Concetti Chiave
- La canzone è una forma letteraria alta originata dalla Scuola siciliana nel XIII secolo, influenzata dalla canzà provenzale.
- Francesco Petrarca ha sviluppato la canzone petrarchesca, caratterizzata da strofe di endecasillabi e settenari, con una struttura rigida e un congedo finale.
- Il ritmo della canzone varia a seconda della predominanza di endecasillabi o settenari, influenzando la solennità o leggerezza del componimento.
- Nell'Ottocento, Giacomo Leopardi ha introdotto la canzone libera, priva di schemi fissi, con stanze e rime variabili.
- Nel Novecento, la forma metrica della canzone è stata ripresa e rinnovata da poeti come Giosue Carducci e Vincenzo Cardarelli.
Indice
Origini della canzone italiana
La canzone è a forma più alta della nostra tradizione letteraria. I primi a servirsene in Italia furono i poeti della Scuola siciliana (fiorita verso la metà del XIII secolo presso la corte di Federico II di Svevia) che scrissero canzoni prendendo a modello la canzà provenzale; attraverso i poeti dello Stilnovo la canzone giunse a Francesco Petrarca (1304-74) con il quale ottenne la sua forma canonica, da cui il nome di canzone petrarchesca.
Struttura della canzone petrarchesca
La canzone petrarchesca è formata da alcune strofe di endecasillabi e settenari, dette stanze (in genere da cinque a sette), uguali fra loro per numero dì versi e schema delle rime, e da una strofa finale, più breve, detta congedo. Le stanze presentano due parti: la fronte (suddivisa a sua volta in due piedi identici fra loro) e la sirma
Tra fronte e sirma si trova spesso un verso che rima con l’ultimo della fronte e prende il nome di concatenazione o chiave.
La proporzione di enedecasillabi e settenari è variabile: la prevalenza di endecasillabi produce un ritmo più solenne, quella di settenari un ritmo più leggero, cantabile.
Evoluzione della canzone nell'Ottocento
Il modello petrarchesco soprawisse fino all’Ottocento quando Giacomo Leopardi (1798-1837) sperimentò la canzone libera, formata da un numero variabile di stanze, composte a loro volta da un numero variabile di endecasillabi e settenari liberamente alternati e liberamente rimanti fra loro, al di fuori di qualsiasi schema prestabilito.
Ripresa della canzone nel Novecento
Alla fine dell’Ottocento la forma metrica della canzone è stata ripresa da Giosue Carducci (1835-1907) e nel corso del Novecento da Vincenzo Cardarelli (1887-1958) nell’ambito di un processo di recupero dei metri classici.