Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Le invasioni barbariche causarono la dissoluzione della cultura filosofica e scientifica in Europa, lasciando pochi strumenti culturali basati sull'elaborazione dei padri della Patristica.
  • La Rinascenza carolingia, promossa da Carlo Magno, vide la creazione della Scuola Palatina e il rilancio della cultura e dell'istruzione sotto la guida di Alcuino di York.
  • Il periodo successivo all'età carolingia vide una rinascita culturale con l'interazione tra culture bizantina e araba, influenzando campi come matematica, astronomia, e medicina.
  • La filosofia scolastica raggiunse il suo apogeo nel XII secolo, influenzata dall'introduzione del pensiero aristotelico e dalle dispute su fede e ragione, che portarono alla nascita delle università in Europa.
  • Guglielmo Ockham e Roger Bacon separarono ulteriormente fede e ragione, affermando che la scienza si basa sulla logica e che la fede è una questione di volontà spirituale, segnando la fine del Medioevo.

Indice

  1. Effetti culturali delle invasioni barbariche
  2. La Rinascenza carolingia
  3. L’ascesa della cultura dopo Carlo Magno
  4. I dialettici e gli anti dialettici
  5. La soluzione di Anselmo d’Aosta
  6. Conseguenza delle dispute filosofiche
  7. L’intervento di San Tommaso d’Aquino
  8. L’opposizione a S. Tommaso d’Aquino: i Francescani
  9. Il pensiero di Guglielmo Ockham

Effetti culturali delle invasioni barbariche

Quando le invasioni barbariche si abbatterono sull’Europa, la cultura filosofica scientifica subì effetti di dissoluzione. Gli strumenti culturali rimasti in piedi erano scarsi ed è su questi dati che si risalire la china per ricostruire il tutto. Questi dati erano soprattutto costituiti dall’elaborazione che i grandi padri della Patristica (San Girolamo, Sant’Ambrogio, Sant’Agostino e San Gregorio Magno) avevano fatto della cultura. Tale cultura si trasmise, anche se a volte in modo non corretto e polemico per tutti i secoli dell’Alto Medioevo. Tutta l’opera di Platone, in occidente non fu più disponibile, fatta eccezione per il Timeo di Platone, la cui dottrina cosmologica servì per secoli come modello alle concezioni cristiane del mondo fisico e astronomico, anche se si trattava di una dottrina simbolica, ideale e allegorica, invece di essere propriamente scientifica.
Di Aristotele rimase soltanto una parte degli scritti di logica, mentre scomparvero del tutto le opere metafisiche e scientifiche, che costituivano la parte più importante del sapere antico.
In generale, l’alto Medioevo organizzò i pochi dati rimasti della cultura classica sotto forma di commento o di sintesi a carattere enciclopedico, com’è il caso di Cassiodoro o di Severino. Quest’ultimo, vissuto fra il 480 e il 526 viene considerato il padre della cultura medioevale e la sua opera servì per secoli come modello e fonte principale di conoscenza.

La Rinascenza carolingia

Tra il VII e il IX secolo, la cultura raggiunge i livelli più bassi. Invece, nelle regioni europee culturalmente più povere dal punto di vista culturale come l’Irlanda, la Scozia e l’Inghilterra, conservarono meglio un piccolo patrimonio di conoscenze, perché subirono le invasioni barbariche. Qui operò Beda il Venerabile, monaco e scrittore di origine anglosassone, ricordato anche da Dante.
Quando nell’800, Carlo Magno ripristina l’unità politica europea, con l’istituzione del Sacro Romano Impero, prese a cuore anche il problema della rinascita della cultura e dell’istruzione. Affidò questo incarico ad Alcuino di York, un pensatore e teologo anglosassone.
Fu così organizzata la Scuola Palatina (= scuola di Palazzo), che diventò il centro della Rinascenza carolingia. Egli compose tutta una serie di manuali che rimasero in uso per quasi tre secoli e suddivise in sapere delle note Arti liberali, divise in Trivio e Quadrivio, che in seguito furono assunte a ruolo di regole universali.

L’ascesa della cultura dopo Carlo Magno

Dall’età carolingia in poi, la cultura conobbe una forte ascesa. Furono ripresi i contatti con la cultura bizantina e iniziarono i rapporti con quella araba, importanti questi ultimi in matematica, geometria, matematica, meccanica, astronomia e medicina. Anche all’interno della Chiesa stessa si ebbe un nuovo e significativo fervore culturale che ispirò il moto di rinnovamento morale e spirituale partito dall’0abbazia di Cluny. Molte abbazie legate a diversi ordini monastici (Benedettini, Domenicani, Francescani, Cistercensi, ecc.) diventarono centri di studio umanistici e scientifici ed assunsero il ruolo di guide culturali.
Con la ripresa degli studi, ripresero anche i dibattiti e primo fra tutti il problema del rapporto tra filosofia e rivelazione.

I dialettici e gli anti dialettici

Nel corso dell’ XI si ebbe la lotta fra i dialettici e gli altri dialettici che in pratica riprendeva il vecchio problema discusso dalla Patristica. I dialettici, prendevano le posse dalla logica di Aristotele per sviluppare un’arte della discussione e della dimostrazione molto sottile per applicarne poi la procedura e il risultato alla teologia cristiana. Questo provocò un grosso scandalo e ispirò la reazione degli anti dialettici come Pier Damiani che condannavano ogni forma di sapere laico per salvare i dogmi della fede.

La soluzione di Anselmo d’Aosta

Questa contesa fra dialettici e anti dialettici trova una soluzione in Anselmo d’Aosta, vissuto nell’ XI secolo. Egli si occupò soprattutto del rapporto fra fede e ragione arrivando alla conclusione seguente: la fede non deve essere cieca, ma richiedere sempre l’aiuto della ragione. Tuttavia, la fede è il dato di partenza a cui la ragione deve essere applicata come strumento per chiarire e per sostenere. Celebre è la sua frase “credo ut intellegam” = credo per capire) che riassuma il suo modo di concepire la questione.
La soluzione di Anselmo d’Aosta fu oggetto di studi, approfondimenti e sviluppi. Si sostiene che la ragiona, una volta legittimata, tende sempre ad uscire dalla sua posizione subalterna rispetto alla fede e rivendica quindi la sua autonoma funzione. Questo succede con il più grande maestro della filosofia Scolastica, Abelardo, vissuto fra il 1079 e il 1142.. Per il filosofo non è possibile credere per capire perché prima bisogna aver chiaro ciò che si crede. Infatti il pensiero di Abelardo si riassume nella frase “intellego ut credam” (= capisco per cedere), un concetto che suscitò l’opposizione accanita da parte di San Bernardo e delle autorità ecclesiastiche in generale.

Conseguenza delle dispute filosofiche

La diffusione di tante dispute comportò due conseguenze molto rilevanti: 1) la diffusione in Europa del pensiero arabo (con Avicenna e Averroè) che fece conoscere il pensiero di Platone e soprattutto di Aristotele che nel tempo erano stati dimenticati 2) la nascita delle università (Bologna, Salerno, Parigi, Oxford, ecc.) in cui a fianco del tradizionale insegnamento ecclesiastico cominciarono a coesistere i primi docenti laici. In esse erano frequenti le battaglie ideologiche che, in alcuni casi sfociarono perfino in scontri fisici. Per quanto riguarda la filosofia Scolastica, essa raggiunge l’apogeo nel XII secolo per poi avviarsi quasi subito verso il declino.
La riscoperta del pensiero aristotelico sconvolse il sapere europeo, sia a livello filosofico che scientifico e morale. La Chiesa considera pagano il pensiero di Aristotele e per questo cercò con tutti i mezzi di impedire la diffusione del pensiero aristotelico. Ma ogni tentativo fu vano perché
in tutte le Università si diffuse il concetto delle due verità derivato dal pensiero di Averroè in basse al quale fede e ragione sono due ambiti nettamente distinti perché ciò che è vero per la fede non lo può essere per la ragione e viceversa.

L’intervento di San Tommaso d’Aquino

Merito di San Tommaso di Acquino è di aver tentato di trovare un accorto tra il pensiero di Aristotele e il Cristianesimo. Egli parte dall’idea che il pensatore greco occupa un posto rilevante e indiscutibile nella ragione umana. D’altra parte la ragione è il procedimento che segue la Teologia quando si tratta di dimostrare delle verità. Pertanto, eli conclude che la ragione si armonizza bene con la fede e la rivelazione
Questa si chiama Tomismo e costituisce una delle più grandi sintesi fra pensiero pagano e pensiero cristiano, sempre attuale, anche nel pensiero moderno.

L’opposizione a S. Tommaso d’Aquino: i Francescani

L’Università di Parigi e dell’ordine francescano si opposero con vemenza al pensiero di San Tommaso d’Aquino e Dei domenicani. I Francescani erano più orientati verso la dimensione mistica della religione, tralasciando, quindi l’aspetto razionale anche se compatibile con la fede e ebbero come centro di diffusione Chartres e l’abbazia parigina di Saint-Victor. Per essi la fede è contemplazione, slancio interiore e emotività. Invece, per i Domenicani, la fede si coniuga con la razionalità e se i Francescani trovano in Sant’Agostino la loro guida e attraverso lui, essi arrivano a Platone, i Domenicani sono rivolti verso Aristotele, tramite l’opera di San Tommaso d’Aquino. I francescani accentuano l’autonomia della fede che non può essere ridotta ai principi della ragione: la fede ha ragioni che la ragione non può avere, essi affermavano. Dopo gli scontri con l’Università di Parigi, i Francescani riuscirono ad imporre la propria influenza nell’Università di Oxford.

Il pensiero di Guglielmo Ockham

In questa atmosfera, fiorì l’opera di Roger Bacon e di Guglielmo Ockham che portarono alle estreme conseguenze la separazione fra fede e ragione. Per Ockham la scienza si basa sulla logica e fuori da questo ambito, la logica non ha più nessun valore. I contenuti delle fede non costituiscono una verità basata sull’esperienza, bensì oggetto di volontà spirituale Per questo motivo l’idea di applicare alla fede i procedimenti dimostrativi della logica sono assurdi e non conducono ad alcuna conclusione valida. Quando Marsilio da Padova afferma che lo Stato ha una totale autonomia civile rispetto al potere spirituale e temporale della Chiesa, orma, si può dire che il Medioevo si è concluso.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono gli effetti culturali delle invasioni barbariche sull'Europa?
  2. Le invasioni barbariche causarono la dissoluzione della cultura filosofica e scientifica in Europa, lasciando pochi strumenti culturali, principalmente basati sull'elaborazione dei padri della Patristica.

  3. Come contribuì Carlo Magno alla rinascita culturale in Europa?
  4. Carlo Magno ripristinò l'unità politica europea e promosse la rinascita culturale istituendo la Scuola Palatina, affidando ad Alcuino di York il compito di organizzare l'istruzione e la cultura.

  5. Qual era la posizione di Anselmo d’Aosta riguardo al rapporto tra fede e ragione?
  6. Anselmo d’Aosta sosteneva che la fede non deve essere cieca e richiede l'aiuto della ragione, con la fede come punto di partenza e la ragione come strumento per chiarire e sostenere.

  7. Quali furono le conseguenze delle dispute filosofiche nel Medioevo?
  8. Le dispute filosofiche portarono alla diffusione del pensiero arabo in Europa e alla nascita delle università, dove coesistevano insegnamenti ecclesiastici e laici, favorendo battaglie ideologiche.

  9. In che modo Guglielmo Ockham influenzò il pensiero medievale?
  10. Guglielmo Ockham accentuò la separazione tra fede e ragione, sostenendo che la scienza si basa sulla logica e che i procedimenti logici non si applicano alla fede, considerata oggetto di volontà spirituale.

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