Concetti Chiave
- Il testo è una critica feroce a Papa Bonifacio VIII, accusato di vari peccati tra cui furto, nepotismo e violenza.
- Bonifacio VIII è paragonato a Lucifero per la sua ribellione e superbia, e descritto come un uomo che ha abusato del potere papale.
- Sono citati eventi specifici come il temporale durante la sua prima messa e le celebrazioni inappropriate durante il Giubileo del 1300 per evidenziare la sua cattiva condotta.
- Il testo sottolinea l'irresponsabilità di Bonifacio VIII, evidenziata dal suo disprezzo per i principi morali e spirituali.
- Secondo il testo, a causa dei suoi peccati, Bonifacio VIII non potrà ottenere la salvezza eterna.
Trasposizione in italiano moderno
O papa Bonifacio, ti sei divertito molto nel mondo:penso che non potrai morire lieto [sicuro della tua salvezza eterna]
Il mondo non ha l’abitudine di lasciare coloro che sono stati suoi schiavi
al momento della separazione [al momento della morte] se ne partano contenti:
non farà una legge nuova per esentarti,
per non darti doni che dà a chi si è messo al suo servizio.
Pensavo che ti fossi saziato
del malvagio gioco nel quale ti sei intrattenuto in terra;
ma da quando salito alla tua nuova condizione di papa,
non ti si adatta mantenerti dentro i confini dei tuoi abituali desideri.
Un vizio praticato a lungo si trasforma in una seconda natura:
ti sei preoccupato di procurarti ricchezze.
Alla tua brama insaziabile non bastato ciò che è lecito,
ti sei messo a rubare, rapinando come un assassino.
Sembra che abbia rimosso qualsiasi vergogna
Ti sei buttato anima e corpo a far arrivare in alto i tuoi familiari
L’uomo che costruisce un grande edificio sulla sabbia,
crolla subito, e non può succedere diversamente.
Come salamandra che ne fuoco continua a vivere,
così sembra per te lo scandalo sia un divertimento e un passatempo;
non ti importa nulla della beatitudine dell’anima:
quale luogo ti sarà più adatto, lo saprai alla tua morte.
Se qualche vescovo è in grado di pagare qualcosa
tu lo incalzi minacciandogli il degrado;
poi lo mandi al tuo tesoriere per accordarsi sulla somma da pagare
per poter essere ripristinato nel suo ruolo.
Quando nel territorio ti piace un castello,
subito ti adoperi per creare contrasti all’interno della famiglia [proprietaria del castello]
All’uno getti il braccio al collo, all’altro mostri il coltello;
se non acconsente lo minacci di ferirlo.
Con l’astuzia pensi di poter dominare il mondo:
ciò che vai tramando in un anno, lo vedi sfumare l’anno dopo.
Il mondo non come un cavallo che si lascia mettere i freni,
che tu lo possa cavalcare secondo la tua volontà.
In occasione della celebrazione della tua prima messa,
scoppiò un temporale in tutto il paese [= Orvieto]
in chiesa non rimase acceso nemmeno un lume:
tale fu la tempesta laddove stavi predicando.
Quando tu fosti incoronato pontefice,
fu evidente a tutti quello che accadde:
quaranta uomini furono uccisi mentre uscivano di casa:
Dio mostrò così quanto tu gli fossi gradito.
Tu ti ritenevi di essere il più adatto
a ricoprire la carica papale fra tutti gli esseri viventi:
chiamavi san Pietro perché dimostrasse
di conoscere qualcosa della tua sapienza [= di avere conoscenze superiori alle tue]
Collocasti il tuo potere di pontefice come fece Lucifero,
contro Dio, l’altissimo: questa fu la tua intenzione;
fosti catturato nella tua stessa dimora [riferimento allo schiaffo di Anagni]
e non si trovò nessuno che ti potesse proteggere
Sei come un nuovo Lucifero che siede sul trono papale,
lingua empia, che hai avvelenato il mondo,
a tal punto che non si trova più nessuna cosa buona, se non bruttura di peccati,
è vergogna a citare le cose di cui sei accusato.
Ti sei espresso contro la religione,
dicendo cose blasfeme senza alcun motivo
e Dio ti ha fatto precipitare in una situazione tanto difficile,
che tutti compongono canzoni satiriche su di te e maledicono il tuo nome.
O lingua assassina nell’insultare,
nel calunniare basandosi su infami menzogne,
né imperatore, né re, chiunque altro sia,
non se ne andato via da te senza ricevere una crudele offesa.
O pessima avarizia, perennemente in aumento,
bere tanti soldi, non essere mai sazia!
Non pensavi, o miserabile, a vantaggio di chi avevi ammassato tanto denaro?
perché il denaro che hai accumulato ti è stato rubato da chi tu non prevedevi!
[allusione al saccheggio del palazzo papale a seguito dell’oltraggio di Anagni]
Durante la settimana santa, mentre ogni uomo era in lutto,
inviasti il tuo seguito a Roma per partecipare al torneo
[allusione ai festeggiamenti in onore del nipote del papa, Loffredo Caetani]
andarono spezzando lance, danzarono e cantarono;
penso che con molto tormento Dio ti deve punire.
All’interno di San Pietro e nel Sacta Sanctorum [= la parte della chiesa in cui si trova il tabernacolo del Santissimo]
Mandasti il tuo seguito a danzare e a intonare cori:
tutti i pellegrini ne furono scandalizzati,
maledicendo il tuo oro, te e i tuoi cavalieri [allusione al 1300, anno in cui ebbe luogo il Giubileo]
Pensavi di prolungarti la vita con pratiche magiche
ma non si può sperare di prolungare la vita né di un anno, né di un’ora.;
vediamo la vita essere stroncata mentre siamo nel peccato
[vediamo] la morte avvicinarsi, mente l’uomo pensa di gioire.
Non trovo chi si ricordi un papa nei tempi passati
che si sia dilettato di tanta vanagloria;
dimenticandosi di Dio, [che ti sei] buttato così dietro le spalle:
tutto questo è tipico di un uomo che dispera della salvezza o è un eretico
Commento
Le colpe che Jacopone rinfaccia a Bonifacio VIII sono numerose è coinvolgono campi diversi:furto, nepotismo, violenza, ricatto, blasfemia, avidità di ricchezza, disinteresse per fatti spirituali, , seminatore di discordia, superbia tale da ritenersi superiore a San Pietro,, in sintesi, egli non è esente da nessun peccato. Le colpe sono indicate in un ordine crescendo; lo scrittore ripete due termini “ioco” e “blasfemia”: il primo sottolinea l’irresponsabilità e il disprezzo di ogni principio morale, il secondo è la tipica offesa delle norme e dell’istituzione religiosa. I paragoni sono attinti sa dalle Sacre Scritture che dalla poetica della poesia cortese. Anche Dante, nella Divina Commedia, lancia un’invettiva contro Bonifacio VIII. Nel canto XIX dell’Inferno, egli accusa il papa di aver spinto Celestino V, con l’inganno, a rinunciare alla sede pontificia e poi di aver ottenuto il suo posto con ignobili macchinazioni. Nel canto XXVII, Bonifacio è indicato come “il gran prete” e “lo principe dei nuovi Farisei”, poiché era solito nascondere i suoi turpi vizi all’ombra della parola di Dio e della Chiesa. L’invettiva è ripresa nel canto XXVII del Paradiso, ai versi 22-27; in essi San Pietro, primo papa, accusa Bonifacio VIII di essere un usurpatore e indegno del posto che sta occupando. Esso ha trasformato la sede sacra del martirio di San Pietro nella fogna delle discordie e delle scostumatezze, ragion per cui Lucifero è pienamente soddisfatto.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali accuse mosse contro Papa Bonifacio VIII nel testo?
- Come viene descritto il comportamento di Papa Bonifacio VIII riguardo alla sua posizione di potere?
- Quali eventi specifici vengono citati per criticare Papa Bonifacio VIII?
- In che modo il testo collega Papa Bonifacio VIII a figure bibliche o storiche?
- Qual è l'opinione del testo riguardo alla salvezza eterna di Papa Bonifacio VIII?
Le accuse principali includono furto, nepotismo, violenza, ricatto, blasfemia, avidità di ricchezza, disinteresse per i fatti spirituali, seminatore di discordia e superbia.
Papa Bonifacio VIII è descritto come qualcuno che ha abusato del suo potere, paragonato a Lucifero, e che ha usato la sua posizione per arricchire i suoi familiari e se stesso, ignorando i principi morali e spirituali.
Vengono citati eventi come il temporale durante la sua prima messa, l'uccisione di quaranta uomini alla sua incoronazione, e le celebrazioni inappropriate durante la settimana santa e il Giubileo del 1300.
Il testo paragona Papa Bonifacio VIII a Lucifero per la sua superbia e ribellione contro Dio, e lo accusa di essere un usurpatore come descritto da Dante nella Divina Commedia.
Il testo suggerisce che Papa Bonifacio VIII non potrà morire lieto o sicuro della sua salvezza eterna a causa delle sue azioni e peccati.