Fabrizio Del Dongo
Genius
7 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Nel Medioevo, il termine "meraviglioso" indicava fenomeni reali ma inspiegabili, diversamente dall'attuale associazione con il genere fantasy e l'immaginazione.
  • Diverse tipologie di meraviglioso derivavano da influenze religiose, folcloristiche e dall'esplorazione, con la Chiesa che tentava di collegarlo ai miracoli divini o satanici.
  • I racconti di viaggio medievali, come il Milione di Marco Polo, combinavano osservazioni reali e amplificazioni fantasiose, rendendo il meraviglioso orientale una sintesi di realtà e fantasia.
  • Nei romanzi del ciclo arturiano, il meraviglioso si manifesta attraverso elementi magici e soprannaturali, conferendo un aspetto poetico e religioso alle narrazioni cavalleresche.
  • L'iperbole e l'accumulazione sono usate nei testi medievali per esprimere meraviglia, enfatizzando dimensioni titaniche e numeri straordinari, come visto nella Chanson de Roland e ne Il milione.

Indice

  1. Il concetto di meraviglioso nel Medioevo
  2. Il meraviglioso sacro e popolare
  3. Viaggi e racconti di meraviglie
  4. Il meraviglioso nei romanzi arturiani
  5. Iperbole e meraviglia nei testi epici
  6. La dimensione del meraviglioso
  7. Meraviglie vicine e lontane

Il concetto di meraviglioso nel Medioevo

Il nostro modo di intendere il “meraviglioso” è del tutto diverso da come veniva inteso nel Medioevo. Oggi noi facciamo coincidere il meraviglioso col fantastico, e il risultato è qualcosa che è frutto della pura fantasia dello scrittore e quindi inesistente.

Addirittura, corrisponde ad un apposito genere letterario: il genere fantasy.

Invece, per l’uomo del Medioevo il meraviglioso, pur non essendo spiegabile, era reale.

Il termine che, molto comunemente indicava questi fenomeni erano : mirabilia in latino e merveilles in francese. Essendo entrambi i termini plurali, essi ci fanno capire che indicavano l’insieme delle cose o dei fatti che, nell’essere umano suscitano meraviglia.

Il meraviglioso sacro e popolare

Esistevano vari tipi di meraviglioso, dipendenti da culture, situazioni e tradizioni diverse. La Chiesa tentò di far coincidere il meraviglioso (= credibile) con il miracolo e di ricondurre ogni fenomeno straordinario all’intervento diretto di Dio oppure, in alcuni casi all’intervento di Satana e pertanto assimilabile alla realtà. Tuttavia, il meraviglioso sacro, controllato dalla religione, si affiancava fortemente a quello che derivava dal folklore popolare, spesso con antiche e sempre presenti radici pagane. Esisteva anche il meraviglioso derivato dall’esplorazione di nuovi paesi, soprattutto orientali, in coincidenza con il diffondersi delle attività mercantili e della classe borghese dei commercio e degli affari.

Viaggi e racconti di meraviglie

In viaggi in oriente, che è sempre stata una terra di mostri e di meraviglie fin dall’antichità classica, rappresentano un tipico esempio di sintesi fra rappresentazione di fenomeni naturali, oggi spiegabili, ma a incomprensibili e quindi “meravigliosi” agli occhi del viaggiatore medioevale e amplificazioni superstiziose e fantasiose. Il viaggiatore del Medioevo non solo racconta ciò che ha visto, in modo più o meno oggettivo, ma nella sua esperienza inserisce anche ricordi delle sue letture e fantasie narrate da altre relative a quegli stessi paesi di cui egli può vantare un’ esperienza diretta. Il caso più significativo ci è offerto dal Milione di Marco Polo, che originariamente portava il titolo Le livre des merveilles. Se da un lato lo scrittore riferisce ciò che ha veramente visto e toccato con mano, dall’altro non esita ad aggiungere delle amplificazioni, dando così al suo racconto un taglio più fantastico.

Il meraviglioso nei romanzi arturiani

Nel Medioevo, i romanzi del ciclo arturiano si svolgono in un realistico universo feudale ma il meraviglioso fa frequenti apparizioni: il regno di Re Artù viene spesso indicato con il nome di Logres "che un tempo era la terra degli orchi" prima di essere il Regno di Bretagna. Vi troviamo luoghi incantati (la Fontana Barenton o la Valle del Non Ritorno nella foresta di Brocéliande), oggetti magici (la spada Excalibur), esseri dotati di poteri soprannaturali (Merlino e le fate Viviane o Morgane), creature mostruose (i draghi). Il meraviglioso conferisce ai romanzi cavallereschi una dimensione poetica alla quale siamo sensibili oggi ma che aveva un significato religioso nel Medioevo: superando vittoriosamente ostacoli soprannaturali, i cavalieri combattevano le forze del male e assicuravano il trionfo dei valori del Cristianesimo.

Iperbole e meraviglia nei testi epici

Il meraviglioso è associato all'iperbole. Questa caratteristica si ritrova regolarmente nei testi epici medievali, dove gli eserciti sono formati da centinaia di migliaia di guerrieri. "La battaglia è meravigliosa e pesante, Rolando colpisce bene, e Oliviero; e l'arcivescovo risponde più di mille colpi, e non sono esclusi i dodici pari, né i francesi, che colpiscono tutti insieme. A centinaia e a migliaia, i pagani muoiono.", scrive l'autore della Chanson de Roland (fine XI secolo).

Un simile processo di accumulazione dei numeri è impiegato anche ne Il milione di Marco Polo, quando l’autore descrive le cacce dell'imperatore cinese Kubliai Khan. "Dopo una lunga marcia, il Gran Khan giunse a Caccia Modim, dove trovò diecimila bellissimi e ricchi padiglioni. Questi sono i suoi, quelli dei suoi figli, quelli dei suoi signori e quelli delle sue amanti. Ecco il padiglione del Gran Khan La tenda dove il signore tiene la sua corte è così grande che un migliaio di persone potrebbero facilmente riunirvisi."

La dimensione del meraviglioso

Pertanto, la dimensione ci consente anche di esprimere meraviglia. Nei testi medievali sono numerosissime le costruzioni titaniche, le bestie enormi o i giganti che, nella Chanson de Roland, combattono a fianco dei Saraceni. Il pensiero analogico medievale associa la grande taglia e l'anzianità, anche se notevole. Il corpo attribuito a Re Artù scoperto nell'abbazia di Glastonbury alla fine del XII secolo è così descritto dallo storico gallese Giraud de Barri, contemporaneo dei fatti: "Una tibia, un'estremità della quale fu posta a terra accanto a quella dell'uomo più alto lì […] stava ben sopra di lui tre dita sopra il ginocchio. Il cranio era prodigiosamente vasto, tanto che tra le due orbite c'era più della larghezza di una mano.

Meraviglie vicine e lontane

Nel Medioevo il meraviglioso non è sempre lontano. Può essere vicino, ma resta riservato a spazi particolari, come le isole e le foreste, in cui si avventurano i cavalieri del ciclo del Re Artù. La meraviglia che vi incontriamo non segnano un cambiamento geografico di scenario, ma temporale, poiché sembra incarnare le sopravvivenze di un passato precristiano. Questo non è necessariamente associato al paganesimo nordico. La Cronaca del monaco di Saint-Denys, composta all'inizio del XV secolo, racconta che nel 1380 il re di Francia Carlo VI incontrò nella foresta di Senlis un cervo che portava un collare su cui era incisa un'iscrizione latina che affermava che l'oggetto gli era stato donato da Giulio Cesare. Al re fu allora assicurato che quell'animale viveva in questo bosco fin dall'antichità. Il motivo è di nuovo comune nella letteratura fantasy, popolata da elfi millenari.

Domande da interrogazione

  1. Come veniva inteso il concetto di "meraviglioso" nel Medioevo rispetto ad oggi?
  2. Nel Medioevo, il "meraviglioso" era considerato reale, anche se inspiegabile, mentre oggi è spesso associato al fantastico e al genere fantasy, frutto della pura fantasia dello scrittore.

  3. Quali erano le diverse forme di meraviglioso nel Medioevo?
  4. Esistevano vari tipi di meraviglioso, tra cui quello sacro legato ai miracoli, quello popolare con radici pagane, e quello derivato dall'esplorazione di nuovi paesi, specialmente orientali.

  5. In che modo i viaggi influenzavano i racconti di meraviglie nel Medioevo?
  6. I viaggi, specialmente in Oriente, combinavano fenomeni naturali con amplificazioni superstiziose e fantasiose, come nel caso del "Milione" di Marco Polo, che mescolava osservazioni reali con elementi fantastici.

  7. Qual è il ruolo del meraviglioso nei romanzi arturiani?
  8. Nei romanzi arturiani, il meraviglioso appare attraverso luoghi incantati, oggetti magici e creature soprannaturali, conferendo una dimensione poetica e religiosa, dove i cavalieri combattono le forze del male.

  9. Come si manifesta l'iperbole nei testi epici medievali?
  10. L'iperbole nei testi epici medievali si manifesta attraverso descrizioni esagerate, come eserciti di centinaia di migliaia di guerrieri, e viene utilizzata per esprimere meraviglia e grandezza, come nella "Chanson de Roland".

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community