Simona_2023
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Concetti Chiave

  • Durante l'Umanesimo, le signorie italiane diventano centri di cultura grazie al mecenatismo, favorendo una straordinaria fioritura artistica e culturale nel 400.
  • Gli intellettuali umanisti promuovono un'istruzione che vede l'allievo come soggetto attivo, sviluppando una formazione armonica e integrata.
  • Lorenzo il Magnifico e Angelo Poliziano sono figure chiave della poesia umanistica, introducendo temi come l'amore spirituale e l'influenza della tradizione poetica toscana.
  • Il poema epico cavalleresco, popolare tra le classi meno istruite, intreccia avventure di cavalieri con elementi fantastici, pur perdendo valori politico-religiosi.
  • Matteo Maria Boiardo, con il suo "Orlando innamorato", reinterpreta il poema cavalleresco, incorporando ideali umanistici e rinascimentali come amore e forza guerriera.

Indice

  1. L'ascesa delle signorie italiane
  2. Mecenatismo e cultura nelle corti
  3. Ripresa economica e edonismo
  4. Rinascimento e imitazione classica
  5. Filologia e scienza moderna
  6. Umanesimo civile e borghesia
  7. Petrarchismo e poesia cortigiana
  8. Pulci e il Morgante maggiore
  9. Boiardo e l'Orlando innamorato

L'ascesa delle signorie italiane

Alla fine del 200 i conflitti fra le fazioni delle varie città italiane avevano preso talmente sopravvento che le istituzioni comunali si indeboliscono, questo permette a ogni singolo individuo e alle famiglie di imporre il proprio dominio personale ed è proprio il bisogno di una pace e di una stabilità a portare i cittadini ad affidarsi alle mani di un signore.

Vengono consolidate le signorie e il potere passa in modo stabile ad un unico individuo, successivamente il potere dei signori viene legittimato da titoli feudali così la signoria si trasforma in un principato: solo Firenze continua a reggersi su delle origini comunali che passa poi sotto il potere di Cosimo de’ medici, alla quale succederà Lorenzo de’ medici (detto il magnifico) e la data della sua morte il 492 coincide con la scoperta dell’America di Cristoforo colombo.

Mecenatismo e cultura nelle corti

Il signore viene circondato da consiglieri da persone a lei fedeli o scelte creando così una corte che lo circonda composto da intellettuali e artisti, infatti il signore ama proteggere la cultura e le arti e questo fenomeno si chiama mecenatismo.proprio per questa ragione le signorie diventano splendidi centri di cultura in cui il tempo si dedica alla filosofia alla scienza e alle arti. Questo porterà ad una prodigiosa fioritura artistica nel 400 con nuove forme di arte rivoluzionarie.Così andando avanti il cittadino si trasforma in suddito ovvero in un soggetto che non è più autonomo di scegliere e di decidere.

Ripresa economica e edonismo

Nel corso del 400 c’è una graduale ripresa alla crisi economica degli anni precedenti, infatti molte famiglie preferiscono investire il loro denaro nell’acquisto di proprietà terriere poiché l’agricoltura presenta meno rischi del commercio E alla base del potere economico ce la rendita terriera.si diffonde così uno stile di vita improntato all’edonismo, cioè alla ricerca del piacere del lusso esteriore e del godimento squisito, Portando di conseguenza l’accentuazione del divario tra le classi sociali. All’interno delle corti viene fondato il culto della raffinatezza e dell’armonia dell’eleganza e della misura la corte diventa quindi un luogo dove si produce cultura, e al tempo stesso si consuma: Letterati, artisti, musicisti eccetera oltre allo scopo di creare arte hanno anche lo scopo di intrattenere e divertire il pubblico tanto è vero che le opere dei poeti vengono letti pubblicamente all’interno della corte e gli artisti decorano i saloni con affreschi e statue.è proprio dalla corte che nasce una straordinaria fioritura letteraria ma causa anche una forte dipendenza degli artisti e letterati nei confronti del principe: Gli scrittori così, privi di creazione letteraria, si limitano nel ripetere i soliti schemi e formule senza badare al contenuto dei loro testi.anche nell’istruzione ci fu un forte cambiamento, tramite Platone e la scuola platonica: i nuovi intellettuali umanisti infatti elaborano una concezione dialogica della cultura, ovvero uno scambio continuo di idee dove i dotti si incontrano amichevolmente per conversare. La cultura umanistica ha come fondamento l’idea di una formazione armonica dell’uomo con nuovi principi psicologici in cui si vede l’allievo non come un contenitore di diverse nozioni da prendere a memoria ma come soggetto attivo di un processo di formazione che deve sviluppare armonicamente tutte le facoltà delle persone. Altri centri di cultura tipici erano le botteghe artistiche dei pittori e degli scultori per cui non sono più considerati semplici rappresentanti di arti meccaniche ma dei veri e propri lavoratori manuali alla stregua degli artigiani.con l’invenzione la diffusione della stampa nascono anche le botteghe dello stampatore che anche esso diventa un luogo di incontro con la nascita delle prime biblioteche pubbliche. Nella Firenze repubblicana invece sopravvive la figura dell’intellettuale comunale ovvero del cittadino che non trae il suo sostentamento dalla professione intellettuale ma da altre attività come la vita politica o pubblica facendo nascere il termine di “umanesimo civile“ e sono i rappresentanti dell’umanesimo fiorentino.il tipo di intellettuale che domina tra tutti questi è però quello cortigiano chi viene collocato nell’ambiente della corte, anche lui così si ritrova a dipendere da un signore da cui riceve protezione e mantenimento in cambio dei servizi, anche per questo alcuni intellettuali vengono stipendiati esclusivamente per svolgere la loro attività di poeti o di studiosi invece gli altri vengono affidati incarichi diplomatici o politici.Questi due aspetti quindi, la subordinazione al potere e la professionalità, differenziano la figura da quella dell’intellettuale e quella del cittadino.ed è proprio a causa dei principi che la libertà di espressione può aumentare o diminuire.Per intellettuali che non vogliono dipendere dei principi gli viene data la posizione di clerici, che oltretutto offre notevoli vantaggi materiali; infatti vescovi cardinali e chierici e anche i papi stessi erano dei grandi signori amanti della letteratura e delle arti che trattavano obbligatoriamente temi religiosi ma anche Loprofani. Lo scambio costante di informazioni aiuta nel raggiungere una omogeneità culturale nell’umanesimo italiano.una contraddizione è che però l’umanesimo è fine a se stesso per gli intellettuali, infatti gli intellettuali scrivono quasi ed esclusivamente per altri intellettuali creando così un distacco tra la cultura alta e quella popolare facendo così cambiare il panorama della stampa che favorisce una maggiore alfabetizzazione e diffusione della cultura.per quanto riguarda invece la scelta linguistica in un primo momento si afferma il ritorno del latino per poi assistere ad una rivoluzione del volgare ma anche in questo caso si tratta comunque di una produzione raffinatissima.

Rinascimento e imitazione classica

Tra la fine del trecento e l’inizio del 400 si diffonde tra gli uomini di cultura italiani che i secoli precedenti fossero solo da considerare come un periodo di barbarie e di decadenza. Nasce così di conseguenza il mito di una “rinascita“ della civiltà classica e si avverte il bisogno di far rivivere il mondo antico nella sua fisionomia autentica; questo mito influenza tutta la storiografia successiva dalla quale poi viene il termine Rinascimento per indicare il periodo di storia della civiltà iniziato nel 400. Nel medioevo si aveva una concezione del mondo di tipo teocentrico ovvero che Dio era posto al centro dell’universo di tutta la realtà e autore di tutta la storia che veniva vista come un prodotto di un suo disegno provvidenziale in cui l’uomo pone se stesso al centro della realtà come protagonista e autore della propria storia; l’uomo infatti se prima era visto come una creatura fragile ora si afferma una visione ottimistica, l’uomo appare sicuro e ricco di forze capace di contrastare i colpi della fortuna. Anche per questo uno dei temi principali e prediletti nella cultura quattrocentesca e le salta azione della dignità dell’uomo, di conseguenza queste unità profondamente religiosa che mira a ritorno a una purezza originaria dato che si ritiene che il medioevo l’abbia deformato e inaridito.

Si rivendica però anche il valore autonomo della realtà terrena infatti l’uomo si realizza anche nell’esistenza terrena prima che in quella celeste e ne deriva così l’atteggiamento che si può definire edonistico, cioè a ricercare il piacere senza sensi di colpa.questo termine può essere unito anche al naturalismo, che sarebbe la tendenza a considerare la natura senza riferimenti al suo significato metafisico e non contrastare il libero realizzarsi delle forze naturali. Gli intellettuali sono affascinati dal mondo classico in cui vedono una visione della realtà molto più vicina alla propria e si rivolgono con entusiasmo ai testi antichi come mezzo per comprendere meglio anche se stessi ed è proprio così che si afferma il principio di imitazione che si sostituisce al principio d’autorità tipico alla cultura medievale e diventa uno dei cardini fondamentali della visione della nuova civiltà. Proprio per questo per tutto il 400 il 500 la manifestazione della vita intellettuale e sociale hanno questi grandi segni di imitazione riportando in vita la filosofia di Platone ed esaltando le forme della politica romana o del principio augusteo, limitazione non può essere passiva e non può mirare a una meccanica riproduzione dei modelli infatti deve essere attiva, dinamica e creativa utilizzando semplicemente i vecchi classici come modelli da seguire ma non da copiare. Proprio per questo nel medioevo si continuano a leggere i classici e ad ammirarli ma non si sentiva di conseguenza il bisogno di spingere lo sguardo nei confronti di altri autori ed è proprio per questo che molti autori magari anche meritevoli di riconoscimento venivano deliberatamente ignorati e mai letti destinati così a morire nel loro lavoro. Proprio per questo vengono a morire e a mancare tanti altri contenuti tra cui anche la conoscenza della cultura greca ed è anche per questo che Petrarca e Boccaccio vengono definiti innovativi dato che loro sono i primi volte allo studio di questa lingua per favorirne la diffusione. Oltre a questa grande diffusione di conoscenza vi è poi una differenza qualitativa nel modo di approcciarsi ai classici: gli intellettuali medievali non avevano piena coscienza delle differenze esistenti tra il passato il presente e così tendevano a leggere i testi antichi secondo la propria mentalità mentre gli uomini di cultura del 400 appaiono invece consapevoli di questo distacco e proprio per questo riescono a recuperare correttamente il medioevo nella sua essenza più autentica ed i testi del passato non sono più considerati “autorità“ che affermano una verità assoluta interna, ma come la voce di umani vissuti in un determinato momento della storia e nel tempo.si afferma così una nuova scienza, la filologia, che studia i testi e li ricostruisce in modo critico e razionale ma senza di staccarli dalle loro condizioni originali.

Filologia e scienza moderna

Per correggere tutti gli errori dovuti a diverse lacune culturali del medioevo era necessario un accurato confronto tra letterati che portano la correzione secondo delle basi ben precise chiamati criteri.questi criteri vengono basati su conoscenze di tipo linguistico e storico dato che era essenziale conoscere il contesto i fatti storici ma allo stesso tempo conoscere i costumi e le situazioni politiche religiose del tempo. Questa mentalità però non viene limitata dal campo filologico e letterario ma si espande anche alla natura questo grazie all’artista Leonardo da Vinci che comincia così a studiare direttamente l’anatomia del corpo umano infatti tutte le sue conclusioni vengono dall’esperienza diretta in quanto per lui “nessuna certezza e dove non si può applicare una delle scienze matematiche“ nascono così anche i principi più ripresi da Galileo e della scienza moderna. Le discipline letterarie acquistano una centralità assoluta tramite gli studi delle lettere classiche che vengono ritenuti indispensabili per lo sviluppo della facoltà e delle virtù di ciascun individuo.(l’umanesimo viene chiamato umanesimo perché vede gli “umanisti“ cioè intellettuali che ne sono esponenti) secondo questa impostazione della formazione intellettuale si affianca anche quella fisica attraverso l’esercizio del corpo con l’ideale di un uomo armonico in tutte le sue componenti, sia spirituale che fisiche, un uomo in cui la bellezza e la forza del carattere devono corrispondere alla bellezza e alla forza del corpo. Anche le virtù morali hanno una derivazione classica ispirata soprattutto a Cicerone e allo stoicismo.nell’ambito educativo queste virtù si esercitavano soprattutto nella vita in comune nei rapporti tra compagni e con il maestro, infatti la struttura delle scuole umanistiche e quella del collegio in cui maestre allievi vivevano insieme.

Umanesimo civile e borghesia

La prima fase dell’umanesimo si sviluppa a Firenze nella prima metà del 400 e viene designato come umanesimo “civile“ dato che pone la sua visione tramite i legami tra la cultura e la vita civile. Si salta così la vita attiva al di sopra di quella contemplativa per formare il cittadino, infatti si concepisce la cultura essenzialmente come civile conversazione, dialoghi tra uomini all’interno di una comunità sociale. Gli esponenti più significativi dell’umanesimo fiorentino provengono dall’alta borghesia ed essi sono proprio coloro che rovesciano la scala di valori su cui si fondava la visione della vita economica nel medioevo: l’ideale cristiano vedeva il desiderio di ricchezza come una povertà evangelica al contrario invece gli umanisti la considerano non come una condanna ma come una benedizione per l’uomo e ritengono che questo desiderio per il denaro sia naturale e legittimo. Altra innovazione è che gli umanisti fiorentini ritengono che il primo nucleo della società sia la famiglia e che l’uomo la realizzi soltanto ed esclusivamente nel matrimonio. Altri centri umanistici di grande rilievo si trovano anche nell’area settentrionale e meridionale.un esempio può essere Venezia con il più grande stampatore italiano “Aldo Manuzio“ o ancora a Milano con i più grandi artisti come l’architetto Bramante e Leonardo da vinci, o ancora a Mantova presso i Gonzaga o ancora a Roma dove nasce l’Accademia romana in cui i membri coltivano soprattutto studi filologici e archeologici e mostrano talmente molto entusiasmo per l’antichità da spingersi ad assumere atteggiamenti pagianeggianti in cui usano pseudonimi in latino e celebrano gli antichi riti romani. Anche a Napoli, che diventa uno splendido centro di cultura umanistica dove soggiornano Lorenzo valla e Antonio Beccadelli.

Petrarchismo e poesia cortigiana

Già nella prima metà del 400 comincia a delinearsi il fenomeno dell’imitazione petrarchescamente che vede poi lo sviluppo più significativo in una serie di poeti cortigiani. Proprio in questo ambito del petrarchista Smau quattrocentesco spicca per originalità il canzoniere di Matteo Maria Boiardo. E invece nell’opera eterogenea di Lorenzo de’ medici si presenta una serie di rime ricche di richiami e trar che Ski che esaltano l’amore come elevazione spirituale.per Lorenzo però l’interesse per la tradizione poetica Toscana si estende anche alla poesia popolare in cui vengono ripresi temi e forme. Lorenzo de’ medici e infatti la chiave del mondo culturale e politico dell’Italia signore di Firenze all’età di vent’anni alla morte, fu proprio lui a donare un’epoca che si chiude con una relativa pace e crea la contraddizione tra labile e astuto uomo politico e l’amante della poesia e dell’arte che si riflette. Nelle sue opere letterarie.Lorenzo presenta una sorprendente varietà di tendenze di temi e di soluzioni formali, discepolo del filosofo platonico Marsilio Ficino lui diventa un animatore dell’Accademia platonica. Lorenzo canta l’innalzamento del suo amore delle passioni carnali ispirandosi costantemente Petrarca riportando un corposo realismo che si rifà alla tradizione borghese, comica e burlesca. Viene però influenzato anche da pulci mirando una letteratura più burlesca e fu lo stesso magnifico ad avere questa tendenza. Questa estrema varietà di generi rende molto difficile il compito di individuare una fisionomia unitaria della personalità di Lorenzo viene anzi definito un dilettante sostanzialmente indifferente ai diversi argomenti via via trattati caratterizzato da uno sottile piacere intellettuale. Angelo Poliziano è il maggior poeta del 400 Italiano morto all’età di quarant’anni ha avuto una vita caratterizzata da una carriera ecclesiastica con delle grandi fondamenta sulla lingua latina e greca presso l’università di Firenze. E la sua produzione di poeta affianca anche il lavoro filologico che fa di lui uno dei più grandi filologici umanistici. Il frutto del suo lavoro si trova nei miscellanea ovvero una raccolta di 100 discussioni di varia lunghezza intorno a questioni testuali e interpretative con un profondo senso della storia dei testi e dei problemi linguistici. Nella produzione in volgare Poliziano riesce a fondare la cultura e le lingue classiche con il patrimonio della poesia toscana del due e del 300. nelle stanze per la giostra del magnifico Giuliano in cui tratta la celebre vittoria di Giuliano de’ medici, fratello di Lorenzo, in una giostra d’armi ovvero in un torneo. L’opera nonostante parta da intenti descrittivi sviluppa una serie di immagini e scene lontanissime dalla realtà in cui viene vagheggiata la bellezza della gioventù che proietta in un mondo Ideale fuori dallo spazio del tempo storico. Si avvicina però anche ai testi teatrali con la favola di Orfeo ovvero un testo composto per una festa nuziale. Poliziano sostituisce nelle sue opere gli argomenti sacri con un argomento profano, mitologico come da vicende da dir Feo ed Euridice Dove costruisce una favola su un piano drammatico in lingua italiana di argomento non religioso.

Pulci e il Morgante maggiore

I valori politico religiosi hanno già perso la loro efficacia nel passaggio dall’età feudale a quella comunale ma il racconto delle avventure di cavalieri paladini continua a godere di una grande fortuna presso gli ambienti popolari e privi di cultura questo soprattutto attraverso i cantare cavallereschi che trattano la materia cavalleresca recitate nelle piazze da giullari e canta storie che soddisfano le richieste di un pubblico ingenuo che richiede narrazioni fantastiche. Si assiste così ad una fusione tra personaggi del ciclo carolingio e l’atmosfera tipica del ciclo bretone. Anche in questo caso acquista rilievo il tema d’amore in cui il giullare si prende tanta familiarità con gli eroi e finisce per trasformarli nella chiave buffonesca, proprio per questo per realizzare queste opere gli autori ricorrono a meccanismi narrativi elementari basati su una serie ripetitiva effetti a sorpresa. Tra questi possono essere più di rilievo la Spagna in rima oppure l’Orlando. Questi poemi epici cavallereschi non sono altro che un gioco di intesa tra il poeta e il suo pubblico che passano riportare anche alle esperienze della poesia comico Parodi stica per definizione caricaturale. Esponente di questo genere è Luigi Pulci che ha sempre avuto una grande conoscenza del latino tramite la sua educazione letteraria e frequentando il palazzo dei medici stringe una grande amicizia con lo stesso Lorenzo così da sviluppare un gusto per la deformazione burlesca. Pulci inizialmente decide di proporre una forma letteraria più degna di un cantare popolaresco questo tramite l’Orlando inserendo anche episodi e personaggi nuovi. Essa presenta diverse redazioni, la prima non c’è prevenuta mentre la seconda e nove edizione più ampliata ricevette il titolo di Morgante maggiore. Quest’opera realizzata man mano nella sua vita è priva di un disegno organico e unitario avendo diversi sbalzi senza legami evidenti tra loro ed è proprio questo atteggiamento che fa risalire la familiarità con cui vengono trattati i paladini con gli interventi ironici della voce narrante. I toni cambiano continuamente e il tutto a un fondo serio e pensoso che emerge a tratti nel poema. Si adeguano anche la lingua e lo stile in una sorta di calderone in cui ribollono gli ingredienti più vari mescolati con la stessa imprevedibilità con cui si intrecciano le trame avventurose e le varie tonalità degli episodi di conseguenza la lingua è forzata aldilà degli usi consueti e il fondo toscano parlato dialettale pieno di termini e modi di dire vivacissimi e ricchi di sapore. È proprio su questi termini che Pulci innesta una ricerca linguistica tra i popolari recuperando anche i termini latini.

Boiardo e l'Orlando innamorato

Matteo Maria Boiardo assume una particolare importanza in questo genere e in questa esigenza di divertimento e di svago.

Boiardo scrisse in latino opere A carattere encomiastico tra cui anche l’Orlando innamorato ovvero il suo capolavoro. Anche in questo caso vengono pubblicati i primi libri per poi avere la composizione di un terzo libro che fu poi interrotta per la sua morte.già il titolo indica la novità infatti il protagonista orlando è il protagonista di tante imprese guerresche difensore della fede che cade in preda all’amore. Nel poema vengono intrecciati armi ed amori che fa da fondo anche la presenza di fate, maghi, incantesimi, mostri e giardini fatati. I due ideali quindi amore forza guerriera sono due virtù inseparabili per il perfetto cavaliere. A differenza di pulci i valori del mondo cavalleresco di Boiardo sono profondamente sentiti per il poeta ritiene che questi valori rivivendo anche nella società cortigiana e tutti questi valori cavallereschi sono praticabili anche nel presente. Con questo poema la cavalleria è ormai completamente svuotata dagli organi religiosi etici e politiche e si riempie di valori moderni umanistici rinascimentali vedendo un cavaliere energico libero e attivo. Si vede così la virtù umana che vince sulla fortuna e a sua volta l’Lalli alta e la cortesia che assumono l’aspetto del rispetto per la personalità altrui anche quella dei nemici e della tolleranza verso il prossimo. Ma l’individualismo resta comunque raffinato dalle doti intellettuali e dalla cultura e urlando stesso a sapere e ad affermare che nel sapere risiede l’essenza dell’essere umano portando così a una visione già rinascimentale della vita la donna viene vista in tutta la sua complessità a partire dalla sua psicologia tenera, sensuale e capricciosa crudele e appassionata. Ci sono altre scene in cui l’autore segue anche alcuni personaggi ma questa è stata definita l’ironia di boiardo.Quest’opera vede l’affollarsi di avventure meravigliose, battaglie e duelli con incontri con mostri e giganti fate e amori ed è tutto mosso da una narrazione con un ideale uditorio: questa viene considerata la tecnica Dell’entrelacement in cui le vicende di un personaggio si intrecciano tra loro per poi seguire uno schema ben preciso in cui si incontrano tra loro. Questo porta anche ad una libertà sulla struttura narrativa che allontana dalle rigide regole classicisti che con l’utilizzo di una lingua ibrida sul fondo territoriale toscano dà un effetto di freschezza e immediatezza con lo slancio che pervade la narrazione.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le cause che hanno portato alla nascita delle signorie in Italia?
  2. I conflitti tra le fazioni delle varie città italiane hanno indebolito le istituzioni comunali, permettendo a singoli individui e famiglie di imporre il proprio dominio personale.

  3. Qual è il fenomeno chiamato mecenatismo durante l'umanesimo?
  4. Il mecenatismo durante l'umanesimo è il fenomeno in cui i signori circondano se stessi con intellettuali e artisti, proteggendo la cultura e le arti.

  5. Quali sono i principali centri di cultura durante l'umanesimo?
  6. I principali centri di cultura durante l'umanesimo sono Firenze, Venezia, Milano, Mantova e Roma.

  7. Quali sono i principali poeti dell'umanesimo?
  8. I principali poeti dell'umanesimo sono Lorenzo il Magnifico e Angelo Poliziano.

  9. Quali sono i temi principali trattati nella poesia dell'umanesimo?
  10. I temi principali trattati nella poesia dell'umanesimo sono l'amore come elevazione spirituale, la dignità dell'uomo, la bellezza e la forza del carattere, e la valorizzazione della cultura classica.

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