Fabrizio Del Dongo
Genius
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il poeta Jacopo da Lentini esprime come il viso della donna amata susciti in lui emozioni contrastanti di gioia e sofferenza.
  • La ripetizione della parola "viso" enfatizza la bellezza sublime della donna, creando un'immagine potente e persistente.
  • Il sonetto utilizza una struttura metrica classica con due quartine e due terzine, tipica della tradizione poetica del tempo.
  • Il tema centrale del sonetto è l'effetto della bellezza della donna amata sul poeta, che lo rende felice ma anche sofferente.
  • L'uso di aggettivi come "bello", "adorno" e "amoroso" rafforza l'immagine della bellezza, paragonata alla visione divina.

Lo viso mi fa andare alegramente,

lo bello viso mi fa risvegliare,

lo viso mi conforta ispessamente,

l’adorno viso che mi fa penare.

Lo chiaro viso de la più avenente,

l’adorno viso riso mi fa fare.

Di quello viso parlane la gente,

ché nullo viso [a viso] li pò stare.

Chi vide mai così begli occhi in viso,

né sì amorosi fare li semblanti,

né boca con cotanto dolce riso?

Quand’eo li parlo moroli davanti,

e paremi ch’eo vada in paradiso,

e tegnomi sovrano d’ogn’amanti.

Il viso (della mia donna) mi fa vivere felicemente

il bel viso mi risveglia alla gioia

spesso il suo viso mi dà conforto

il viso leggiadro mi crea sofferenza.

Indice

  1. Il viso superiore a tutti
  2. Lode degli occhi e del riso
  3. Visione della bellezza e Dio

Il viso superiore a tutti

Il luminoso viso della donna più bella

il viso leggiadro mi fa sorridere

Di quel viso la gente parla

perché nessun viso può competere con esso

Lode degli occhi e del riso

Chi mai vide dei cosi begli occhi in un viso

né fare movimenti tali da suscitare amore

né una bocca con un sorriso così (sublime)?

Visione della bellezza e Dio

Quando le parlo mi sembra di morire davanti a lei

mi pare di salire in paradiso

e, così, mi considero superiore ad ogni uomo innamorato

1. Quali termini usati dal poeta sono sinonimi dell’aggettivo bello? adorno, avenente,

L’adorno viso che mi fa penare, Quand’eo li parlo moroli davanti Tali espressioni si pongono in contrasto con il senso di gioia che pervade il componimento,

Dolce riso, paradiso

La parola viso è presente dieci volte. Con tale insistenza, il poeta vuole creare l’effetto della bellezza sublime ed estrema della donna

“Quando le parlo mi sembra di morire davanti a lei” Davanti alla donna amata il poeta e come si sentisse morire dalla felicità (contrasto fra morte e amore) a tal punto che gli sembra di accedere alla gioia del paradiso.

La struttura, cioè due quartine e due terzine. Le quartine con rime incrociate – ABBA - o alternate -ABAB - mentre le due terzine possono presentare varie rime. Nel caso del sonetto di J.da Lentini CDC e DCD. J. Da Lentini è considerato l’inventore del sonetto.

Si tratta di tre parole che iniziano con la sillaba pa-: parlo, pare, paradiso che sono legate all’immagine al poeta a cui pare salire in paradiso, mentre che parlando alla sua donna

Sonetto e rime con la struttura: ABAB – ABAB - CDC – DCD. Per raggiungere l’obiettivo che si è posto, il poeta utilizza le ripetizioni, all’inizio, alla fine e nel mezzo del verso ed alcune allitterazioni. Significativo è anche l’accostamento dei due termini viso/riso, entrambe due parole chiave segno di beatitudine.

Il tema del sonetto è l’effetto che suscita nel poeta la bellezza della donna amata: lo rende felice, suscita gioia, lo conforta nei momenti difficili, ma lo fa anche soffrire e morire d’amore. Il contrasto fra gioia e dolore risale alla lirica provenzale a cui molti rimatori siciliani si sono ispirati. L’immagine della bellezza viene rafforzato con l’uso di molti aggettivi con lo stesso significato: bello, adorno, amoroso, dolce. Il sentimento che il poeta prova nei confronti della donna è talmente intenso da causare, metaforicamente, la morte. La visione di una tanta bellezza è paragonata, infine, alla visione di Dio e anche in questo caso abbiamo una metafora. Il contenuto del sonetto è così articolato:

1.a quartina: effetto della bellezza del viso sul poeta

2.a quartina: il bel viso causa felicità ed è superiore a tutti gli altri

1.a terzina: dalla lode del viso, si passa alla lode degli occhi e del riso

2.a terzina: la visione della bellezza è assimilata alla visione di Dio

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'effetto della bellezza del viso della donna sul poeta?
  2. La bellezza del viso della donna rende il poeta felice, lo risveglia alla gioia, lo conforta, ma allo stesso tempo gli causa sofferenza.

  3. Come viene descritta la superiorità del viso della donna rispetto agli altri?
  4. Il viso della donna è descritto come luminoso e superiore a tutti, tanto che nessun altro viso può competere con esso.

  5. Quali elementi del viso della donna vengono lodati nel sonetto?
  6. Gli occhi e il sorriso della donna vengono lodati per la loro bellezza e capacità di suscitare amore.

  7. In che modo il poeta paragona la visione della bellezza della donna?
  8. La visione della bellezza della donna è paragonata alla visione di Dio, suggerendo un'esperienza sublime e divina.

  9. Qual è la struttura del sonetto e chi è considerato il suo inventore?
  10. Il sonetto ha una struttura di due quartine e due terzine con rime ABAB – ABAB - CDC – DCD, e J. Da Lentini è considerato l'inventore del sonetto.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community