Concetti Chiave
- During the fascist regime, cultural control was strict, suppressing dissent and seeking intellectual support for propaganda.
- Mussolini leveraged mass media like cinema and radio for propaganda, targeting the many illiterates with visual and auditory messages.
- The regime promoted nationalism and censored foreign influences, notably opposing American and Russian cultural elements.
- Intellectual opposition persisted, exemplified by Antonio Gramsci's journalistic efforts and the antifascist manifesto led by Benedetto Croce.
- Literature of the period often depicted the struggle against fascism, as seen in works like Ignazio Silone's "Fontamara" and "Gente in Aspromonte."
Indice
Controllo culturale durante il fascismo
Durante il fascismo ci fu un rigoroso e un rigido controllo della cultura. Veniva stroncata ogni forma di dissenso. Si cercò di ricostruire invece una base di consenso coinvolgendo gli intellettuali in modo diretto. Quindi da una parte si dovevano mettere a tacere le opposizioni che contrastavano il fascismo e dall'altra si doveva creare un'organizzazione tale da diffondere il consenso. Come esempio di intellettuale che cerco di opporsi possiamo ricordare Antonio Gramsci. Come provvedimenti per impedire l'autonomia dell'espressione del pensiero e dell’attività intellettuale possiamo ricordare la legge promulgata da Mussolini con cui si sopprimeva la libertà di stampa. In questo modo l'informazione diventava rigorosamente controllata. E inoltre in questo modo si voleva controllare anche la pubblica opinione.
Propaganda e mass media
A tal proposito Mussolini ebbe un'intuizione geniale (quasi sotto forma di previsione dei nostri tempi), infatti comprese bene il ruolo che potevano svolgere i mass media. In particolare, il cinema e la radio in quei tempi furono necessari per favorire la propaganda del regime. Perché cinema e radio ancora di più delle riviste?
Perché a quei tempi molti erano analfabeti e non sapevano leggere, essendo invece una trasmissione corale quella fatta con la radio e visiva quella fatta col cinema, dunque furono due strumenti importantissimi per i comunicati, per i discorsi che faceva il Duce, per tutta una propaganda a sostegno del regime fascista.
Poi ci furono manifestazioni celebrative che includevano bambini e giovani e anche la scuola aveva dei programmi che esaltavano il fascismo e non favorivano affatto una visione critica come quella che si vuole favorire oggi, ma prospettavano una visione acritica e unilaterale della realtà.
(A questo proposito della scuola dobbiamo ricordare del 1923, ad opera del Ministro della Pubblica Istruzione che a quei tempi era il filosofo Giovanni Gentile, la riforma che dopo le scuole elementari faceva scegliere tra la scuola media e l'avviamento professionale. Poi negli anni 60 ci fu la scuola media unificata. Ma a partire da questa riforma fino agli anni 60 dopo la scuola media si doveva decidere se si aveva intenzione di intraprendere una carriera professionale oppure fermarsi. Per quanto riguarda la scuola possiamo ricordare che gli insegnanti erano tenuti al giuramento di fedeltà al fascismo).
Censura e nazionalismo
Ci fu anche una vera e propria censura nella forma preventiva, possiamo pensare ad esempio ad Americana, la celebre antologia di scrittori statunitensi preparata da Elio Vittorini.
Furono eliminate proprio le pagine che aveva scritto lui e c'era questo controllo preventivo di censura.
In che direzione operava il regime fascista?
Difendeva l'italianità con un vero e proprio culto nazionalistico e le diffidenze andavano come dimostra il caso di Americana proprio nei confronti degli Stati Uniti in particolare e della Russia, perché erano avversati dal fascismo i sistemi politici e socio-economici che erano rappresentati dalla Russia, cioè il comunismo e dagli Stati Uniti, cioè il capitalismo.
Inoltre, alcune espressioni della cultura di massa che provenivano proprio dagli Stati Uniti come il romanzo giallo furono boicottate dal regime fascista.
Un altro ambito in cui intervenne il regime fascista fu la lotta contro le parole straniere, come se l'Italia dovesse essere isolata o chiusa in una forma di autarchia e si privilegiavano le sostituzioni con i termini italiani e originali escludendo e condannando le parole straniere.
Opposizione intellettuale e manifesti
In questo clima alcuni intellettuali nonostante tutto furono impegnati nell'opposizione a regime e a favore della classe operaia e qui ricordiamo Gramsci con la sua intensa attività giornalistica.
Riviste: “grido del popolo socialista” e “ordine nuovo comunista”
Gramsci si occupò con queste riviste degli interessi e delle esigenze delle classi subalterne e avversò la cultura aristocratica e borghese e sostenne delle forme letterarie più popolari. Nel 1925 si ebbe Il Manifesto degli intellettuali fascisti scritto da Giovanni Gentile.
La risposta a questo manifesto degli intellettuali che si schierarono a sostegno del regime fu il Manifesto degli intellettuali antifascisti che faceva capo a Benedetto Croce. Croce fu rispettato per la sua statura di intellettuale, ma il fatto era che non interferisse direttamente su questioni di carattere politico.
Letteratura e regime fascista
A proposito del rapporto tra la letteratura e il regime fascista, Filippo Tommaso Marinetti invece aderì al fascismo e ci fu proprio l'iscrizione all'accademia di Italia nel 1929 (proprio da Marinetti che aveva teorizzato la distruzione delle biblioteche, dei musei e delle accademie per la totale rottura con il passato ci fu questa adesione).
L’adesione di Pirandello al regime fascista fu insolita perché si ebbe dopo l’assassinio di Matteotti, quindi in un momento in cui il fascismo era indebolito di fronte all’opinione pubblica e comunque Pirandello fu sempre lontano dal compromesso, fu inutile la propaganda del regime.
Esilio e narrativa antifascista
Ricordiamo inoltre l’esilio di alcuni autori come Ignazio Silone, il cui romanzo più noto e significativo fu Fontamara. La vicenda di questo romanzo è ambientata in Abruzzo durante i primi anni del Fascismo.
La vicenda rappresenta l’eterna lotta tra i contadini poveri (i disperati “cafoni”) e il potere dei “galantuomini”, detenuto adesso dai fascisti, nuovi padroni e oppressori dai quali difendersi. Si parla dei soprusi e degli inganni con cui l’impresario, cioè un affarista subentrato al vecchio proprietario terriero, devia le acque di un ruscello necessarie all’irrigazione dei campi dei contadini. Berardo Viola, uno dei “cafoni” tenta di ribellarsi ma cade vittima del fascismo. (Esempio chiaro di oppressione esercitata del regime fascista e allo stesso tempo la formazione di una coscienza di fontamaresi che tentano la rivolta, ma sono messi a tacere).
Un altro esempio di riferimenti al regime da parte di narratori si può trovare in “Gente in Aspromonte”.
Il pastore Argirò ha perso sui monti i buoi del padrone, e per questo viene punito molto severamente dal padrone che gli toglie addirittura il lavoro. Il pastore riesce comunque a vivere con un piccolo commercio, che gli consente anche di mantenere il figlio più giovane agli studi in seminario. La speranza di avere un figlio sacerdote lo ripaga dalle fatiche e dalle ingiustizie sopportate; ma, quasi per punirlo della sua fortuna, gli eredi dei suoi ex padroni gli uccidono la mula. È a questo punto che il figlio maggiore, Antonello, incendia e saccheggia i loro possedimenti, diventando brigante.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo del controllo culturale durante il fascismo?
- Quali strumenti di propaganda furono utilizzati dal regime fascista?
- Come si manifestava la censura durante il fascismo?
- Chi furono alcuni degli intellettuali che si opposero al regime fascista?
- Quali temi affrontavano le opere narrative antifasciste?
L'obiettivo era sopprimere il dissenso e costruire un consenso coinvolgendo gli intellettuali, limitando la libertà di stampa e controllando l'opinione pubblica.
Il regime utilizzò mass media come cinema e radio, poiché erano accessibili anche agli analfabeti, per diffondere la propaganda fascista.
La censura era preventiva, come nel caso dell'antologia "Americana" di Elio Vittorini, e mirava a difendere l'italianità e contrastare influenze straniere.
Antonio Gramsci e Benedetto Croce furono tra gli intellettuali che si opposero al regime, con Gramsci impegnato in attività giornalistiche a favore delle classi subalterne.
Le opere come "Fontamara" di Ignazio Silone trattavano temi di oppressione e ingiustizia sociale, rappresentando la lotta dei contadini contro il potere fascista.