Concetti Chiave
- Il romanzo "Uno, nessuno, centomila" di Luigi Pirandello esplora la crisi d'identità attraverso il protagonista Vitangelo Moscarda, che scopre la differenza tra la propria immagine e quella vista dagli altri.
- Moscarda, inizialmente sicuro di sé, si considera diverso dalla gente comune perché evita di seguire percorsi prestabiliti, preferendo una vita senza "briglie e paraocchi".
- La scoperta della molteplicità della sua identità sconvolge Moscarda, portandolo a riflettere profondamente sul fatto di essere "uno, nessuno, centomila".
- Il romanzo è un esempio di narrativa novecentesca, caratterizzata da una visione del mondo più negativa e drammatica rispetto all'ottimismo positivista dell'Ottocento.
- La tecnica dell'epifania è centrale nel romanzo, poiché un episodio banale, come la scoperta dei difetti fisici, rivela verità esistenziali al protagonista.
1.
Indice
Inizio del romanzo e riflessioni
Il passo rappresenta l’incipit del romanzo ‘’Uno, nessuno, centomila’’, scritto da Luigi Pirandello. Il protagonista Vitangelo Moscarda riporta nella prima parte del testo un dialogo con la propria moglie, la quale gli fa scoprire alcuni difetti fisici che da sempre gli appartengono ma che mai erano stati notati da lui.
Proprio da questo episodio banale nasce la riflessione del protagonista, che si concentra da quell’istante sull’analisi dei propri difetti fisici ed arriva ad una precisa conclusione: egli conosce soltanto l’immagine di sé attraverso i propri occhi, ma ignora quale sia l’immagine di ‘’Moscarda’’ costruita dagli altri. Il protagonista arriverà a scoprire una verità sorprendente: egli è uno, nessuno, centomila.2.
Ritratto di Moscarda e la sua unicità
Dal brano emerge il ritratto di Moscarda: un uomo comune, sicuro di sé, inizialmente. La sua personalità, come egli stesso riconosce, è differente da quella della gente comune: egli ha scelto di non portare a termine nessuna delle strade che intraprendeva nella sua vita, poiché i ‘’sassolini’’ che incontrava erano in realtà ‘’montagne insormontabili’’ che non potevano essere ignorate, durante il cammino. Al contrario, le persone comuni, comportandosi come ‘’cavallini’’ (riga 65’’) muniti di paraocchi, arrivavano al termine della via, senza problemi e, lì, sceglievano il loro ‘’carro’’, a cui poi rimanevano attaccati per tutta la vita. Proprio rispetto a questi ultimi, Moscarda si ritiene più capace di conoscere la vita, proprio perché libero da ‘’briglie e paraocchi’’, come riportato alla riga 65 del testo.
3.
Propensione alla riflessione di Moscarda
Il narratore/protagonista presenta la propria propensione alla riflessione nel passo che va dalla riga 39 alla riga 43. In esso, Moscarda afferma che da sempre ‘’ a ogni parola che [gli] fosse detta, o mosca che vedesse volare’’, cadeva in ‘’abissi di riflessioni e considerazioni’’, che teneva per sé, senza esternarle (‘’senza che di fuori ne paresse nulla’’).
4.
Scoperta della molteplice identità
Il ‘’male’’ citato alla riga 71 del brano, che sconvolge la vita di Moscarda, è proprio la scoperta della sua molteplice identità personale, che è mutevole: egli è appunto uno, nessuno, centomila. Tale riflessione condizionerà il resto della sua vita, fino a condurlo sull’orlo della pazzia.
5.
Significato del titolo del romanzo
Il titolo del romanzo ‘’Uno, nessuno, centomila’’ è chiarito nell’ultima parte del brano, in particolare dalla riga 83 alla riga 87, quando il protagonista afferma che esistono centomila Moscarda, uno per ogni persona con la quale egli entra in contatto, tutti rinchiusi in un unico corpo, che, se privato di ogni sentimento e volontà, diventa nessuno.
6.
Identità frammentaria e percezione
Alla riga 76, Monscarda identifica se stesso con un ‘’estraneo’’; questo ultimo rappresenta l’immagine che gli altri hanno del protagonista e che Monscarda non potrà mai conoscere, poiché guarderà la sua persona sempre attraverso i propri occhi. Dal brano emerge l’idea di un’identità individuale frammentaria, che in realtà non esiste in modo assoluto ed univoco; essa varia costantemente, in base ad opinioni soggettive e, proprio come affermava Pirandello, non è possibile rinchiudere l’identità in una ‘’prigione della forma’’.
7.
Ironia e scoperta del male
Nel brano, l’ironia caratterizza la graduale scoperta del ‘’male’’; l’aspetto ironico è presente, per esempio, nella descrizione dei suoi difetti fisici (righe 6,7,20,21,22,24,25), nello esporre la convinzione di essere comunque un bell’uomo (riga 29), nell’affermare che le mogli sono ‘’fatte apposta per scoprire i difetti del marito’’ (righe 35,36,37,38).
Il romanzo ‘’Uno, nessuno, centomila’’ è un esempio della narrativa novecentesca, nella quale si afferma il genere del romanzo dell’esistenza, di cui alcune caratteristiche possono essere rintracciate proprio in questo romanzo. Per esmpio, riguardo al protagonista, Monscarda è il tipico uomo del Novecento, che, anche a causa del contesto storico in cui agisce, vive una profonda crisi d’identità, che lo conduce alla malattia, ad uno stato di pazzia che gli consente, tuttavia, di guardare la vita da un punto di vista oggettivo e distaccato. La su visione del mondo non è più positiva, come quella dell’uomo ottocentesco, influenzato dal clima positivista, bensì è negativa, spesso drammatica o semplicemente realistica. Nel romanzo di Pirandello, il punto di vista è quello del protagonista Monscarda, che esprime sempre le proprie riflessioni, i propri tormenti, le paure, le difficoltà, i sentimenti; anche questa è una caratteristica del romanzo dell’esistenza, in cui si dà pieno spazio alle esperienze dei personaggi. Per quanto riguarda le tecniche narrative, per esempio nel romanzo dell’esistenza, è presente la tecnica dell’epifania, ovvero un episodio apparentemente banale, ma che ha una valenza particolare, in quanto svela al personaggio verità esistenziali; nel brano la scoperta dei difetti fisici (episodio banale) scatena una riflessione senza paragoni nel protagonista.
Domande da interrogazione
- Qual è l'evento scatenante che porta Moscarda a riflettere sulla sua identità?
- Come viene descritto il ritratto di Moscarda nel romanzo?
- In che modo Moscarda manifesta la sua propensione alla riflessione?
- Cosa rappresenta il "male" scoperto da Moscarda?
- Qual è il significato del titolo "Uno, nessuno, centomila"?
L'evento scatenante è un dialogo con la moglie, che gli fa notare alcuni difetti fisici mai osservati prima, portandolo a riflettere sulla sua immagine e identità.
Moscarda è descritto come un uomo comune ma unico, che si distingue per la sua incapacità di completare i percorsi intrapresi, a differenza delle persone comuni che seguono la vita con paraocchi.
Moscarda cade in abissi di riflessioni e considerazioni per ogni parola o evento, mantenendo queste riflessioni per sé senza esternarle.
Il "male" è la scoperta della sua molteplice identità, che lo porta a realizzare di essere uno, nessuno, centomila, condizionando la sua vita fino alla pazzia.
Il titolo riflette l'idea che esistono centomila versioni di Moscarda, una per ogni persona con cui interagisce, tutte racchiuse in un unico corpo che, senza sentimenti e volontà, diventa nessuno.