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Habilis
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Concetti Chiave

  • Cecco Angiolieri utilizza un sonetto ribelle per esprimere critiche contro i valori del suo tempo, giocando con il ribaltamento del plazer provenzale.
  • Il sonetto presenta temi di polemica contro il mondo, disprezzo verso i genitori e desiderio di godere dei piaceri terreni.
  • La struttura metrica del sonetto è composta da quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate, enfatizzando le ipotesi distruttive del poeta.
  • L'ultima terzina svela un desiderio realizzabile, ma teoricamente inappagato, di essere se stesso, mitigando l'amarezza con un tocco di ironia.
  • Lo stile del componimento è caratterizzato da un ritmo martellante, con parallelismi tra ipotesi e conseguenze, variando la ripetizione della congiunzione "se".

Indice

  1. Cecco Angiolieri: Poeta Ribelle
  2. Il Gioco Letterario del Plazer
  3. Desideri e Distruzione
  4. L'Ultima Terzina: Desiderio Reale
  5. Stile e Struttura del Componimento

Cecco Angiolieri: Poeta Ribelle

In questi versi Cecco Angiolieri sembra mostrare tutta la propria indole di poeta ribelle e contestatore dei valori del suo tempo.

Il Gioco Letterario del Plazer

In realtà, il sonetto è un sapiente gioco letterario, impostato sul ribaltamento del plazer, un tipo di componimento diffuso nella letteratura provenzale, costituito da un elenco di cose belle e desiderabili.

- la polemica contro il mondo

- il disprezzo verso i genitori

- il desiderio di godersi i piaceri terreni

- Sonetto con quartine a rime incrociate (schema: ABBA ABBA) e terzine a rime alternate (schema: CDC DCD).

Desideri e Distruzione

Il poeta enumera, cioè elenca, tutto ciò che lui vorrebbe essere o diventare, in modo da poter distruggere ogni cosa.

Se avesse la forza degli elementi naturali (fuoco, vento, acqua), o addirittura se fosse Dio, annienterebbe il mondo; se avesse invece i poteri delle più alte cariche spirituali e temporali (papa e imperatore) se la prenderebbe con tutti i cristiani. Qualora fosse poi morte o vita si scaglierebbe contro i genitori. Nell’ultima terzina il poeta restringe lo sguardo su di sé: Cecco vorrebbe essere se stesso, per prendersi tutte le «donne giovani e leggiadre» (v. 13) e lasciare agli altri quelle che non sono di suo gradimento («le zoppe e vecchie lasserei altrui», v. 14).

L'Ultima Terzina: Desiderio Reale

L’ultima terzina contiene la chiave di lettura dell’intero testo. In essa ritroviamo la sola ipotesi reale fra tutte quelle presentate: quella di essere semplicemente Cecco. Dalle tante situazioni evocate con la fantasia si passa a un dato reale, dai desideri impossibili a un desiderio finalmente realizzabile. Realizzabile sì, ma solo in teoria: anche l’ultimo «torrei» (si noti l’uso del condizionale) finisce per rivelare un’aspirazione delusa, una nuova sofferenza per il poeta. Tutti i desideri sono pertanto destinati a rimanere inappagati. Nonostante ciò l’amarezza di Cecco e il suo rancore nei confronti del mondo sembrano almeno in parte risolversi e attenuarsi nella scherzosa battuta finale.

Stile e Struttura del Componimento

Sul piano stilistico, il componimento presenta un ritmo costante: vengono elencate una dopo l’altra diverse ipotesi irreali, ciascuna seguita dalla conseguenza della condizione auspicata. Questa costruzione martellante e insistita è governata dalla figura retorica del parallelismo: il poeta mette cioè regolarmente in sequenza la protasi (“se fossi”) e l’apodosi (“farei questo”) del periodo ipotetico. Tale struttura non genera però monotonia (nonostante l’anafora, ossia la ripetizione a inizio verso dell’espressione «S’i’ fosse»), perché il poeta riesce a variarla in modo molto efficace. La congiunzione ipotetica “se” ricorre infatti quattro volte nella prima strofa, due volte nella seconda (qui ogni ipotesi occupa due versi, non più uno soltanto), due volte anche nella terza strofa (la terzina si conclude però con il riferimento alla madre del v. 11) e solo una volta nell’ultima terzina. Questa strofa è infatti occupata da un unico desiderio, il più autentico e personale.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto di Cecco Angiolieri e come viene espresso attraverso la sua struttura?
  2. Il tema principale è la polemica contro il mondo e il desiderio di ribellione, espressi attraverso un elenco di ipotesi irreali seguite dalle azioni che il poeta compirebbe se potesse, strutturato in un sonetto con quartine a rime incrociate e terzine a rime alternate.

  3. In che modo il sonetto di Cecco Angiolieri si distingue per il suo stile e la costruzione dei versi?
  4. Il sonetto si distingue per il suo ritmo costante e la costruzione martellante, basata sul parallelismo tra protasi ("se fossi") e apodosi ("farei questo"), variata efficacemente attraverso l'uso diversificato della congiunzione ipotetica "se" nelle diverse strofe.

  5. Qual è l'unico desiderio realizzabile di Cecco Angiolieri nel sonetto e come si inserisce nel contesto generale dell'opera?
  6. L'unico desiderio realizzabile è quello di essere se stesso per godersi i piaceri terreni, in particolare le "donne giovani e leggiadre". Questo desiderio, pur essendo teoricamente realizzabile, si rivela un'aspirazione delusa, inserendosi nel contesto di desideri inappagati che caratterizza l'intero sonetto.

  7. Come Cecco Angiolieri utilizza il concetto di ribaltamento del plazer nella sua opera e quali effetti produce?
  8. Cecco Angiolieri utilizza il ribaltamento del plazer, tipico della letteratura provenzale, elencando cose non belle e desiderabili ma ipotesi di distruzione e ribellione. Questo produce un effetto di contrasto e ironia, sottolineando la sua critica verso i valori del suo tempo e la sua indole di poeta ribelle.

Domande e risposte

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