Concetti Chiave
- La visione del mondo di Pirandello è segnata da pessimismo e disagio, riflettendo l'influenza del relativismo e la crisi dell'individualità nella società moderna.
- Pirandello esplora il contrasto tra "vita" e "forma", dove l'uomo si trova intrappolato in maschere sociali che soffocano il suo vero essere.
- La società è vista come uno spettacolo di marionette, con l'identità personale frammentata e la verità oggettiva inesistente, portando alla "morte dell'io".
- Nelle opere di Pirandello, l'individuo è bloccato tra il suo istinto vitale e le convenzioni sociali, vivendo un dramma che può portare alla pazzia o al distacco dalla realtà.
- L'immaginazione e la follia sono mezzi per sfuggire alle maschere sociali, permettendo ai personaggi di Pirandello di diventare "maschere nude" consapevoli dell'illusorietà della realtà.
1.La presa di coscienza della crisi
Indice
Il Pessimismo di Pirandello
La visione del mondo che si ottiene leggendo le opere di Pirandello è caratterizzata da un forte pessimismo cioè da una visione negativa della realtà .
Da dove deriva tale pessimismo?
Relativismo e Disagio Moderno
Nei primi anni del XIX secolo si diffonde un senso di disorientamento ed un disagio derivato dall’affermarsi della società moderna industriale in cui l’uomo perde la sua individualità e viene considerato come un numero, costretto ad un lavoro ripetitivo, in una società in cui è impossibile comunicare.
La morale dominante è quella ipocrita della borghesia. Inoltre, con due importanti autori tedeschi, Nietzsche e Schopenhauer, si fa strada un pensiero filosofico nuovo: il relativismo. Per questa teoria filosofica, la realtà non è uguale per tutti perché di essa esistono soltanto tante visioni, una diversa dall’altra, quanti sono gli individui. Pertanto la conoscenza è relativa e non esiste la verità assoluta.
In sintesi, le caratteristiche dell’epoca in cui è vissuto Pirandello sono: disorientamento, disagio, incomunicabilità, relativismo, pessimismo
Critica alla Morale Borghese
Nelle sue opere, Pirandello esprime il disagio dei tempi moderni in modo strano, bizzarro e grottesco e nello stesso tempo fa una critica molto severa della morale borghese.
2.Il contrasto fra “vita “ e “forma”
Vita e Forma in Pirandello
La sua concezione della vita e del mondo viene espressa nel saggio L’umorismo (1908).
La realtà (= la vita) è qualcosa che scorre in modo continuo e senza che possa essere arrestata, essa si trasforma in continuazione ed è dominata dal caso. L’uomo, invece, è alla ricerca di stabilità e di coerenza.
La Trappola delle Maschere
Allora, per raggiungere la stabilità, l’uomo si attribuisce una aspetto esteriore artificiale (= la forma) che non corrisponde al suo vero essere. Inoltre all’interno dell’uomo esistono diverse personalità e non una sola (relativismo) che spesso sono anche in contrasto fra di loro. Nei rapporti con gli altri (= la società), è come se l’uomo si trovasse preso da una trappola perché è obbligato ad essere sempre diverso da quello che è in realtà e a ricoprire ruoli sempre differenti (il buon padre di famiglia, il lavoratore onesto, il marito fedele), tutte forme che derivano da convenzioni sociali. Pertanto, all’interno di tale trappola, l’uomo è costretto continuamente a ridursi ad una maschera, o meglio a tutto un insieme di maschere, senza valore, né significato
3.La critica della società e la scomparsa dell’ “io”
La Pupazzata della Società
Per Pirandello, la società non è altro che uno spettacolo di pupi siciliani (= marionette) che egli definisce pupazzata. Ognuno di noi è costretto ad interpretare più ruoli perché l’identità dell’individuo si spezza in tanti frammenti: per questo l’uomo si crede uno (cioè un individuo unico), in realtà egli si frammenta in tanti individui a seconda di coloro che lo osservano (= centomila) ed in realtà egli si ritrova a non essere nessuno.
Verità Soggettive e Illusioni
Inoltre se la vita di tutti i giorni è una “pupazzata”, in cui il singolo individuo è privo di consistenza (uno, nessuno, centomila), questa significa che la realtà non può essere conosciuta perché ciò che ci appare viene interpretato in tanti modi, a seconda di ogni singolo individuo che l’osserva. Pertanto la verità uguale per tutti (= la verità oggettiva) non esiste perché esistono tante verità soggettive (= diversa per ognuno) ma, comunque, tutte imperfette.
La conseguenza di queste affermazioni è preoccupante.
Dietro la “maschera” che ognuno di noi indossa c’è il nulla; la personalità di ognuno di noi non esiste; è solo una forma, conseguenza di un inganno e di un’illusione. In pratica, le apparenze e le convenzioni sociali annullano l’individuo con le sue caratteristiche personali (= morte dell’io)
4.Senza via di uscita
Il Dramma dell'Uomo Moderno
Tutte le opere di Pirandello ruotano intorno all’opposizione fra forma e vita; in esse, l’individuo si trova in una situazione drammatica.
Dal contrasto fra “forma” e “vita” sorge il dramma dell’uomo: l’uomo è costretto a bloccare il suo interno istinto vitale e ad assumere una maschera imposta dalle convenzioni sociali. La conseguenze di questo dramma è duplice:
a) coloro che sono incapaci di vivere nei limiti della maschera si lasciano letteralmente travolgere dal “flusso continuo della vita” e arrivano alla pazzia
b) coloro che si accorgono che è impossibile essere se stessi in modo autentico, a causa dell’inganno esercitato dalle apparenze di tutti i giorni, si sentono estranei di fronte alla realtà che li circonda e questo provoca una situazione di sofferenza.
5.Come si esce da tale situazione?
Follia e Immaginazione come Via d'Uscita
L’unico modo per uscire da una situazione simile è il ricorso all’immaginazione, alla follia, sia reale che finta. In questo modo l’individuo può tranquillamente porsi al di fuori delle regole sociali, togliersi la “maschera” e poter così assecondare i propri desideri.
Ecco allora che i personaggi di Pirandello quando hanno capito la contraddizione dell’esistenza umana si trasformano in “maschere nude”. Questo significa che
• essi sono consapevoli del carattere illusorio di ogni certezza che caratterizza la realtà
• essi diventano allora in grado di osservare la realtà con una certa ironia e anche amarezza come se fossero degli estranei
Conclusioni sull'Esistenza Umana
In conclusione, per Pirandello
• la vita é priva di senso;
• scrivere e studiare è, per analogia, insensato ma serve come compensazione della frustrazione derivante dalla scoperta che la vita non ha senso;
• gli ideali che aiutano a vivere sono degli autoinganni o delle illusioni ;
• tuttavia, gli ideali pur essendo degli autoinganni, sono necessari per sopravvivere.
L.Pirandello - La visione del mondo
1.La presa di coscienza della crisi
La visione del mondo che si ottiene leggendo le opere di Pirandello è caratterizzata da un forte pessimismo cioè da una visione negativa della realtà .
Da dove deriva tale pessimismo?
Nei primi anni del XIX secolo si diffonde un senso di disorientamento ed un disagio derivato dall’affermarsi della società moderna industriale in cui l’uomo perde la sua individualità e viene considerato come un numero, costretto ad un lavoro ripetitivo, in una società in cui è impossibile comunicare. La morale dominante è quella ipocrita della borghesia. Inoltre, con due importanti autori tedeschi, Nietzsche e Schopenhauer, si fa strada un pensiero filosofico nuovo: il relativismo. Per questa teoria filosofica, la realtà non è uguale per tutti perché di essa esistono soltanto tante visioni, una diversa dall’altra, quanti sono gli individui. Pertanto la conoscenza è relativa e non esiste la verità assoluta.
In sintesi, le caratteristiche dell’epoca in cui è vissuto Pirandello sono: disorientamento, disagio, incomunicabilità, relativismo, pessimismo
Nelle sue opere, Pirandello esprime il disagio dei tempi moderni in modo strano, bizzarro e grottesco e nello stesso tempo fa una critica molto severa della morale borghese.
2.Il contrasto fra “vita “ e “forma”
La sua concezione della vita e del mondo viene espressa nel saggio L’umorismo (1908).
La realtà (= la vita) è qualcosa che scorre in modo continuo e senza che possa essere arrestata, essa si trasforma in continuazione ed è dominata dal caso. L’uomo, invece, è alla ricerca di stabilità e di coerenza.
Allora, per raggiungere la stabilità, l’uomo si attribuisce una aspetto esteriore artificiale (= la forma) che non corrisponde al suo vero essere. Inoltre all’interno dell’uomo esistono diverse personalità e non una sola (relativismo) che spesso sono anche in contrasto fra di loro. Nei rapporti con gli altri (= la società), è come se l’uomo si trovasse preso da una trappola perché è obbligato ad essere sempre diverso da quello che è in realtà e a ricoprire ruoli sempre differenti (il buon padre di famiglia, il lavoratore onesto, il marito fedele), tutte forme che derivano da convenzioni sociali. Pertanto, all’interno di tale trappola, l’uomo è costretto continuamente a ridursi ad una maschera, o meglio a tutto un insieme di maschere, senza valore, né significato
3.La critica della società e la scomparsa dell’ “io”
Per Pirandello, la società non è altro che uno spettacolo di pupi siciliani (= marionette) che egli definisce pupazzata. Ognuno di noi è costretto ad interpretare più ruoli perché l’identità dell’individuo si spezza in tanti frammenti: per questo l’uomo si crede uno (cioè un individuo unico), in realtà egli si frammenta in tanti individui a seconda di coloro che lo osservano (= centomila) ed in realtà egli si ritrova a non essere nessuno.
Inoltre se la vita di tutti i giorni è una “pupazzata”, in cui il singolo individuo è privo di consistenza (uno, nessuno, centomila), questa significa che la realtà non può essere conosciuta perché ciò che ci appare viene interpretato in tanti modi, a seconda di ogni singolo individuo che l’osserva. Pertanto la verità uguale per tutti (= la verità oggettiva) non esiste perché esistono tante verità soggettive (= diversa per ognuno) ma, comunque, tutte imperfette.
La conseguenza di queste affermazioni è preoccupante.
Dietro la “maschera” che ognuno di noi indossa c’è il nulla; la personalità di ognuno di noi non esiste; è solo una forma, conseguenza di un inganno e di un’illusione. In pratica, le apparenze e le convenzioni sociali annullano l’individuo con le sue caratteristiche personali (= morte dell’io)
4.Senza via di uscita
Tutte le opere di Pirandello ruotano intorno all’opposizione fra forma e vita; in esse, l’individuo si trova in una situazione drammatica.
Dal contrasto fra “forma” e “vita” sorge il dramma dell’uomo: l’uomo è costretto a bloccare il suo interno istinto vitale e ad assumere una maschera imposta dalle convenzioni sociali. La conseguenze di questo dramma è duplice:
a) coloro che sono incapaci di vivere nei limiti della maschera si lasciano letteralmente travolgere dal “flusso continuo della vita” e arrivano alla pazzia
b) coloro che si accorgono che è impossibile essere se stessi in modo autentico, a causa dell’inganno esercitato dalle apparenze di tutti i giorni, si sentono estranei di fronte alla realtà che li circonda e questo provoca una situazione di sofferenza.
5.Come si esce da tale situazione?
L’unico modo per uscire da una situazione simile è il ricorso all’immaginazione, alla follia, sia reale che finta. In questo modo l’individuo può tranquillamente porsi al di fuori delle regole sociali, togliersi la “maschera” e poter così assecondare i propri desideri.
Ecco allora che i personaggi di Pirandello quando hanno capito la contraddizione dell’esistenza umana si trasformano in “maschere nude”. Questo significa che
• essi sono consapevoli del carattere illusorio di ogni certezza che caratterizza la realtà
• essi diventano allora in grado di osservare la realtà con una certa ironia e anche amarezza come se fossero degli estranei
In conclusione, per Pirandello
• la vita é priva di senso;
• scrivere e studiare è, per analogia, insensato ma serve come compensazione della frustrazione derivante dalla scoperta che la vita non ha senso;
• gli ideali che aiutano a vivere sono degli autoinganni o delle illusioni ;
• tuttavia, gli ideali pur essendo degli autoinganni, sono necessari per sopravvivere.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione del mondo di Pirandello nelle sue opere?
- Come Pirandello critica la morale borghese?
- Cosa rappresenta il contrasto tra "vita" e "forma" nelle opere di Pirandello?
- Qual è la conseguenza della "pupazzata" della società secondo Pirandello?
- Qual è la via d'uscita dal dramma dell'uomo moderno secondo Pirandello?
La visione del mondo di Pirandello è caratterizzata da un forte pessimismo, una visione negativa della realtà influenzata dal disorientamento e dal disagio della società moderna.
Pirandello critica la morale borghese attraverso rappresentazioni strane, bizzarre e grottesche, evidenziando l'ipocrisia e il disagio dei tempi moderni.
Il contrasto tra "vita" e "forma" rappresenta la continua trasformazione della realtà e la ricerca umana di stabilità, che porta l'individuo a indossare maschere sociali che non riflettono il suo vero essere.
La "pupazzata" della società porta alla frammentazione dell'identità individuale, rendendo impossibile conoscere una verità oggettiva e annullando l'individualità personale.
La via d'uscita è l'immaginazione e la follia, che permettono all'individuo di liberarsi dalle convenzioni sociali e di assecondare i propri desideri, diventando consapevole del carattere illusorio della realtà.