Concetti Chiave
- La canzone di Giacomino Pugliese è strutturata in stanze divise tra fronte e sirma, collegate da rime concatenate per creare un flusso continuo.
- Il testo utilizza termini aulici provenzali e francesismi, come "La fior" e "m’abella", per raggiungere uno stile elevato e poetico.
- Un elemento tecnico distintivo è l'uso dell'enjambement tra fronte e sirma, che aumenta la fluidità e la profondità del testo.
- Il poeta ricorre a rime ricche e rime al mezzo per dare complessità e ricchezza sonora alla canzone.
- I critici hanno opinioni contrastanti, alcuni vedono frammentarietà mentre altri apprezzano l'unità tematica e il contrasto tra presente e passato.
Indice
Testo originale
Morte, perchè m’ài fatta sì gran guerra,che m’ài tolta madonna, ond’io mi doglio?
La fior de le belleze mort’ài in terra,
per che lo mondo non amo, nè voglio.
Villana morte, che non à pietanza,
disparti amore e togli l’allegranza
e dài cordoglio.
La mia alegranza post’ài in gran tristanza,
chè m’ài tolto la gioia e l’alegranza,
c’avere soglio.
Solea aver sollazo e gioco e riso
più che null’altro cavalier che sia;
or n’è gita madonna in paradiso,
portòne la dolze speranza mia,
lasciòmi in pene e con sospiri e planti,
levòmi de [sollazo], gioco e canti
e compagnia;
or no la vegio, nè le sto davanti
e non mi mostra li dolze sembianti
che [far] solia.
Oi Deo, perchè m’ai posto in tale iranza?
ch’io son smaruto, non so ove mi sia,
chè m’ài levata la dolze speranza,
partit’ài la più dolze compagnia,
che sia i[n] nulla parte, ciò m’è aviso.
Madonna, [ chi lo tene ] lo tuo viso
in sua balia?
lo vostro insegnamento e dond’è miso?
e lo tuo franco cor chi mi l’à priso
[ma]don[n]a mia?
Ov’è madonna e lo suo insegnamento,
la sua belleza e la gran canoscianza,
lo dolze riso e lo bel portamento,
gli oc[c]hi e la boc[c]a e la bella sembianza,
suo adornamento e sua cortesia?
Madonna, per cui stava tut[t]avia
in alegranza,
or no la vegio nè notte nè dia,
non m’abella, sì come far solia
in sua sembianza.
Se fosse mio ’l reame d’Ungaria,
con Greza e Lamagna infino in Franza,
lo gran tesoro di Santa Sofia,
non por[r]ia ristorar sì gran perdanza
come fu in quella dia che si n’andao.
Madonna de sta vita trapassao,
con gran tristanza
sospiri e pene e pianti mi lasciao,
e già mai nulla gioia mi mandao
per confortanza.
Se fosse al meo voler, donna, di voi,
dicesse a Dio sovran, che tut[t]o face,
che giorno e notte istessimo ambonduoi.
Or sia il voler di Dio, da c’a Lui piace.
Membro e ricordo quand’era co mico,
sovente m’appellava «dolze amico»,
ed or no ’l face,
poi Dio la prese e menolla con sico.
La Sua vertute sia, bella, con tico
e la Sua pace.
Premessa
Per elaborare il commento alla canzone di Giacomino pugliese, occorre prima spiegare il significato di alcuni termini in uso nella retorica.Una canzone è divisa in stanze e ogni stanza è divisa in due parti: la fronte e il sirma collegate fra di loro da una concatenazione, chiamata anche chiave, costituita dalla rima dell’ultimo verso della fronte con il primo verso del sirma. Il termine “sirma” è derivato dal greco e, in origine, indicava lo strascico della veste indossata dall’attore durante la rappresentazione. Mentre è sempre possibile dividere la fronte in due piedi, il sirma, di solito è indivisibile.
Questo artificio tecnico, unito alla scelta lessicale che si orienta verso termini aulici, di provenienza provenzale sta a dimostrare lo stile alto della canzone di Giacomino Pugliese.
Termini aulici di derivazione provenzale o francesismi
• v. 3: “La fior….” Per indicare la bellezza della donna che sovrasta quella di tutte le altre. Il termine è al femminile, come in provenzale e come è rimasto nel francese moderno (= la fleur)• v. 21: “iranza” col significato di lutto, cordoglio, dolore per una persona morta.
• v. 28: “lo vostro insegnamento, e dond’è miso?” Il termine “insegnamento” ha l’accezione di comportamento, derivato dal provenzale “ensenhamen”
• v. 33: “parlamento” inteso come modo di parlare
• v. 39: “e non m’abella, sì com’ far solia”. E non mi diletta coil suo aspetto. Il termine “m’abella” è un francesismo derivato dal verbo abelir (cfr. francese moderno “embellir”)
Artifici tecnici
Eccettuata l’ultima stanza che costituisce una sorta di congedo, le altre cinque stanze sono collegate secondo la tecnica sopra spiegata. le prime quattro sono collregate a coppia, cioè la prima con la seconda (soglio/solea), la terza con la quarta (donna mia/madonna) Tra la quarta e la quinta manca il collegamento che però è compensato da due rime al mezzo (quando la parola finale di un verso fa rima con un termine che è posto nella parte centrale di un altro verso, che può essere successivo o non). Esempio:• verso 28, stanza III: “insegnamento” rima al mezzo
• verso 31, stanza IV “insegnamento”, rima finale
• verso 33, stanza IV “parlamento, rima finale
• verso 35, stanza IV “adornamento”, rima al mezzo. Inoltre al verso 45 “dìa”, rima al mezzo, corrisponde a “Ungaria” e “Sofia” dei versi precedenti.
• Per raggiungere uno stile aulico, il poeta ricorre frequentemente a rime ricche, cioè a rime che non solo coinvolgono la vocale tonica, ma anche fonemi precedenti: esempi:
• vv. 5/8: pietanza, tristanza
• vv. 21/23: iranza/speranza
• vv. 25/26: aviso/viso
• vv. 31/33: insegnamento/parlamento
• vv.32/34: conoscianza/sembianza
• vv. 45/49: andao/mandao
• vv. 47/50: tristanza/confortanza
5.L’enjambement
Da notare l’uso frequente dell’enjambement, soprattutto fra la fronte e il sirma che contribuisce a dare al periodo un’impressione di fluidità e di ampiezza.Esempi:
vv. 24/25: compagnia/che sia in nulla parte
vv. 34/35: bella sembianza/e lo adornamento
vv. 44/45: perdanza/come fu in quella dìa
Giudizio di valore della critica
I critici non sono sempre stati uniformi nel valutare la canzone. C’è chi ha sottolineato la frammentarietà e la staticità. Altri, hanno notato che il lessico è generico, l’insieme è monotono (presenza eccessiva di interrogativi). Alcuni hanno, invece tralasciato questi aspetti tecnici sottolineando, invece, il valore dell’unità tematica della canzona, cioè il contrasto fra la realtà presente e la memoria del passatoDomande da interrogazione
- Qual è il tema principale della canzone di Giacomino Pugliese?
- Quali sono alcuni termini aulici di derivazione provenzale utilizzati nella canzone?
- Come sono strutturate le stanze della canzone?
- Quali artifici tecnici utilizza il poeta per raggiungere uno stile aulico?
- Quali sono le opinioni critiche sulla canzone?
Il tema principale è il dolore e il lutto per la perdita di una donna amata, esprimendo un contrasto tra la realtà presente e la memoria del passato.
Alcuni termini includono "La fior" per indicare la bellezza, "iranza" per lutto, "insegnamento" per comportamento, e "m’abella" come francesismo.
Le stanze sono divise in fronte e sirma, collegate da una concatenazione di rime, con le prime quattro stanze collegate a coppie e l'ultima come congedo.
Il poeta utilizza rime ricche e l'enjambement per dare fluidità e ampiezza al periodo, oltre a rime al mezzo per collegare le stanze.
Le opinioni critiche variano; alcuni critici sottolineano la frammentarietà e monotonia, mentre altri apprezzano l'unità tematica e il contrasto tra presente e passato.