Fabrizio Del Dongo
Genius
5 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Il sacco di Roma del 1527 avviene durante la guerra tra Francia e Sacro Romano Impero, con gli Stati italiani divisi e incapaci di resistere all'invasione.
  • Guicciardini narra gli eventi dieci anni dopo, evidenziando errori umani e l'imprevedibilità del caso, forse per giustificare il fallimento della Lega di Cognac.
  • Lo storico descrive la brutalità degli invasori e la codardia dei vinti, con un focus sui cardinali e aristocratici che cercarono di salvare le loro proprietà.
  • Guicciardini riflette sulla preferenza per le truppe mercenarie rispetto agli eserciti nazionali, in contrasto con le idee di Machiavelli.
  • Infine, esprime perplessità sul trionfo del male e accetta i misteriosi disegni divini che permettono tali eventi, un tema ricorrente nella sua opera.

Indice

  1. Il Sacco di Roma e la Lega di Cognac
  2. Le Critiche a Guicciardini
  3. Barbarie e Meschinità
  4. Considerazioni di Guicciardini
  5. Riflessioni sul Male e la Virtù

Il Sacco di Roma e la Lega di Cognac

L’episodio del sacco di Roma risalente al 1527 si colloca all’interno della guerra fra Francesco I, re di Francia, e Carlo V imperatore del Sacro Romano impero. Le mire espansionistiche di quest’ultimo costituiscono un grave pericolo per gli Stati italiani che per questo aderiscono ad un’alleanza con Francesco I, chiamata Lega di Cognac.

Gli Stati italiani come sempre animati da discordie interne e sospettosi uno dell’altro non riescono ad opporsi all’invasore, per cui un folto gruppo di mercenari tedeschi a servizio degli Asburgo, pare in modo autonomo, approfittando anche dell’indecisione del papa, Clemente VII, piomba su Roma e la saccheggia Nella coscienza popolare il fatto ebbe una risonanza molto vasta. Da sottolineare che Guicciardini aveva contribuito alla realizzazione della Lega e in quegli anni ricopriva il ruolo di consigliere del Papa, senza essere ascoltato in tale occasione.

Le Critiche a Guicciardini

Importante è anche sottolineare che lo scrittore narra il sacco di Roma, a cui dedica parecchie pagine, dieci anni circa dopo che la città fu messa a ferro e a fuoco. Fra l’altro l’esito della Lega di Cognac aveva suscitato molte critiche nei confronti dello scrittore che, trattando di quegli eventi poco dopo, ne mette in luce i vari aspetti, l’imprevedibilità del caso e gli errori umani. Sembra quasi che egli si voglia giustificare.

Barbarie e Meschinità

Lo storico mette in luce le barbarie dei vincitori e la meschinità dei vinti. Il panorama che ne viene fuori è desolante: gli invasori sono spinti dal desiderio di denaro e dal fanatismo religioso, gli impotenti abitanti di Roma sono pronti a qualsiasi patteggiamento e qualsiasi cosa pur di veder salvi i loro palazzi. Fra questi, in particolar modo si distinguono i cardinali e i grandi aristocratici, citati puntualmente: il cardinale Colonna, la marchesa di Mantova, Isabella d’Este, il figlio don Ferrando, il cardinale di Siena. Ricorda che a Roma molti sono favorevoli alla parte imperiale, ossia alla fazione che faceva capo alla potente famiglia dei Colonna, alleata all’imperatore; tutti questi avevano già previsto la vittoria dell’imperatore o comunque non la temevano, sperando che non ne avrebbero ricevuto alcun danno perché gli imperiali avrebbero rispettato la fazione a loro favorevole. Ad rendere la situazione ancor più vergognosa, si aggiunge il fatto che molti prelati catturati dai soldati tedeschi, resi particolarmente insolenti dal loro odio per la Chiesa cattolica (nutrito dalla contemporaneo polemica protestante), venivano portati in giro per la citta per essere derisi, torturati o uccisi. Vengono esclusi dal saccheggio alcuni palazzi nei quali si sono rifugiati grossi mercanti che pagano ingenti somme per ottenere di essere risparmiati insieme ai loro beni. Questo, però, serve a poco: chi si è accordato con gli spagnoli (alleati degli Asburgo) viene saccheggiato dai tedeschi o deve accordarsi di nuovo e quindi pagare una seconda volta. Tutta la scena è dominata da argomento e tristezza e lo scrittore, nell’annotare gli avvenimenti in modo assai dettagliato, constata la decadenza politica e morale del popolo della Roma del Cinquecento.

Considerazioni di Guicciardini

Poiché egli parla di un fatto recente nel quale è stato coinvolto, Guicciardini inserisce nella narrazione delle considerazioni personali di vario tipo.

Fra le più significative è quella se fosse preferibile ricorrere ad un esercito nazionale o a milizie mercenarie. Si trattava di un dibattito molto diffusa fra i suoi contemporanei di cui si era occupato anche Machiavelli. Anche in questo, la posizione fra i due scrittori è improntata alla polemica. Alla luce della sua esperienza, Guicciardini opta per le truppe mercenarie: è molto diverso il valore degli eserciti composti da militari professionisti, rispetto ad eserciti da poco costituiti, composti da personale messo insieme alla meglio o rispetto ad una moltitudine popolare che ha preso le armi.

Riflessioni sul Male e la Virtù

Un’altra riflessione concerne la perplessità di fronte al trionfo del male e alla violenza che calpesta gli innocenti e gli indifesi. Di fronte a tutto quanto era successo a Roma, Guicciardini conclude che i disegni di Dio che permettono tanta offesa alla virtù sono incomprensibili e per noi misteriosi e noi non dobbiamo far altro che accettarli. Un simile concetto ci può sorprendere, tuttavia si tratta di un’affermazione che ricorre anche in altre parti dell’opera.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico del Sacco di Roma del 1527?
  2. Il Sacco di Roma del 1527 avvenne durante la guerra tra Francesco I di Francia e Carlo V del Sacro Romano Impero. Gli Stati italiani, minacciati dalle ambizioni espansionistiche di Carlo V, si allearono con Francesco I nella Lega di Cognac, ma non riuscirono a opporsi efficacemente all'invasione.

  3. Quali critiche sono state mosse a Guicciardini riguardo alla Lega di Cognac?
  4. Guicciardini ha ricevuto critiche per il fallimento della Lega di Cognac. Nella sua narrazione, egli evidenzia l'imprevedibilità degli eventi e gli errori umani, quasi a voler giustificare il suo ruolo e le sue azioni durante quel periodo.

  5. Come descrive Guicciardini le barbarie e la meschinità durante il Sacco di Roma?
  6. Guicciardini descrive un panorama desolante, con invasori mossi da avidità e fanatismo religioso, e abitanti di Roma pronti a qualsiasi compromesso per salvare i loro beni. Sottolinea la vergogna della situazione, con prelati catturati e derisi, e mercanti che pagano per essere risparmiati.

  7. Quali sono le considerazioni di Guicciardini sull'uso di eserciti mercenari?
  8. Guicciardini, basandosi sulla sua esperienza, preferisce le truppe mercenarie rispetto agli eserciti nazionali o popolari, ritenendo che i militari professionisti abbiano un valore superiore rispetto a forze improvvisate o popolari.

  9. Qual è la riflessione di Guicciardini sul trionfo del male e la virtù?
  10. Guicciardini riflette sull'incomprensibilità dei disegni divini che permettono il trionfo del male e la violenza sugli innocenti. Conclude che tali eventi sono misteriosi e devono essere accettati, un concetto che ricorre anche in altre parti della sua opera.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community