Concetti Chiave
- Il testo è un exemplum medievale che narra di una monaca posseduta dal diavolo dopo aver mangiato un cavolo senza fare il segno della croce.
- L'amplificazione del peccato di gola in possessione demoniaca ed esorcismo mira a colpire l'immaginazione del pubblico e rafforzare il messaggio morale.
- Il racconto si basa sulla contrapposizione tra santità e peccato, con l'abadessa e il diavolo come rappresentanti opposti.
- Il diavolo è umanizzato attraverso la rappresentazione dei suoi desideri e timori, offrendo un nuovo approccio nell'exemplum.
- Il racconto è una rielaborazione di un exemplum di Gregorio Magno e segue la struttura didattica tipica di questi racconti medievali.
Indice
La tentazione della monaca
“Fra queste storie ne inserisco una da cui trarre un grande profitto. C’era una monaca, che conduceva una vita da santa, ed era badessa del suo convento. Ma il diavolo che la desiderava, non riusciva a indurla al peccato per le buone azioni che essa era solita compiere. Tante volte, egli ritornava da lei, con l’intento di farla peccare, ma non riusciva mai nell’intento. Un giorno accadde che essa entrò nell’orto del convento e, vedendosi davanti una bella cima di cavolo, le prese la voglia di mangiarla. Il diavolo fu molto astuto perché si nascose all’interno della cima del cavolo e colei che aveva voglia di mangiarla, la colse senza farsi il segno della croce. Non appena l’ebbe mangiata, essa diventò furiosa [perché posseduta dal demonio]. E così fu ingannata e diventò pazza a causa del veleno che aveva assunto.
La possessione e la liberazione
Si diresse verso il convento gridando e distruggeva tutto quanto trovava: capitando in chiesa si mise a danneggiare lampade e croci. E le altre monache, vedendo tutto questo, cominciarono a fuggire, pregando Dio, affinché la salvaguardasse dal male e che a loro non potesse fare alcun male [forse in senso morale nel primo caso e in senso fisico nel secondo]. Alla fine, con la forza, riuscirono a prenderla e a legarla in luogo tale che essa non avrebbe potuto arrecare danno a nessuno. Le suore erano dispiaciute dell’accaduto, e piangevano perché fino ad allora l’avevano amata molto; e tutte insieme pregarono Dio che intervenisse per farle riacquistare la ragione. Questa badessa era solita fare la comunione ogni settimana, ma ora aveva dimenticato tale pratica a causa del diavolo da cui era invasata; il cappellano del convento lo venne a sapere. Subito, le porto l’ostia consacrata. Il diavolo, quando se lo vide vicino, provò molto timore, e volentieri avrebbe voluto andarsene [= uscire dal coro della suora]. Ma se lo sentiva così vicino che non aveva la forza di uscire. E quando il prete, si avvicinò ancora di più, il diavolo scappò di sotto e la suora immediatamente riacquistò la ragione per volontà di Gesù Cristo.. Successivamente, si confessò davanti a tutte le consorelle e capii in che modo il Diavolo lo aveva ingannato e come esso si fosse posizionato all’interno della cima del cavolo: e siccome aveva mangiato il cavolo senza farsi il segno della croce, , iniziò a rimproverarsi, dicendo che avrebbe dovuto essere punita. E vedendo che Dio le aveva fatto visita, inizio a fare una severa penitenza.
La morale del racconto
In base a questo esempio che è folle colui che mangia qualcosa senza farsi il segno della croce e imparate a non lasciarvi ingannare dalla golosità; dal peccato di gola derivano tutti i mali se ci cibiamo in modo disonesto.”
L'autore e il contesto storico
L’anonimo senese è autore di Canti morali, una racconta di fatti che, per struttura e finalità, costituiscono un chiaro esempio di exemplum del Duecento, cioè di un racconto, ritenuto vero, il cui scopo è di insegnare e di divertire e, frequentemente, collocato all’interno di un sermone. Spesso, per colpire maggiormente il pubblico, l’autore si sofferma sulla rappresentazione del vizio, senza censure particolari a cui fa seguito la rappresentazione realistica della pena. I critici letterari considera l’exemplum come l’embrione della futura novella. Il racconto dell’anonimo senese è una rielaborazione dell’exemplum di Gregorio Magno, vissuto tra il VI e il VII secolo e papa dal 590 al 604. Il testo originario è molto più sintetico.
Struttura e finalità dell'exemplum
La struttura del testo è la seguente:
• introduzione che mette in luce la finalità del racconto, cioè di essere moralmente edificante.
• il racconto vero e proprio
• la conclusione che spiega la morale del racconto, dando un preciso precetto [= prima di mangiare bisogna sempre farsi il segno della croce e non bisogna mai commettere peccati di gola]
L’autore parte dalla banale vicenda di un peccato di gola, l’amplifica e la trasforma di una sorta di possessione demoniaca con conseguente esorcismo. Lo scopo di questa amplificazione è colpire la fantasia del pubblico e rafforzare la funzione edificante del racconto.
Drammatizzazione e contrapposizione
Tutto l’episodio è sottoposto ad un processo di drammatizzazione. Che si fonda sulla contrapposizione di due personaggi che rappresentano l’antitesi santità/peccato: abadessa/Demonio, Cristo/Demonio. Il diavolo viene umanizzato, poiché è rappresentato nei suoi risvolti psicologici: prova desiderio, timore, agisce con astuzia, ecc. È in questo aspetto consiste la novità di questo “exemplum”.
Domande da interrogazione
- Qual è la morale del racconto dell'anonimo senese?
- Come viene rappresentato il diavolo nel racconto?
- Qual è la struttura del testo?
- Qual è lo scopo dell'amplificazione del peccato di gola nel racconto?
- In che modo il racconto dell'anonimo senese si collega alla tradizione degli exempla?
La morale del racconto è che bisogna sempre farsi il segno della croce prima di mangiare e non lasciarsi ingannare dalla golosità, poiché dal peccato di gola derivano tutti i mali.
Il diavolo è umanizzato e rappresentato nei suoi risvolti psicologici, mostrando desiderio, timore e astuzia, il che costituisce una novità nell'"exemplum".
La struttura del testo comprende un'introduzione che evidenzia la finalità morale, il racconto vero e proprio, e una conclusione che spiega la morale del racconto.
L'amplificazione del peccato di gola in una possessione demoniaca con esorcismo serve a colpire la fantasia del pubblico e rafforzare la funzione edificante del racconto.
Il racconto è una rielaborazione di un exemplum di Gregorio Magno e segue la tradizione degli exempla medievali, che mirano a insegnare e divertire, spesso collocati all'interno di sermoni.