Concetti Chiave
- Il sonetto di Cecco Angiolieri è caratterizzato dall'anafora "S'i fosse", che costruisce un climax di tensione e desiderio di distruzione.
- L'alternanza di ritmo veloce e lento nel testo riflette il contrasto tra risentimento e umorismo, concludendosi con una nota comica e misogina.
- Il poema parodizza lo Stilnovismo emergente, esaltando la spavalderia maschile e riducendo la donna a un oggetto di piacere fisico.
- Fabrizio De André ha musicato il sonetto, sottolineando la sua modernità e il desiderio di rottura con gli schemi sociali contemporanei.
- Il sonetto evidenzia la natura umana profonda e istintiva, resa attraverso un forte senso del ritmo e l'uso dell'anafora.
Desideri di Distruzione
Se fossi il fuoco, brucerei il mondo;
se fossi il vento, lo colpirei tempestosamente;
se fossi l'acqua, io lo annegherei;
se fossi Dio, lo farei sprofondare;
Se fossi il Papa, allora sarei allegro,
perché metterei nei guai tutti i cristiani;
se fossi l'imperatore, sai che farei?
Taglierei la testa a tutti ovunque.
Se fossi la morte, andrei da mio padre,
se fossi la vita, fuggirei da lui:
farei in maniera simile nei confronti di mia madre.
Se fossi Cecco, come io sono e fui,
prenderei le donne giovani e belle:
e lascerei agli altri quelle vecchie e brutte.
Comicità e Misoginia
Il sonetto è scandito dal ripetersi della formula "S'i fosse".
Questa anafora crea tra le due quartine e la prima terzina una sorta di climax, che accresce la tensione espressa dal desiderio di distruzione del poeta. L'ansia viene poi smorzata con un effetto di comicità nell'ultima terzina in cui Cecco Angiolieri esalta uno dei temi fondamentali della poesia comica, ovvero la donna, sia nell'esaltazione della sua fisicità (nel penultimo verso), sia nella misoginia, con cui, grazie a un chiasmo, si conclude il testo. Questa asimmetria tra le varie strofe è scandita dunque da un alternanza di ritmo veloce e lento, quindi coinvolgendo direttamente la metrica nel risentimento e nell' umorismo del sonetto.Parodia e Ribellione
Questo sonetto, differentemente da quanto possa apparentemente annunciare, dimostra la sua intenzione parodistica (nei confronti dello Stilnovismo emergente) già dai primi versi. Effettivamente però è l'accostamento con la seconda parte del testo a renderlo evidente: Cecco Angiolieri infatti fa corrispondere a un forte sentimento di ribellione un concetto tipicamente maschilista che comunque finisce per esaltare unicamente la spavalderia, che l'uomo può mostrare solamente con la donna, concepita come un piacere fisico ma assolutamente non celebrata nella sua miracolosità come in campo stilnovista.
Modernità e Ritmo
Da questo celebre sonetto è stato tratto l'omonimo brano di Fabrizio De André. Con questo gesto il cantautore mira a esaltarne la modernità: il desiderio di rompere gli schemi e di prevalere nella società contemporanea è forse quello che più anima i giovani secondo il suo punto di vista. Un altro aspetto preso in considerazione nel musicare le parole del poeta è il forte senso del ritmo, contenuto nell'anafora. Ultima, ma non meno importante, caratteristica è la messa in evidenza della natura umana, che sa essere così profonda, ma al contempo istintiva.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto "Se fossi il fuoco"?
- Come viene utilizzata la comicità nel sonetto di Cecco Angiolieri?
- In che modo il sonetto di Cecco Angiolieri parodizza lo Stilnovismo?
- Qual è l'importanza della modernità e del ritmo nel sonetto e nella sua reinterpretazione musicale?
Il tema principale è il desiderio di distruzione e ribellione, espresso attraverso una serie di ipotetiche azioni distruttive che il poeta compirebbe se fosse elementi naturali o figure di potere.
La comicità è introdotta nell'ultima terzina, dove il poeta esalta la fisicità delle donne giovani e belle, concludendo con un tono misogino che crea un effetto umoristico e smorza l'ansia accumulata nelle strofe precedenti.
Il sonetto parodizza lo Stilnovismo attraverso un forte sentimento di ribellione e un concetto maschilista, contrapponendosi alla celebrazione stilnovista della donna come miracolo, esaltando invece la spavalderia maschile.
La modernità è esaltata dal desiderio di rompere gli schemi sociali, mentre il ritmo è sottolineato dall'anafora. Fabrizio De André ha reinterpretato il sonetto in musica, evidenziando questi aspetti e il profondo ma istintivo carattere umano.