Agataventu
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Concetti Chiave

  • Rustico Filippo, poeta fiorentino, usa il dialetto e forme popolari per satireggiare i guelfi e personaggi politici poco chiari.
  • Il sonetto presenta una satira contro un personaggio sconosciuto, il cui tradimento è descritto in modo esagerato e ironico.
  • La moglie del protagonista si mostra disinvolta nel tradire, suggerendo al marito di restituire un indumento dimenticato dall'amante.
  • Il testo gioca con il doppio senso e l'iperbole per sottolineare l'intelligenza e gentilezza dell'amante rispetto al marito.
  • La satira si conclude con la moglie che minimizza il tradimento, suggerendo che Pilletto non ha fatto nulla di cui lamentarsi.

Indice

  1. Rustico Filippo e il contesto storico
  2. Satira e tradimento
  3. Il sonetto di Aldobrandino
  4. Il corpetto di Pilletto
  5. Vergogna e ironia
  6. Gentilezza o tradimento?
  7. Silenzio e ironia finale

Rustico Filippo e il contesto storico

Questo testo è di Rustico Filippo, un poeta vissuto a Firenze intorno al 1230-1300. Non sappiamo nulla di lui, se non che era un ghibellino di una famiglia borghese di Firenze. Il suo linguaggio ricorre spesso al dialetto e anche alle forme popolari.

Satira e tradimento

In alcune sue poesie troviamo delle invettive contro i guelfi oppure con la sua satira si scaglia contro personaggi politici che non sono chiaramente identificabili. Di solito descrive i suoi personaggi in forme decisamente esagerate. In questo caso è una satira contro un personaggio che non sappiamo bene chi sia. La moglie riesce a tradirlo con grande disinvoltura e addirittura lo manda dall’amante a riportargli un indumento che l’amante ha dimenticato a casa sua. Notiamo che si tratta di un sonetto, quindi anche lo schema metrico scelto è quello tipico della poesia stilnovistica.

Il sonetto di Aldobrandino

Oi dolce mio marito Aldobrandino,

rimanda ormai il farso(1) suo a Pilletto,

ch’egli è tanto cortese fante e fino(2)

che creder non déi ciò che te n’è detto(3).

Il corpetto di Pilletto

O mio dolce marito Aldobrandino, restituisci ormai il suo corpetto a Pilletto, poiché egli è un giovane tanto cortese e gentile,

che non devi credere a ciò che ti si dice di lui.

1. Farso: è un indumento che si indossava sopra la camicia, e di solito si toglieva solo quando ci si spogliava.

2. Fino: rimanda in maniera satirica all’amore fino, che raffina, della poesia provenzale. È la parodia dell’amore cortese. Là c’era l’amore che raffinava l’uomo: nessuno poteva pensare qualcosa di malvagio di fronte alla donna, qua è l’amante ad essere fine.

“cortese fante e fino” è un iperbato: si sottolinea la grande intelligenza e gentilezza dell’amante rispetto al marito, anche se alcuni critici alludono invece alle sue qualità amatorie.

3. “creder… detto”: qui è la moglie che parla e vuole indurre il marito a non credere ad un suo tradimento con Pilletto e addirittura a restituirgli il corpetto dimenticato.

Vergogna e ironia

E no star tra la gente a capo chino,

ché non se’ bozza(4), e fòtine disdetto;

ma sì come amorevole(6) vicino

co noi venne a dormir nel nostro letto(5).


E non andare in mezzo alla gente con il capo chino (per la vergogna),

perché tu non sei cornuto, e io te ne faccio smentita; ma Pilletto venne a dormire con noi nel nostro letto come un vicino affezionato

4. Bozza: non sei cornuto, non hai le bozze, i bernoccoli sulla testa

5. “Venne … letto”: l’espressione potrebbe essere intesa come venne a farci visita (probabilmente era un modo di dire popolare), ma contiene un evidente doppio senso

6. Amorevole: anche quest’aggettivo presenta un doppio senso).

Gentilezza o tradimento?

Rimanda il farso ormai, più no il tenere,

ch’e’ mai non ci verrà oltre tua voglia,

poi che n’ha conosciuto il tuo volere.

Restituisci ormai il corpetto, non tenerlo più, dato che egli non verrà più qui contro la tua voglia, ora che ha conosciuto la tua volontà.

La donna presenta il tradimento quasi come una gentilezza che Pilletto ha voluto fare ad Aldobrandino, e che egli non ha saputo apprezzare.

Silenzio e ironia finale

Nel nostro letto già mai non si spoglia.

Tu non dovéi gridare, anzi tacere:

ch’a me non fece cosa ond’io mi doglia.


Non si spoglierà più nel nostro letto.

Tu non dovevi gridare, anzi "dovevi" tacere, poiché Pilletto non mi ha fatto nulla di cui io possa lamentarmi.

Prima lo rimprovera per lo scandalo inutilmente sollevato, poi c’è un’ultima allusione ironica: Pilletto non le ha fatto nulla di cui si possa lamentare.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Rustico Filippo e qual era il suo contesto storico?
  2. Rustico Filippo era un poeta fiorentino vissuto tra il 1230 e il 1300, appartenente a una famiglia borghese e di parte ghibellina. Il suo linguaggio spesso utilizzava il dialetto e forme popolari.

  3. Qual è il tema principale del sonetto di Aldobrandino?
  4. Il sonetto di Aldobrandino è una satira che tratta il tema del tradimento, dove la moglie di Aldobrandino lo inganna con disinvoltura e ironia, coinvolgendolo nel restituire un indumento all'amante.

  5. Come viene utilizzata l'ironia nel sonetto?
  6. L'ironia è usata per descrivere il tradimento come un atto di gentilezza e per ridicolizzare il marito, suggerendo che non dovrebbe vergognarsi o sospettare nulla.

  7. Qual è il significato del termine "farso" nel contesto del sonetto?
  8. "Farso" si riferisce a un indumento che si indossava sopra la camicia, simbolo del tradimento, che la moglie chiede al marito di restituire all'amante.

  9. Qual è l'atteggiamento della moglie verso il marito nel sonetto?
  10. La moglie mostra un atteggiamento ironico e manipolativo, cercando di convincere il marito a non sospettare del tradimento e a restituire l'indumento all'amante senza sollevare scandali.

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