Concetti Chiave
- Nel Medioevo, la cultura classica non scomparve mai del tutto, grazie alla Chiesa che ne preservò la memoria attraverso i conventi e gli amanuensi.
- Lo scontro tra Paganesimo e Cristianesimo si manifestò nel confronto tra nuove idee cristiane e il sapere antico, con i Padri della Chiesa che cercarono di integrare o rifiutare il pensiero pagano.
- La Patristica occidentale, rappresentata da Sant'Ambrogio e Sant'Agostino, esaltava la fede cristiana senza compromessi con la razionalità e le filosofie pagane.
- La Patristica orientale cercò di assimilare elementi del pensiero pagano, ispirandosi al platonismo e al neoplatonismo, rendendo il dialogo più aperto rispetto alla tradizione occidentale.
- Sant'Agostino propose una soluzione che integrava la sapienza pagana con il Cristianesimo, trovando punti di contatto con il platonismo e il neoplatonismo nella visione spirituale.
Indice
L’apparente scomparsa della cultura classica
Nel Medioevo, il rapporto con la cultura classica non si mai interrotto. Infatti, il cultura scientifica e filosofica medioevale presenta due aspetti: continuità con il mondo classico, necessità di trasformare la cultura classica in funzione delle nuove credenze religiose.Per vari secoli, la storia del Medioevo è caratterizzata dalla scomparsa della grande tradizione greca e romana a causa della progressiva decadenza e alla fine caduta dell’impero romano e cui fecero seguito le invasioni barbariche. Per questo motivo, in Occidente tutta la tradizione fu spazzata via, mentre in Oriente, la memoria e pratica del sapere antico rimasero in vita, grazie all’impero romano-bizantino. Concretamente si può dire che nessuno, in Occidente, era più in grado di leggere il greco, lo stesso latino cominciò a trasformarsi in lingue volgari e tutto il lavoro culturale dei secoli prevedenti venne dimenticato (lettere, filosofia, storia, arti, scienze, tecniche). Questa situazione, tipica del periodo che va dal V all’ VIII secolo, non comportò una totale frattura perché la cultura classica non si spezzò mai del tutto. Basti pensare ai Padri della Chiesa che scrivono in latino, a Cassiodoro, a Isidoro di Siviglia a Fulgenzio che con il loro pensiero si rifanno spesso agli antichi. D’altra parte, occorre ricordare che la Chiesa con i suoi conventi e la paziente opera degli amanuensi costituì una sorta di “rifugio” per la cultura antica; essa riuscì a conservare e a tramandare la cultura classica, facendo in modo che non cadesse dell’oblio.
Lo scontro fra Paganesimo e Cristianesimo
Ma esiste un altro aspetto della cultura medioevale: la presenza continua dello scontro fra le nuove idee cristiane e il sapere del mondo antico, o meglio fra filosi cristiani e filosofi pagani. Quando la fede cristiana comincia a diffondersi, le credenze pagane erano già in crisi, ma il pensiero e la scienza degli antichi ancore molto fiorenti. La filosofia che si era sviluppata intorno a due grandi scuola, l’Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele. Ad esse avevano fatto seguito le scuole ellenistiche come lo scetticismo, l’epicureismo e lo stoicismo, molto diffuso quest’ultimo all’interno dell’impero romano. Occorre precisare che la filosofie antica si fondava non tanto su principi religiosi o confessionali, quanto piuttosto sulla saggezza morale e sui principi razionali. Pertanto era inevitabile che avvenisse uno scontro con il Cristianesimo, i cui contenuti erano rivoluzionari sia dal punto di vista sociale che religioso e in cui la colonna portante era la fede nella vita eterna e la rivelazione evangelica che niente aveva a che vedere con la tradizione pagana politeista e naturalistica. Chi si occupò del rapporto del Cristianesimo con il pensiero e la tradizione pagana furono i grandi Padri della Chiesa dei prima che, con un termine unico sono chiamati “Patristica”.
La Patristica occidentale
La patristica occidentale è rappresentata dal pensiero di Sant’Ambrogio, Sant’Agostino, San Gerolamo e San Gregorio Magno. Nel complesso essa ha l’obiettivo di esaltare il legame dell’insegnamento cristiano con la fede e coglierne l’aspetto irrazionale. Pertanto, viene rifiutato ogni minimo aspetto che si ricolleghi alla razionalità ed ogni compromesso con la varie filosofie presenti nella civiltà pagana. In sintesi si ha la fede in un uomo-Dio, nella sua resurrezione, nella creazione divina a partire dal nulla, nel dogma della trinità ecc. Agli occhi dei pagani la fede cristiana può apparire soltanto come uno scandalo o un errore, secondo quanto afferma S. Paolo, agli occhi di un pagano. Di conseguenza è una fede che deve essere difesa e salvaguardata, ma i cui principi non devono essere oggetto né di spiegazioni, né di giustificazioni razionali.
La Patristica orientale
Invece, la patristica orientale cercò di assimilare gli elementi più interessanti e compatibili del pensiero pagano, soprattutto ispirati dal platonismo e dal neoplatonismo. Fra l’altro il neoplatonismo era l’ultima scuola filosofica dell’antichità, spesso impegnata in confronto con i Cristiani non privo di polemiche. I rappresentanti della patristica orientale provenienti tutti dalla Cappadocia ed erano: Basilio di Cesarea, Gregorio di Nissa e Gregorio di Vazianzo.
Confronto fra le due Patristiche
Le due correnti della Patristica si confrontarono e arrivarono perfino a combattersi in alcuni concili quando si trattava di esaminare i grandi temi delle eresie, con lo scopo di definire la dottrina cristiana dei dogmi.
La soluzione avanzata da Sant’Agostino
L’opera della Patristica raggiunge il culmine con Sant’Agostino, vissuto a cavallo fra il IV e il V secolo. Egli tende ad arrivare ad una soluzione equilibrata che da un lato salvaguardi l’originalità della religione cristiana e dall’altro riesca a concretizzarsi che la sapienza pagana, soprattutto con il pensiero filosofico di Platone e dei neoplatonici.A ben riflettere, il pensiero di Platone e del Neoplatonismo non era così distante dalla visione del mondo elaborata dal Cristianesimo. Esse sostenevano la superiorità della verità spirituale sulla vita terrena e dell’anima sul corpo, proprio come i Vangeli.
Pertanto, in sintesi, si può affermare che nel pensiero di Sant’Agostino è presente una notevole componente platonica, che, più tardi, ritroveremo nel dibattito teologico che vedrà l’Ordine Domenicano opporsi all’Ordine Francescano.
Domande da interrogazione
- Qual è stato il ruolo della Chiesa nel preservare la cultura classica durante il Medioevo?
- In che modo si è manifestato lo scontro tra Paganesimo e Cristianesimo nel Medioevo?
- Quali sono le caratteristiche principali della Patristica occidentale?
- Come si differenzia la Patristica orientale da quella occidentale?
- Qual è stata la soluzione proposta da Sant'Agostino riguardo al rapporto tra Cristianesimo e sapienza pagana?
La Chiesa, attraverso i suoi conventi e l'opera degli amanuensi, ha costituito un "rifugio" per la cultura antica, riuscendo a conservare e tramandare la cultura classica, evitando che cadesse nell'oblio.
Lo scontro si è manifestato attraverso il confronto tra le nuove idee cristiane e il sapere del mondo antico, con i filosofi cristiani che si opponevano ai filosofi pagani, poiché il Cristianesimo presentava contenuti rivoluzionari rispetto alla tradizione pagana.
La Patristica occidentale, rappresentata da figure come Sant'Ambrogio e Sant'Agostino, esalta il legame dell'insegnamento cristiano con la fede, rifiutando ogni compromesso con la razionalità e le filosofie pagane, e difendendo i principi cristiani senza giustificazioni razionali.
La Patristica orientale cercò di assimilare elementi compatibili del pensiero pagano, ispirandosi al platonismo e al neoplatonismo, a differenza della Patristica occidentale che rifiutava tali compromessi.
Sant'Agostino ha proposto una soluzione equilibrata che salvaguarda l'originalità del Cristianesimo, integrando la sapienza pagana, soprattutto il pensiero di Platone e dei neoplatonici, che non era distante dalla visione cristiana della superiorità della verità spirituale.