Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il termine "mercatura" era usato nel Duecento e Trecento per indicare l'attività commerciale, diventando rilevante con l'ascesa della borghesia.
  • Paolo di Certaldo, contemporaneo di Boccaccio, è noto per il suo "Libro dei buoni costumi", un'opera che documenta l'etica mercantile del XIV secolo.
  • L'autore sottolinea la diffidenza e la prudenza come qualità essenziali per i mercanti, consigliando di nascondere le proprie capacità economiche.
  • Promuove il profitto attraverso investimenti oculati, preferendo piccoli affari con capitale proprio rispetto a grandi investimenti con denaro preso in prestito.
  • Paolo da Certaldo critica usurai e grandi compagnie, valorizzando la laboriosità e la misura nelle piccole imprese familiari, soprattutto in tempi di recessione.

Indice

  1. Il significato di 'mercatura'
  2. Paolo di Certaldo e il suo contesto
  3. Consigli per il buon mercante
  4. L'importanza della misura e dell'eredità

Il significato di 'mercatura'

Innanzitutto bisogna precisare il significato del termine “mercatura”. Si tratta di un vocabolo in uso nel Duecento e nel Trecento per indicare l’attività commerciale, diffuso nei testi del periodo in cui la classe sociale della borghesia del commercio e degli affari cresce di importanza per sostituire quella tradizionale dei cavalieri di cultura borghese. Dei mercanti, Boccaccio ammira l’intelligenza, la furbizia e l’astuzia.

Paolo di Certaldo e il suo contesto

Dell’autore di questo brano, Paolo di Certaldo, figlio di messer Pace da Certaldo, non abbiamo molte notizie biografiche. Probabilmente nacque alla fine del Duecento, ma non conosciamo la data della morte. Sta di fatto che egli è un contemporaneo di Boccaccio. Infatti, dai documenti scritti risulta che il padre del Boccaccio abbia comprato da lui un podere a Certaldo. Sappiamo che il padre e il nonno erano giudici che egli esercitò la mercatura. Infatti, nel 1370 egli rivolse una petizione alla Signoria di Firenze affinché gli fosse condonato un risarcimento da versare nelle casse dello Stato, per non aver effettuato una fornitura durante la guerra contro Pisa. È anche probabile che abbia ricoperto degli incarichi pubblici. Ma egli viene ricordato non per la sua attività di mercante, ma per aver scritto verso il 1360, nella lingua fiorentina parlata, il Libro dei buoni costumi. L’opera è importante perché, essendo costituita da una serie di consigli e di riflessioni, mette in evidenza con chiarezza, ma anche con tanta spregiudicatezza l’etica mercantile del tempo. Quindi la sua importanza non è tanto letteraria, quando di documentazione storica.

Consigli per il buon mercante

Le espressioni “non ti fidare”, “guardatene”, “sii prudente” sono molto ricorrenti, quasi in modo ossessivo. Infatti gli altri mercanti, a volte soci o perfino legati da un vincolo di parentela, sono visti come potenziali avversari, se non nemici. Nemmeno degli amici, il mercante si deve fidare troppo e prima di farlo occorre mettere questi ultimi cento alla prova. Pertanto, l’autore indicati le doti fondamentali del buon mercante: la diffidenza e la prudenza. In anticipo sui tempi e precursore di Machiavelli, Paolo da Certaldo, consiglia al mercante di mostrarsi sempre povero, di mostrare le spese, le perdite, gli obblighi a stento tollerabili, in sintesi di nascondere le sue vere capacità economiche. Oltre a questi due valori, egli aggiunge il profitto. Lo scopo è quello di far fruttare il guadagno e non tenere il denaro in una cassa come fossero morti. A questo proposito, consiglia di fare piccoli con i propri soldi, piuttosto che grandi affari (= investimenti) con denaro degli, ossia con le somme avute in prestito: infatti, dobbiamo sapere che nessuna attività commerciale dà degli utili che siano superiori all’interesse da corrispondere a chi ha prestato del denaro.

L'importanza della misura e dell'eredità

Un mercante deve anche essere misurato nello spendere, nel vivere e nel comportarsi in società. Con questo concetto, la misura, si identifica con la cortesia a tal punto che l’autore sembra richiamare l’ “urbanitas” latina che comporta la buona fama e i buoni rapporti sociali.

Egli affronta anche la questioni del lascito ereditario. Il senso del concetto è questo: “Guardati da non fare guadagni disonesti per poi lasciarli ai tuoi parenti affinché li restituiscano, perché essi non li restituiranno mai: e nel mondi rimarrà sempre la cattiva fama per quanto hai fatto di disonesto e i tuoi parenti goderanno dell’eredità e delle ricchezze che hai ammassato, senza mai essertene grati, poiché (e hanno ragione) tu non lascia loro una buona credibilità in senso morale; lasci loro i soldi e la colpa di esserteli procurati in modo disonesto, mentre il lascito morale lo fai alle tue vittime che, in quanto tali, attendono una compensazione da parte di Dio.”

Accanto a questo trittico – prudenza, profitto e misura - abbiamo anche la laboriosità, la diligenza e la fiducia dell’attività commerciale, soprattutto nel momento di recessione. Lo scrittore si scaglia contro gli usurai e le compagnie troppo grande, mentre predilige le piccole imprese a conduzione familiare.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "mercatura" nel contesto storico del Duecento e Trecento?
  2. "Mercatura" si riferisce all'attività commerciale del Duecento e Trecento, periodo in cui la borghesia del commercio cresce di importanza, sostituendo la classe dei cavalieri. Boccaccio ammira l'intelligenza e l'astuzia dei mercanti.

  3. Chi era Paolo di Certaldo e quale fu il suo contributo principale?
  4. Paolo di Certaldo, contemporaneo di Boccaccio, è noto per il "Libro dei buoni costumi", scritto intorno al 1360. L'opera è importante per la documentazione storica dell'etica mercantile del tempo, più che per il suo valore letterario.

  5. Quali sono i consigli principali di Paolo di Certaldo per un buon mercante?
  6. Paolo di Certaldo consiglia ai mercanti di essere diffidenti e prudenti, di nascondere le proprie capacità economiche e di preferire piccoli investimenti con denaro proprio piuttosto che grandi affari con denaro preso in prestito.

  7. Qual è l'importanza della "misura" secondo Paolo di Certaldo?
  8. La "misura" è fondamentale per un mercante, identificandosi con la cortesia e contribuendo alla buona fama e ai buoni rapporti sociali. Essa implica anche una gestione oculata delle spese e del comportamento in società.

  9. Come affronta Paolo di Certaldo la questione dell'eredità?
  10. Paolo di Certaldo avverte di non accumulare ricchezze in modo disonesto per lasciarle ai parenti, poiché essi non restituiranno mai tali guadagni e la cattiva fama rimarrà. Egli sottolinea l'importanza di un lascito morale piuttosto che solo materiale.

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