Concetti Chiave
- La lauda "Quando t’alegre…" di Jacopone da Todi è caratterizzata da una struttura dialogata e drammatica, che mette in scena un contrasto tra la vita terrena e la realtà dopo la morte.
- La metrica della lauda utilizza principalmente versi doppi quinari, con alcune variazioni in senari o settenari, e una rima AAAB che conferisce un ritmo ossessivo.
- Il componimento esplora il gioco dei contrasti descrivendo il corpo umano prima e dopo la morte, culminando nella consapevolezza della vanità dei valori terreni.
- Il linguaggio della lauda è caratterizzato dal "sermo humilis", uno stile concreto e popolare che riflette l'umiltà cristiana, rappresentando un'innovazione stilistica per l'epoca.
- L'opera sottolinea l'importanza della riflessione morale, suggerendo che la consapevolezza della vanità delle cose terrene porta a una comprensione più profonda del destino umano.
Introduzione
La meditazione sulla morte e il concetto del disprezzo del mondo, in cui tutto è vano, sono due temi sempre presenti nella produzione di Jacopone da Todi.
La struttura della lauda
Il componimento “Quando t’alegre…”, tratto da Laudi, ha una struttura dialogata e drammatica. Dopo i primi sei versi che costituiscono come una sorta di introduzione, tutta la lauda è un dialogo o “contrasto”. Si tratta di una genere letterario che si presta bene a rendere evidente una varietà o uno scontro didi posizioni su di un dato tema. In questo caso, il dialogo dà concretezza alla contrapposizione di immagini di una vita vuota e inutile, dominata dall’orgoglio e dalla superbia e quella di una realtà, dopo la morte, in cui è presente ovunque un macabro disfacimento.
La metrica
Dal punto di vista metrico, ogni verso è un doppio quinario che, in alcuni casi diventano senari o settenari. Eccetto il distico iniziale, abbiamo un susseguirsi di strofe di quattro versi ciascuna con rime AAAB. La rima B è costante e già presente nel distico iniziale, come se volesse chiudere ogni strofa in modo quasi ossessivo.
Il gioco dei contrasti
La lauda passa in rassegna le varie parti del corpo (la testa, il naso, la bocca, gi occhi, ecc..) che gioca sul contrasto tra il “prima”, cioè l’esistenza in vita e il “presente”, quando il corpo si trova ormai all’interno del sepolcro e ha subìto la putrefazione. Tale rassegna è incalzante, quasi con accanimento. Si può notare una sorta di climax ascendente; l’apice di questa progressione si ha ai vrersib60-61 in cui si diche che la carne non esiste più, che sono rimaste soltanto le ossa dello scheletro ed ogni forma di superbia presente in vita, ormai se ne è andata,. Il morto, di fronte all’interrogatorio pressante del vivo, alla fine acquisisce consapevolezza della vanità di ogni valore terreno ed è destino dell’uomo ritornare nello stato in cui si trovava inizialmente, cioè in polvere. Da questo inizia una seconda fase della lauda, caratterizzata dalle riflessioni morali che la consapevolezza, ormai acquisita, suggerisce al morto. I quattro versi finali si collegano strettamente con i sei versi iniziali con una ripresa dello stesso concetto (inutilità di ogni cosa terrena) e perfino dello stesso lessico (omo mondano/omo d’altura, contemplare/contempla, fossa scura/grande strettura).Le domande che il vivo rivolge al morto hanno un ritmo calzante ottenuto dall’iniziale vocativo “Or ,co’”, “Or”, “or o’”, “or ov’è” a cui fa seguito una deformazione del corpo descritta in modo beffardo: si tratta di una tecnica molto presente nell’opera di Jacopone dal valore molto espressivo.
Il “sermo humilis”
Occorre anche sottolineare l’estrema concretezza del linguaggio e la sintassi ed il lessico di estrazione popolare e facente parte del registro parlato (“O frate mio…”, “Or ov’è il capo….”!, “che t’a si pelato”, “caduto n’è con molto fetore”. Abbiamo, pertanto un esempio di sermo humilis che rappresenta un’innovazione stilistica rivoluzionaria per quel tempo dovuta alla cultura del cristianesimo. Come ha ben spiegato il critico E. Auerbach. Il tema trattato è nobile, ma lo stile non è elevato: questa incongruenza si giustifica con il significato e il valore del termine “humilitas” per il Cristianesimo, che è intesa come virtù suprema a cui deve tendere il vero cristiano. Pertanto, l’umiltà dello stile, al di la delle tradizionale scelte retoriche in vigore, aveva esso stesso un significato morale., strettamente in rapporto con il fine morale del contenuto.Domande da interrogazione
- Quali sono i temi principali presenti nella produzione di Jacopone da Todi?
- Come è strutturata la lauda “Quando t’alegre…”?
- Qual è la particolarità metrica della lauda?
- In che modo viene utilizzato il gioco dei contrasti nella lauda?
- Che cos'è il “sermo humilis” e quale significato ha nell'opera di Jacopone?
I temi principali sono la meditazione sulla morte e il disprezzo del mondo, considerato vano.
La lauda ha una struttura dialogata e drammatica, con un dialogo che evidenzia il contrasto tra la vita terrena e la realtà dopo la morte.
La lauda è composta da versi doppi quinari, con alcune variazioni in senari o settenari, e presenta una rima AAAB costante.
Il gioco dei contrasti si manifesta nel confronto tra il corpo in vita e il corpo dopo la morte, culminando nella consapevolezza della vanità dei valori terreni.
Il “sermo humilis” è uno stile linguistico concreto e popolare, che riflette l'umiltà cristiana come virtù suprema, rappresentando un'innovazione stilistica per l'epoca.