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Habilis
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Concetti Chiave

  • Il "Cantico di Frate Sole" è una lode a Dio, espresso attraverso l'elogio delle creature come sole, luna, stelle e anche la morte, vista come salvezza.
  • San Francesco vede nel mondo terreno e nella natura un riflesso della bontà divina, contestando la visione negativa del contemptus mundi dei mistici medievali.
  • La preposizione «per» nel testo ha un valore causale, indicando che le creature sono motivo di lode a Dio per la loro bellezza e utilità.
  • Il Cantico è scritto in volgare umbro per avvicinare il messaggio religioso ai poveri e ai diseredati, utilizzando una combinazione di termini umbri e latini.
  • Francesco utilizza il volgare umbro con tratti distintivi come la vocale/-u/ finale e congiunzioni come «ka», unendo linguaggio popolare a termini biblici per uno stile nobile.

Indice

  1. Cantico di Frate Sole (Laudes creaturarum)
  2. Le creature inanimate, l’uomo, la morte
  3. Il valore della preposizione «per»
  4. La valorizzazione del mondo terreno e della natura
  5. La scelta del volgare e i tratti dialettali umbri

Cantico di Frate Sole (Laudes creaturarum)

Il destinatario della lode è Dio, evocato direttamente fin dal primo verso con tre appellativi («Altissimu, onnipotente, bon») e poi in modo indiretto attraverso l’elogio delle creature (luna, stelle, aria, acqua, fuoco, terra, uomini buoni, morte). Soltanto nell’ultima strofa l’allocuzione è rivolta non a Dio ma a una seconda persona plurale non determinata («Laudate e benedicete», v. 32), probabilmente i fedeli che cantano la lode, o gli uomini tutti.

Le creature inanimate, l’uomo, la morte

Primo tra gli elementi del mondo collocati nel testo a significare Dio è il Sole, considerato nell’immaginario medievale simbolo della grazia divina, nutrimento e luce per le menti degli uomini. Seguono la luna, le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco, la terra: ovvero gli elementi inanimati che nella concezione di allora costituivano la struttura elementare dell’universo, il fondamento dell’intera realtà cosmica. Nella parte finale del testo è introdotto l’uomo, ammirato come le altre creature quando si mostra capace di perdonare e di soffrire con pazienza, meritando per questo la beatitudine eterna. Infine la morte stessa è oggetto di lode, in quanto evento naturale voluto da Dio non per punire le sue creature, ma per salvarle.

Il valore della preposizione «per»

Un problema interpretativo di una certa importanza è legato al valore della preposizione «per». Alcuni tra i primi editori hanno interpretato il «per» come complemento d’agente (“Signore tu sia lodato da tutte le tue creature”); altri ne hanno evidenziato il valore strumentale (“Signore tu sia lodato per mezzo delle tue creature”); attualmente si tende ad attribuire a questa preposizione un valore causale (“Signore tu sia lodato a causa delle tue creature”). Secondo quest’ultima interpretazione, tutto il creato costituisce nella sua somma bellezza e utilità un motivo per innalzare una lode a Dio.

La valorizzazione del mondo terreno e della natura

Il modo in cui Francesco parla delle creature rispecchia la sua visione positiva del mondo e di Dio. Nel Cantico non c’è traccia del contemptus mundi (“disprezzo del mondo”) professato da tanti mistici medievali, che concepivano la vita terrena come un doloroso percorso disseminato di tentazioni a cui occorreva sottrarsi fuggendo dagli uomini e isolandosi nella preghiera. Francesco manifesta invece ammirazione e autentico entusiasmo per le creature, le quali gli appaiono come il modo attraverso il quale Dio si comunica e si manifesta: le creature partecipano dell’essenza divina e la rendono conoscibile all’uomo. Segno della convinzione di Francesco che il mondo sia una specie di famiglia di figli di Dio sono gli epiteti «frate» e «sora» attribuiti alle creature inanimate, che risultano strette all’uomo da un rapporto di benevola fratellanza. Ne deriva un’immagine della natura come fonte di bene per l’umanità: il sole, l’aria, l’acqua, il fuoco hanno attributi tutti positivi, che sottolineano la loro utilità per l’uomo, e dunque l’intenzione provvidenziale di Dio. La natura descritta attraverso i suoi elementi originari si configura inoltre come un’alternativa alla città, luogo dei traffici e dell’accumulazione economica, contro cui Francesco si è tante volte polemicamente schierato.

La scelta del volgare e i tratti dialettali umbri

Il Cantico di Frate Sole è l’unico testo scritto da Francesco in lingua volgare. I modelli a cui si ispira sono i salmi biblici, che erano ben presenti nella vita degli uomini di allora: essi erano scritti in latino e venivano imparati a memoria, continuamente ripetuti e cantati nei riti religiosi. Francesco decide tuttavia di comporre il Cantico non in latino, ma nella lingua parlata dal popolo, per l’urgenza di raggiungere i poveri e i diseredati e di ribadire ai confratelli, quando già era molto malato e si sentiva alla vigilia della morte, la novità del suo messaggio religioso. Il testo si rivela particolarmente interessante per le scelte linguistiche, che uniscono tratti del dialetto umbro con forme proprie della lingua latina. L’impronta più evidente del volgare umbro è data dalla fitta presenza della vocale/-u/ finale (da -um latino), unita alla congiunzione «ka» (“che”, vv. 26 e 31) e a parole diffuse nell’area linguistica umbra come «konfano» (v. 3), «mentovare» (v. 4), «sirano» (v. 26), «skappare» (v. 28). A queste forme si uniscono termini ancora molto vicini al latino («laude», v. 2; «aere e nubilo», v. 13), che testimoniano la volontà da parte dell’autore di nobilitare lo stile con parole alte e letterarie, di origine biblica. Infine, anche la sintassi riconduce allo schema ripetitivo dei salmi (“Lodate il Signore… il quale… poiché…”) o a quello delle Beatitudini evangeliche (“Beati…”).

Domande da interrogazione

  1. Qual è il destinatario principale del "Cantico di Frate Sole"?
  2. Il destinatario principale della lode è Dio, evocato direttamente fin dal primo verso con appellativi come "Altissimu, onnipotente, bon" e indirettamente attraverso l'elogio delle creature.

  3. Come viene interpretato il valore della preposizione «per» nel testo?
  4. La preposizione «per» è interpretata attualmente con un valore causale, suggerendo che tutto il creato costituisce un motivo per innalzare una lode a Dio.

  5. Qual è la visione di Francesco riguardo al mondo terreno e alla natura?
  6. Francesco manifesta ammirazione e entusiasmo per le creature, vedendole come un modo attraverso il quale Dio si comunica e si manifesta, in contrasto con il contemptus mundi di altri mistici medievali.

  7. Perché Francesco ha scelto di scrivere il Cantico in volgare?
  8. Francesco ha scelto di scrivere in volgare per raggiungere i poveri e i diseredati, ribadendo la novità del suo messaggio religioso e rendendolo accessibile a tutti.

  9. Quali sono le caratteristiche linguistiche del Cantico di Frate Sole?
  10. Il Cantico presenta tratti del dialetto umbro, come la vocale/-u/ finale e parole specifiche dell'area umbra, unite a termini vicini al latino, per nobilitare lo stile con parole di origine biblica.

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