la politica deve essere autonoma dalla morale e dalla religione, focalizzandosi sull'efficacia politica piuttosto che su principi morali astratti.
I comportamenti politici devono essere giudicati in base alla loro efficacia nel contesto specifico, non secondo principi morali universali; l'inganno può essere considerato una virtù se porta al successo politico.
La simulazione è vista come una capacità razionale essenziale per il principe, necessaria per governare efficacemente e ottenere consenso.