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Concetti Chiave

  • L'occupazione araba della Sicilia, durata fino al 1492, ha lasciato un'impronta culturale significativa sull'isola, influenzandone architettura, economia e lingua.
  • Francesca Maria Corrao ha curato un'antologia che raccoglie le principali opere della scuola poetica arabo-siciliana, mettendo in evidenza l'importanza della poesia durante la dominazione araba.
  • L'antologia "Poeti arabi di Sicilia" è un progetto interculturale che unisce la cultura araba e quella italiana attraverso le traduzioni di poeti contemporanei.
  • La poesia "Gioisci delle arance che raccogli" di Ali-al-Ballanubi, tradotta da Valerio Magrelli, utilizza metafore per esprimere la bellezza e la fugacità della gioia.
  • La poesia "La civettuola, eccola" di Ibn Hamdis, tradotta da Andrea Zanzotto, presenta contrapposizioni emotive e stilistiche, evocando l'intensità della lirica greca antica.
In questo appunto viene introdotta l'antologia di Francesca Maria Corrao con un breve excursus storico sull'occupazione araba in Sicilia, per comprendere in che modo questo gruppo etnico influenzò l'isola anche da un punto di vista culturale. Oltre a parlare del progetto interculturale messo a punto dall'autrice, ci si sofferma su due poesie tratte dall'antologia e tradotte da Valerio Magrelli e Andrea Zanzotto, due italiani contemporanei.
L'influenza araba sulla cultura siciliana e la poesia arabo-siciliana articolo

Indice

  1. Arabi in Sicilia: l'occupazione araba dell'isola raccontata in breve
  2. L'antologia Poeti arabi di Sicilia: un'operazione doppiamente interculturale
  3. Gioisci delle arance che raccogli: poesia di Ali-al-Ballanubi tradotta da Valerio Magrelli
  4. La civettuola, eccola: poesia di Ibn Hamdis tradotta da Andrea Zanzotto

Arabi in Sicilia: l'occupazione araba dell'isola raccontata in breve

La Sicilia per come la conosciamo oggi si deve anche alla conquista dell'isola da parte degli arabi, che avvenne in tempi diversi: i primi contatti cominciano tra il VII e il VIII secolo per raggiungere la conquista definitiva tra il IX e il X secolo.
Una dominazione che durò almeno fino al 1492, anno durante il quale il re di SpagnaFerdinando "Il Cattolico" decise la diaspora per chiunque non fosse di religione cristiana, dunque ebrei e arabi. La permanenza degli arabi nel territorio non influenzò solamente l'architettura e l'economia del territorio, ma anche la cultura e la lingua; basti pensare ai numerosi arabismi presenti nella nostra lingua (darsena, libeccio, tariffa, scirocco, elisir, zenit, sofà, ecc.).
Il periodo di maggior fioritura artistica e culturale della Sicilia musulmana coincise con la terza dinastia Kalbita, quando Palermo divenne capitale di arti, lettere e soprattutto poesia; ma già durante la dominazione aghlabita, la dinastia che iniziò la colonizzazione dell’isola, si ebbe una prima attività di componimenti poetici.
Il merito della riscoperta della poesia arabo-siciliana si deve all'arabista Michele Amari. Più recentemente fu invece l'arabista Francesca Maria Corrao a racchiudere all'interno della sua antologia Poeti arabi di Sicilia le principali poesie dei maggiori esponenti della scuola poetica arabo-siciliana.
Per ulteriori approfondimenti sull'espansione e le conquiste del mondo arabo vedi qui

L'antologia Poeti arabi di Sicilia: un'operazione doppiamente interculturale

Attorno all’anno Mille, in Sicilia nacque un’importante scuola poetica araba che, con i suoi quasi tre secoli di attività, lascerà preziose tracce di una florida produzione offerta dalla miscela di differenti culture. Nel 1987, a circa un millennio di distanza, l'arabista Francesca Maria Corrao rinnovò quella profonda relazione curando un'antologia in cui vengono proposti i versi più significativi dei massimi esponenti della scuola poetica arabo-siciliana, tradotti e interpretati da alcuni tra i più importanti poeti italiani del Novecento.
Un'operazione doppiamente interculturale: per la conoscenza dell'ambiente arabo-siciliano, ponte tra la cultura araba e quella romanza, e per il tipo di traduzione, affidata a poeti italiani contemporanei che sono riusciti a recuperare i temi e i linguaggi di quell'antica poesia.
In quest'opera di traduzione (anche se in realtà è spesso di rifacimento), poeti come Luzi, Fortini, Sanguineti, Zanzotto, Giudici, Magrelli e altri hanno tentato di gettare un ponte tra testi di diversa provenienza culturale; un collegamento che permette il transito di parole e di esperienze.
È questo, d'altra parte, uno dei compiti delle traduzioni, le quali costituiscono un prodotto intimamente interculturale.
Per ulteriori approfondimenti sulla scuola poetica siciliana vedi qui

Gioisci delle arance che raccogli: poesia di Ali-al-Ballanubi tradotta da Valerio Magrelli

La poesia di Ali-al-Ballanubi, poeta arabo-siciliano vissuto a cavallo tra l'XI e il XII secolo, viene qui presentata nella traduzione di Valerio Magrelli.
Ciò che ispira quest'opera sono la fugacità della gioia e del piacere, rappresentata dalle arance viste come dono naturale di bellezza.
Nella poesia le arance vengono rappresentate con alcune metafore: "guance dei rami" per la loro forma tondeggiante; "stelle" e poi "oro" per il loro rilievo cromatico.
Gioisci delle arance che raccogli:
dalla loro presenza viene gioia.
Oh, siano benvenute
queste guance dei rami,
benvenute le stelle di quest'albero.
Si direbbe che il cielo abbia versato oro,
e che per noi la terra abbia forgiato pomi.

La civettuola, eccola: poesia di Ibn Hamdis tradotta da Andrea Zanzotto

La poesia di Ibn Hamdis, poeta arabo in lingua siculo-araba e massimo esponente della poesia arabo-siciliana a cavallo tra l'XI e il XII, viene qui presentata nella traduzione di Andrea Zanzotto.
Da questi versi si può intuire la raffigurazione di una fanciulla che si diverte a tormentare il suo spasimante, e che richiama l'intensità emotiva e la semplicità dei lirici greci antichi.
Quasi ogni coppia di versi presenta una contrapposizione: fra l'indole della donna e quella del poeta (vv. 1-2, 5-6); su aspetti diversi della donna stessa (vv. 3-4); tra la dura realtà presente e la possibile felicità futura (vv. 7-8); tra la colpa della donna e la sua impunità (vv. 11-12).
L'influenza araba sulla cultura siciliana e la poesia arabo-siciliana articolo
La civettuola, eccola, che non molla dal far giocare
la sua indole asprigna contro la mia dolce indole
Com'è slanciata nel suo muovere, col rametto di salice che le dà grazia,
ma nel muovere è pur flessuosa con la duna di sabbia
Quando persiste nel non darmi bado, né inclina
al trepidare che unisce, persisto io nel voler unire
E mi dico forse al disdegno seguirà almeno uno sguardo
e quanta mai verzura crebbe dopo lo sterile secco
Tu che annullasti il mio sonno e il mio sangue versasti,
che il nodo scorsoio stringesti dicendo "sì" alla mia morte
Con il tuo raggiante occhio volutamente m'hai messo a morte
e non c'è nemmeno taglione per chi d'occhi uccide.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza dell'occupazione araba in Sicilia dal punto di vista culturale?
  2. L'occupazione araba in Sicilia ha avuto un impatto significativo sulla cultura e sulla lingua dell'isola, introducendo numerosi arabismi e influenzando l'architettura e l'economia. Durante la dominazione, soprattutto sotto la terza dinastia Kalbita, Palermo divenne un centro di arti e poesia.

  3. In cosa consiste l'antologia "Poeti arabi di Sicilia" curata da Francesca Maria Corrao?
  4. L'antologia "Poeti arabi di Sicilia" è un progetto interculturale che raccoglie poesie dei principali esponenti della scuola poetica arabo-siciliana, tradotte da poeti italiani contemporanei, creando un ponte tra la cultura araba e quella romanza.

  5. Quali sono le caratteristiche della poesia "Gioisci delle arance che raccogli" di Ali-al-Ballanubi?
  6. La poesia di Ali-al-Ballanubi, tradotta da Valerio Magrelli, celebra la fugacità della gioia e del piacere attraverso le arance, viste come un dono naturale di bellezza, utilizzando metafore come "guance dei rami" e "oro" per descriverle.

  7. Come viene rappresentata la figura femminile nella poesia "La civettuola, eccola" di Ibn Hamdis?
  8. Nella poesia di Ibn Hamdis, tradotta da Andrea Zanzotto, la figura femminile è rappresentata come una fanciulla che tormenta il suo spasimante, con contrapposizioni tra la sua indole e quella del poeta, e tra la realtà presente e la possibile felicità futura.

  9. Qual è il ruolo delle traduzioni nell'antologia curata da Francesca Maria Corrao?
  10. Le traduzioni nell'antologia svolgono un ruolo interculturale, permettendo il transito di parole ed esperienze tra culture diverse. Poeti italiani contemporanei hanno reinterpretato i temi e i linguaggi dell'antica poesia arabo-siciliana, creando un collegamento culturale.

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