Concetti Chiave
- Con la morte di Lorenzo il Magnifico, le tensioni tra Francia e Spagna portarono alla divisione dell'Italia, sancita dalla pace di Cateau-Cambresis nel 1559.
- Durante il Rinascimento, si svilupparono due correnti letterarie: il classicismo, che esaltava l'eredità greco-romana, e l'anticlassicismo, che sfidava tali norme con satira e parodia.
- La società rinascimentale era caratterizzata da una "rifeudalizzazione" economica, con un'economia parassitaria e un'aristocrazia che investiva in beni immobili piuttosto che in commercio.
- La stampa, introdotta da Gutenberg nel 1455, rivoluzionò la cultura, permettendo agli intellettuali di operare indipendentemente dalle corti e diffondere idee anticonformiste.
- Le teorie linguistiche del Rinascimento cercavano di unificare la lingua italiana, proponendo modelli come il classicismo volgare, la teoria cortigiana e la teoria fiorentinista.
Indice
- La fine della stabilità politica italiana
- Divisione dell'Italia post-Cateau-Cambresis
- Debolezze e cambiamenti nelle città italiane
- Economia parassitaria e rifeudalizzazione
- Contrasti economici tra Italia e Nord Europa
- Riforma protestante e Concilio di Trento
- Classicismo e anticlassicismo nel Rinascimento
- Luoghi della cultura rinascimentale
- Teorie linguistiche del Rinascimento
- Generi letterari del Rinascimento
La fine della stabilità politica italiana
Con la morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492, le vicende politiche italiane divennero sempre più complesse, portando alla fine della stabilità politica nella penisola.
In particolare furono due le potenze che si scontrarono per la conquista del suo dominio: la Francia e la Spagna; La Spagna sconfigge la Francia nonostante i sovrani francesi fossero riusciti in tempo di guerra ad impadronirsi temporaneamente del Regno di Napoli, del Ducato di Milano e a portare a termine il sacco di Roma nel 1527.Divisione dell'Italia post-Cateau-Cambresis
Lo scontro terminò con la pace di Cateau-Cambresis (1559), che vide l’Italia dividersi in:
•Domini indipendenti: Repubblica di Venezia e il Granducato di Toscana;
•Parte spagnola: Repubblica di Genova, Ducati di Parma, Modena (alleati/vassalli spagnoli), Regno di Sicilia, Milano, Regno di Napoli, Sardegna (domini spagnoli).
•Parte francese: Marchesato di Saluzzo.
Debolezze e cambiamenti nelle città italiane
Particolari dal punto di vista storico erano le situazioni della Chiesa, di Firenze e di Venezia.
•Lo stato della Chiesa mostra la sua debolezza quando Cesare Borgia, figlio del pontefice Alessandro VI, conquista le Romagne creando uno stato forte nell’Italia centrale, destinato tuttavia a cadere con la morte del Papa.
•Firenze vede la cacciata dei Medici in seguito a diverse rivolte popolari suscitate dalla discesa di Carlo VIII in Italia; si forma dunque la Repubblica che cade con la condanna a morte di Girolamo Savonarola e vede il ritorno dei medici. Viene tuttavia proclamata una seconda Repubblica che cadrà a sua volta dopo soli tre anni.
•Solo Venezia manterrà la sua autonomia.
Economia parassitaria e rifeudalizzazione
Dal punto di vista economico, similmente a quanto avvenuto nel secolo precedente, la società delle corti è costituita sostanzialmente dall’aristocrazia e dalla ricca borghesia, le quali tuttavia abbandonano la tendenza mercantile a favore dell’acquisto di terre e di beni immobili. Si tratta dunque di un’economia prevalentemente parassitaria che non viene cioè compensata dall’incremento delle attività imprenditoriali e produttive. Questo è il periodo in cui si verifica il processo che verrà denominato rifeudalizzazione dei rapporti sociali, che finisce per interessare tutta l’Italia ed estendersi nel secolo successivo. Lo stato generale di recessione economica si riflette soprattutto sulla povera gente che paga più duramente anche gli effetti delle carestie, delle epidemie e delle distruzioni dovute alle invasioni straniere.
Contrasti economici tra Italia e Nord Europa
La situazione tuttavia nel contesto europeo e soprattutto nel Nord Europa è diversa, poiché si assiste alla nascita e all’affermazione del capitalismo moderno ossia l’investimento del denaro in macchine, attrezzi e materie prime che determinano la moltiplicazione vertiginosa dei profitti. Ad incrementare questo tipo di economia, monetaria produttivistica e mercantile contribuiscono anche le scoperte geografiche che determinano lo spostamento dell’asse commerciale dal Mediterraneo all’Atlantico.
Riforma protestante e Concilio di Trento
L’Italia resta inoltre estranea al grande processo di scissione della Chiesa, dovuto alla riforma protestante, sorta in Germania nel Quattrocento, nata per combattere i privilegi del clero e rispondente alle esigenze economiche e sociali. Il Concilio di Trento fallisce nel sanare questa scissione ribadendo tuttavia per l’Italia la situazione preesistente.
Classicismo e anticlassicismo nel Rinascimento
Nel corso del Rinascimento si vengono a formare due diverse concezioni della letteratura e dell'arte.
•Il classicismo; viene portato a compimento il processo già avviato durante l’umanesimo basato sul principio dell’imitazione dei classici trasferiti a pieno titolo alla letteratura in volgare. Il classicismo nasce dalla convinzione da parte dei rinascimentali di essere gli eredi di una somma altissima di valori, quelli della latinità, che occorre riproporre e perfezionare. Caratteristici del Rinascimento appaiono il classicismo formale, il sentimento della bellezza intesa come equilibrio spirituale e ordine intellettuale, una ricerca delle proporzioni che ha alcune delle sue massime espressioni nell’arte figurativa. Dunque i classicisti si rifanno ai modelli greci e latini, ai quali vengono aggiunti autori anche della tradizione volgare italiana quali Petrarca e Boccaccio. Il classicismo si basa anche su una tendenza idealistica che trova come maggiori esponenti Pietro Bembo e i lirici petrarchisti.
•L'anticlassicimo; nasce come reazione alle regole del classicismo e al principio di imitazione e trova espressione nelle diverse forme del comico e della parodia; la letteratura anticlassicista propone una visione delle cose dal basso, aderendo a quella tradizione carnevalesca profondamente radicata nella cultura popolare, di cui coglie gli aspetti materiali e corporei, oltre che le componenti satiriche, irriverenti e dissacranti. La letteratura anticlassicista dunque mette in atto una deformazione e un ribaltamento dei principi e dei valori tradizionali, tramite il rifiuto dell’equilibrio e del decoro formale ed una visione ambigua ed inquieta del reale. I maggiori esponenti di questa corrente furono Niccolò Machiavelli, Francesco Guicciardini e Ludovico Ariosto.
Luoghi della cultura rinascimentale
Durante il Rinascimento inoltre furono diversi i luoghi della cultura ad affermarsi.
La corte: il centro della vita politica, economica e culturale dei principati italiani. Così come era avvenuto nel corso dell’umanesimo i principi accolgono e proteggono gli intellettuali, dando luogo al fenomeno del mecenatismo e creando all’interno della propria corte non solo consenso e prestigio, ma anche promozione delle attività culturali e sfoggio di lustro e raffinatezza. È in questo contesto che si delinea l’atteggiamento dell’edonismo, basato sulla ricerca di un piacere sublime e raffinato; Il valore più importante è la bellezza e lo scopo dell’esistenza è la ricerca del piacere. La corte tuttavia si indebolisce ed entra in crisi nella metà del XVI secolo.
La stamperia; nel 1455 Gutenberg inventa la stampa. Le stamperie diventano il luogo di impiego di molti intellettuali, i quali vogliono conservare l’autonomia rispetto all’ambiente cortigiano ed accademico, elaborando e diffondendo esempi di cultura anticonformista e antidogmatica. Si delinea così un nuovo rapporto con il pubblico e nasce la figura dell’intellettuale indipendente.
Accademie e università; nascono come luogo di liberi incontri di personalità intellettuali e diventano centri di prestigio e di potere, si trasformano da gruppi di aggregazione spontanea in organismi ufficiali sotto la protezione e il controllo dei principi. L’attività filologica di ricerca e sperimentazione, che trovò ampia diffusione durante l’umanesimo, viene sostituita dalla finalità di conservare la tradizione culturale.
Si afferma la figura dell’intellettuale cortigiano, soprattutto in relazione alla fioritura delle corti signorili e principesche. L’intellettuale cortigiano è un uomo di cultura che si mette a disposizione delle grandi casate aristocratiche o della Chiesa per ottenere in cambio vantaggi di tipo economico o sociale. Questo porta a conseguenze devastanti sull’indipendenza e sull’autonomia di pensiero, poiché l’intellettuale cortigiano è obbligato ad adeguarsi ai valori di un ambito culturale chiuso e ristretto e ad abbandonare la funzione educativa e civile nei confronti della società. Inoltre gli intellettuali cortigiani svolgono anche una funzione decorativa, celebrativa e di propaganda nei confronti dei principi e dei mecenati che li accolgono, sfociando nel servilismo e nell’adulazione. Si assiste tuttavia anche ad una professionalizzazione dell’attività intellettuale, in quanto tali personalità svolgono anche mansioni di tipo amministrativo o diplomatico per conto dei propri signori o della Chiesa.
Teorie linguistiche del Rinascimento
Oltre alle diverse correnti letterarie, nel corso del Rinascimento si vengono a formare anche diverse teorie riguardanti la lingua.
La prima fu la teoria del classicismo volgare, basata sull’imitazione di un modello linguistico proveniente dalla tradizione letteraria Toscana trecentesca, identificabile in Petrarca e Boccaccio. Lo scopo era quello di superare la frammentazione linguistica e di stabilire una sorta di uniformità culturale in tutta la penisola italica, proponendo un modello facilmente accessibile perché i contenuti in alcune opere letterarie di grande diffusione. Tuttavia il difetto di questa teoria stava nel sostenere una lingua troppo rigida e immutabile, non aperta alle sperimentazioni.
La teoria cortigiana era invece basata sulla proposta di una lingua colta, quella proveniente dalle conversazioni all’interno delle varie corti italiane. Non esisteva dunque un unico modello, ma si sceglievano le soluzioni migliori, elaborate dalle diverse tradizioni linguistiche cortigiane, in modo tale da poter creare un rapporto più stretto tra la lingua letteraria e la lingua parlata. Tuttavia il limite di questa teoria stava nella difficoltà di mantenere l’unità linguistica sulla base stessa della forte varietà e in assenza di un modello unificatore.
Infine la teoria fiorentinista costituiva una soluzione intermedia, poiché proponeva un modello unico, ossia il fiorentino, aderente all’uso parlato, ossia la conversazione colta. Tale teoria cercava di evitare un modello linguistico troppo rigido e di promuovere gli aspetti più espressivi e sperimentali della lingua parlata, non trovando tuttavia ampia diffusione a causa della perdita del ruolo centrale nella letteratura italiana da parte della città di Firenze.
Generi letterari del Rinascimento
I generi letterari che si diffusero maggiormente nel corso del Rinascimento furono:
Prosa: la trattatistica di argomento politico, che trova come maggiore esponente Nicolò Machiavelli e che affronta spesso la questione della debolezza degli Stati italiani di fronte al consolidamento delle grandi potenze europee. La storiografia e le relazioni di viaggio, che trovano grande diffusione viste le nuove scoperte in ambito geografico del tempo, a partire dalla scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. La novellistica, caratterizzata da un alto livello sperimentale sotto l’aspetto dello stile e dei contenuti. Il poema cavalleresco, che mescolava temi e personaggi tratti dai cicli bretone ed arturiano e che si diffonderà moltissimo con Matteo Maria Boiardo e Ludovico Aristo.
Teatro: la commedia, che seguiva i modelli di Plauto e Terenzio e quelli di alcune novelle di Boccaccio. Mischiava tra loro i temi satirici e la magia, l’erotismo eccetera.
Domande da interrogazione
- Quali furono le conseguenze della morte di Lorenzo il Magnifico sulla stabilità politica italiana?
- Come si divise l'Italia dopo la pace di Cateau-Cambresis?
- Quali furono le principali debolezze economiche dell'Italia durante il periodo rinascimentale?
- In che modo la Riforma protestante influenzò l'Italia?
- Quali furono le principali teorie linguistiche del Rinascimento?
La morte di Lorenzo il Magnifico nel 1492 portò a una crescente complessità nelle vicende politiche italiane, segnando la fine della stabilità politica nella penisola. Francia e Spagna si scontrarono per il dominio, con la Spagna che alla fine prevalse.
Dopo la pace di Cateau-Cambresis nel 1559, l'Italia si divise in domini indipendenti come la Repubblica di Venezia e il Granducato di Toscana, territori sotto il controllo spagnolo come la Repubblica di Genova e il Regno di Napoli, e una parte francese rappresentata dal Marchesato di Saluzzo.
L'economia italiana era caratterizzata da un'economia parassitaria e un processo di rifeudalizzazione, con l'aristocrazia e la borghesia che abbandonavano le attività mercantili per l'acquisto di terre, portando a una recessione economica che colpiva duramente le classi più povere.
L'Italia rimase estranea al processo di scissione della Chiesa causato dalla Riforma protestante, che ebbe origine in Germania. Il Concilio di Trento non riuscì a sanare la scissione, mantenendo la situazione preesistente in Italia.
Le principali teorie linguistiche del Rinascimento furono il classicismo volgare, la teoria cortigiana e la teoria fiorentinista, ognuna con approcci diversi per superare la frammentazione linguistica e promuovere un modello linguistico unificato.