Concetti Chiave
- Iulio, rappresentante di Giuliano de’ Medici, viene ingannato da Cupido che gli fa inseguire un'illusoria cerva, conducendolo a Simonetta, una ninfa di straordinaria bellezza di cui si innamora.
- Il brano si svolge in ottave di endecasillabi con schema di rime ABABABCC, tipico della poesia rinascimentale.
- Il legame tra bellezza e amore, influenzato dal pensiero di Marsilio Ficino, è centrale: la bellezza terrestre è vista come manifestazione del divino, trasformando Iulio in una preda dell'amore.
- Poliziano utilizza una serie di citazioni letterarie, collegando il testo a opere antiche e volgari, tra cui l'Eneide di Virgilio e la poesia stilnovistica di Petrarca.
- La descrizione di Simonetta e del paesaggio che la circonda è ricca di riferimenti alla tradizione letteraria, rappresentando un "luogo ameno" che simboleggia la stagione degli amori.
Indice
L’innamoramento di Iulio
Il brano seguente rappresenta il momento culminante delle Stanze per la giostra. Iulio, personaggio che incarna Giuliano de’ Medici, è impegnato in una battuta di caccia e sta inseguendo una giovane cerva per ucciderla. In realtà l’animale è un’immagine illusoria creata da Cupido, il dio dell’Amore, per fare in modo che egli si allontani dai compagni e giunga da solo nel prato fiorito nel quale si trova Simonetta, la ninfa bellissima di cui si dovrà innamorare.
Metrica
Ottave di endecasillabi (schema delle rime ABABABCC).
Parafrasi
stanza 36 - Quanto più insegue invano l’immagine incorporea (vana effigie), tanto più invano prova un forte desiderio (s’accende) di inseguirla; continuamente (tuttavia) calpesta (preme) le sue orme stancandosi (sue stanche vestigie), la raggiunge sempre, eppure non riesce mai a catturarla: allo stesso modo (qual) Tantalo è immerso (sta) fino alle labbra nelle acque (onde) dello Stige, e [i rami] di un bel giardino gli pendono vicino, ma ogni volta che (qualor) cerca di assaporare l’acqua o i frutti (pome), immediatamente l’acqua e i frutti scompaiono (via dispare).stanza 37- Si era già allontanato per un gran tratto dai compagni [per correre] dietro al suo oggetto del desiderio (desianza), e non si avvicinava (avanza) ancora alla preda nemmeno di un passo, e già sentiva il cavallo (el destrier) molto (tutto) affannato, ma, continuando a seguire ciò che inutilmente sperava di raggiungere (sua vana speranza), giunse in un prato fiorito e verde: qui (ivi) sotto un bianco (candido) velo gli apparve una serena ninfa, e scomparve l’animale (la fera).
stanza 38 -L’animale scomparve ai suoi occhi (dalle suo ciglia); ma il giovane ormai non si preoccupa (cura) dell’animale, anzi stringe la briglia al cavallo (al corridor) e lo tiene a freno (raffrena) sul prato (sovra alla verdura). Qui tutto pieno (ripien) di meraviglia continua a guardare (pur … mira) l’immagine (la figura) della ninfa: gli sembra (parli) che dal bel viso e dai begli occhi una nuova dolcezza gli cada ( fiocchi) al cuore. […]
stanza 41 - Ahi come diventò! Ah come al giovinetto scorse il gran fuoco [d’amore] lungo tutte le viscere (midolle)! Che tremore gli fece scuotere il cuore nel petto! Era tutto bagnato (molle) di un sudore molto freddo (ghiacciato); e invaghitosi ( fatto ghiotto) del dolce aspetto della ninfa (suo), non poté più (giammai … puolle) levare il [proprio] sguardo dai [suoi] occhi; ma tutto preso dal [loro] bello (vago) splendore, non si accorge l’infelice (el meschin) che in essi (quivi) si trova Amore.
stanza 42 - Non si accorge che Amore vi è dentro (lì drento è) armato al solo scopo di turbare la sua lunga pace (quïete); non si accorge a quale vincolo amoroso (nodo) è già legato, non conosce le sue pene amorose ancora nascoste (segrete); è tutto invischiato (invescato) dal piacere, dal desiderio, e così il cacciatore è preso nella rete. Fra di sé loda le braccia e il viso e i capelli (’l crino), e in lei scorge (discerne) un non so che di divino.
stanza 43 - Ella è di carnagione chiara (Candida) e chiara è la sua veste, ma anche (pur) ornata (dipinta) di rose e di fiori e d’erba; i riccioli (lo inanellato crin) scendono dalla testa bionda (aurea) fino sulla fronte eretta (superba) nella sua umiltà; sorride intorno a lei (rideli a torno) tutta la foresta, e quanto può attenua (disacerba) le sue preoccupazioni (cure); è mite e regale (regalmente è mansueta) nell’atteggiamento (nell’atto), e soltanto (pur) con lo sguardo rasserena (acqueta) le tempeste.
stanza 44- Gli occhi dove Cupido tiene nascoste (ascose) le sue fiamme amorose (face) risplendono (Fólgoron) di un dolce sereno; ovunque [Simonetta] giri lo sguardo che fa innamorare (le luci amorose), l’aria (l’aier) d’intorno diviene tutta piacevole (ameno). Ha il volto pieno di divina gioia (celeste letizia), dipinto dolcemente di bianco e rosa (di ligustri e rose); ogni vento si placa (ogni aura tace) al suo parlare divino, e ogni uccellino (augelletto) canta nella sua lingua (latino).
Il legame tra bellezza e amore
Il tema centrale del Rinascimento fiorentino del secondo Quattrocento, si riflette nella scena dell’incontro tra Iulio e Simonetta: quello del legame tra l’amore terreno e la contemplazione della bellezza. Tale tema influenzato dal pensiero del filosofo Marsilio Ficino, secondo il quale la vera bellezza corrisponde a una manifestazione di Dio, animatore di un circolo neoplatonico frequentato dallo stesso Poliziano. La manifestazione di Dio irradia la bellezza in tutta la natura. L’innamoramento dell’uomo nasce dal suo desiderio di godere della bellezza femminile, nella quale intuisce la presenza dello splendore divino. Coerentemente con tale concezione, di stampo edonistico e spirituale al tempo stesso, Poliziano descrive l’incontro tra Iulio e Simonetta come il principio di una trasformazione interiore del giovane (stanze 41-42): da rude e scontroso cacciatore di animali selvaggi egli diventa infatti una preda di Amore, ferita e tremante ma ancora inconsapevole di ciò che le sta capitando, un innamorato mai sazio di contemplare la straordinaria bellezza della ninfa che ha di fronte, nella cui figura scorge «un non so che divino».
I rimandi letterari
Sul piano formale il tema è sviluppato mediante una fitta serie di citazioni letterarie, che rivelano la capacità di Poliziano di rielaborare, facendole proprie, espressioni e immagini attinte sia dalle fonti letterarie antiche sia da quelle in volgare. Nella stanza 36, ad esempio, la «vana effigie» inseguita da Iulio richiama la falsa immagine di Enea, formata da Giunone con l’aria, inseguita da Turno in un passo dell’Eneide di Virgilio; analogamente, nella stessa stanza, il paragone tra Iulio e Tantalo costituisce un motivo derivato dalla mitologia classica. La rappresentazione di Simonetta è invece intessuta di rimandi alla poesia stilnovistica e a quella di Petrarca: come le donne angelicate e la Laura del Canzoniere, Simonetta ha i capelli biondi (43, v. 3) e l’incarnato bianco e roseo (44, v. 6); è gioiosa in volto e ha voce divina (44, vv. 5 e 7); è umile ma anche maestosa nell’aspetto, mite ma anche solenne come una regina nell’atteggiamento (43, vv. 4 e 7). Anche il paesaggio che la circonda infine è descritto secondo i tratti convenzionali del “luogo ameno” della tradizione letteraria antica e medievale: si tratta infatti di un bel prato «fiorito e verde» (37, v. 6), reso ancora più incantevole dalla presenza della donna e allietato da un dolce clima primaverile, che metaforicamente allude alla stagione degli amori.Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale dell'innamoramento di Iulio?
- Come viene descritto l'incontro tra Iulio e Simonetta?
- Quali sono i rimandi letterari presenti nel testo?
- Qual è la struttura metrica utilizzata nel brano?
- Come viene rappresentata Simonetta nel testo?
Il tema centrale è il legame tra l'amore terreno e la contemplazione della bellezza, influenzato dal pensiero di Marsilio Ficino, che vede la bellezza come una manifestazione divina.
L'incontro è descritto come una trasformazione interiore di Iulio, da cacciatore rude a preda dell'Amore, affascinato dalla bellezza divina di Simonetta.
Il testo contiene citazioni dalla mitologia classica e dalla poesia stilnovistica e petrarchesca, come la "vana effigie" di Enea e i tratti angelici di Simonetta.
Il brano è composto da ottave di endecasillabi con schema delle rime ABABABCC.
Simonetta è rappresentata con tratti angelici e divini, con capelli biondi, incarnato bianco e roseo, e un atteggiamento mite ma regale.