Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Francesco Maria Molza è un poeta modenese del XVI secolo, influenzato dall'imitazione di Petrarca e dalla nuova poetica umanista.
  • Il sonetto "Il tempo passa, e più che vento o strale" esplora il tema del tempo che fugge, un motivo comune nella cultura rinascimentale.
  • Molza utilizza una serie di riferimenti e richiami diretti ai versi del Canzoniere di Petrarca per esprimere un'ispirazione autentica sul tema della vecchiaia e dell'amore.
  • Il sonetto non è una semplice imitazione; riflette la fusione tra temi classici e rinascimentali, similmente a opere di Lorenzo il Magnifico e Poliziano.
  • Il poema segue una struttura metrica tradizionale, con lo schema AABBA, ABBA, CDE, CDE, tipico dei sonetti del periodo.

Indice

  1. Francesco Maria Molza e il suo contesto letterario
  2. Analisi del sonetto e riferimenti petrarcheschi
  3. Il tema del tempo e dell'amore

Francesco Maria Molza e il suo contesto letterario

Francesco Maria Molza è uno scrittore modenese, poeta e umanista, vissuto a cavallo fra la seconda metà del Quattrocento e alla prima metà del Cinquecento. Dal punto di vista letterario, egli si colloca fra i poeti del XVI secolo che si mossero in una direzione di quasi esclusiva imitazione del Petrarca a cui però si aggiunge la nuova dimensione poetica dell’Umanesimo. Egli fu molto stimato da Pietro Bembo.

Il tempo passa, e più che vento o strale

fugge veloce e non s’arresta un’ora,

c’n medesmo giorno miete e ‘nfiora

questo prato modan vario e mortale.

Schermo alcun, Donna, contra lui non vale,

Di fresche guance; e quel che più m’accora,

ei pur di voi fa preda e vi scolora,

e i lieti giorni vostri apron già l’ale.

Sopra le spalle vi vedrete giunta

La stagion tosto in cui per forza suole

Amor con castità mouvere il piede.

Allor con mente di dolor compunta

Direte: “Spento il verde e le viole

Hai, mondo; e come poco ne tien fede!

Il tempo passa e più di quanto non faccia il vento o una freccia

fugge veloce e non si arresta mai,

e in brevissimo tempo miete e fa fiorire

il mondo simile ad un prato variegato e destinato a morire.

La giovinezza non costituisce, o Donna, un riparo dal tempo

contro di lui non valgono nulla le guance fresche e ciò che mi affligge di più,

è il fatto che esso cattura anche voi e vi rende canuti

e i giorni lieti fuggono già via.

Sopra le vostre spalle vedrete arrivare

presto la stagione della vita in cui forzatamente

Amore è solito agire con castità.

Allora con la mente afflitta dal dolore

direte: ”O Mondo, hai spento il verde

e le viole; e quanto poco mantieni le promesse!

Analisi del sonetto e riferimenti petrarcheschi

I rinvii al modello petrarchesco sono numerosi, oltre al tema della malinconia legata al passar del tempo, che appartiene sì al Petrarca, ma anche alla cultura rinascimentale.

• “il tempo passa…./fugge veloce e non s’arresta un’ora”, corrisponde ad analogo verso del sonetto CCLXXII del Petrarca: “La vita fugge, et non n’arresta una hora”

• “… e più che vento o strale/fugge veloce…” si ritrova nel sonetto petrarchesco CCCLV “o di veloci più che vento et strali”

• “questo prato mondan vario e mortale” deriva dal sonetto del Petrarca XCIX: “Questa vita terrena è quasi un prato”

• “Sopra le spalle vi vedrete giunta” si riflette nel sonetto CXXVIII: “….mirate come ‘l tempo vola,/et sì come la vita/fugge,et la morte n’è sovra le spalle.”

• “la stagion tosto in cui per forza suole/Amor con castità muovere il piede”. Questa descrizione della vecchia si ritrova rievocata nello stesso modo nel sonetto del Petrarca CCCXV “… era ‘l tempo dove Amor si scontra con Castitate……”

• “…. con mente di dolor compunta” si ricollega al verso “ch’i’ non sia d’ira e di dolor compunto”, tratto dal sonetto CCI

• “Spento il verde e le viole/hai, mondo: e come poco ne tien fede!”, riecheggia Petrarca quando nel sonetto CI scrive: “ ….n’abandona/il mondo, et picciol tempo ne tien fede”.

Il tema del tempo e dell'amore

Come si può notare, il sonetto riecheggia quasi ad ogni verso luoghi o termini petrarcheschi. Tuttavia non si tratta di un’imitazione pura e semplice: il poeta trova nel Canzoniere del Petrarca le parole per esprimere un’ispirazione autentica per un tema, quello del rapporto fra il tempo che fugge/vecchiaia e l’Amore, fra l’altro sia di origine classica che caratteristico della letteratura rinascimentale. Infatti, lo stesso tema si ritrova in alcuni scritti di Lorenzo il Magnifico, come Canzona di Bacco, o del Poliziano, come I’ mi trovai fanciulle e Ben venga maggio.

Il sonetto segue il tradizionale schema metrico: AABBA, ABBA, CDE, CDE

Domande da interrogazione

  1. Chi era Francesco Maria Molza e quale era il suo contesto letterario?
  2. Francesco Maria Molza era un poeta e umanista modenese del XVI secolo, noto per l'imitazione del Petrarca e l'influenza dell'Umanesimo, stimato da Pietro Bembo.

  3. Quali sono i temi principali del sonetto analizzato?
  4. I temi principali del sonetto sono il passare del tempo, la giovinezza che sfugge, e l'amore che si confronta con la vecchiaia, con riferimenti petrarcheschi.

  5. Quali sono i riferimenti petrarcheschi presenti nel sonetto?
  6. Il sonetto contiene numerosi riferimenti a Petrarca, come il passare del tempo, la vita paragonata a un prato, e l'amore che si scontra con la castità, tra altri.

  7. In che modo il sonetto riflette l'influenza del Petrarca?
  8. Il sonetto riflette l'influenza del Petrarca attraverso l'uso di temi e versi simili, ma esprime un'ispirazione autentica sul rapporto tra tempo e amore.

  9. Qual è lo schema metrico del sonetto?
  10. Il sonetto segue lo schema metrico tradizionale: AABBA, ABBA, CDE, CDE.

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