Concetti Chiave
- I "Ricordi" di Guicciardini sono composti da 221 pensieri senza un ordine tematico, evoluti attraverso diverse redazioni dal 1512 al 1530.
- Il passaggio tra le edizioni non è significativo per il numero di pensieri, ma per lo stile più preciso e analitico che Guicciardini sviluppa.
- Durante le difficili fasi della sua vita, Guicciardini trova nei "Ricordi" uno spazio per riflettere su temi esistenziali e storici.
- L'opera rompe con la tradizione dei trattati strutturati, adottando un formato più moderno di aforismi e massime.
- Sebbene inizialmente sottovalutati, i "Ricordi" hanno acquisito rilevanza storica e letteraria, influenzando scrittori come Montaigne e Pascal.
Indice
Origine e sviluppo dei Ricordi
I Ricordi sono costituiti da 221 pensieri che possiamo chiamare anche “sentenze” o “massime” sugli argomenti più disparati. Nella racconta non esiste alcuna divisione o ordine interno per tema. Il primo problema da affrontare è quello della redazione.
• Il primo nucleo risale al 1512, una data che lo scrittore ha apposto di propria mano in due quaderni: il primo contiene 12 ricordi e il secondo ne contiene 29 (i precedenti 12 + 17).
• A questo nucleo ha fatto seguito una seconda redazione che comprende 161 ricordi.
• La terza, autografa, è del 1528; in essa, Guicciardini rielabora tutti i precedenti, ne aggiunge di nuovi per arrivare ad un totale di 181. Nei testi di letteratura, questa edizione viene indicata con edizione “B”.
• Due anni più tardi, nel 1530, lo scrittore elabora un’altra edizione, quella definitiva, che comprende 221 ricordi e che viene indicata con la lettera “C”.
Evoluzione stilistica e personale
Il passaggio da un’edizione all’altra è importante non per il numero dei pensieri, quanto piuttosto per lo stile. Infatti, riprendendo lo stesso pensiero, Guicciardini lo rielabora, ne mette in luce tutte le sfumature, facendo così risaltare il ragionamento seguito. Pertanto, ogni possibile ambiguità viene eliminata, , lo stile diventa più preciso e analitico e ogni ambiguità o elemento superfluo vengono eliminati.
Quando ha elaborato la terza e la quarta redazione, Guicciardini stava attraversando un periodo della sua vita assai difficile; infatti, nel 1530 egli è sottoposto a processo e i suoi beni vengono confiscati. Nonostante queste traversie egli trova uno “spazio” letterario e personale in cui, al di là delle banalità della vita quotidiana, poter esprimere le proprie riflessioni relative alle problematiche gli stanno a cuore, come la ricerca di quelle costanti che sembrano regolare gli avvenimenti storici e la natura dell’uomo.
Temi e contraddizioni dell'opera
La presenza all’interno dell’opera di elementi contraddittori si spiega col fatto che Guicciardini non voleva scrivere un trattato, bensì registrare, di volta in volta, delle considerazione personali alla luce di quanto gli suggeriva la sua esperienza. I temi trattati sono numerosi: polemica contro la Chiesa, rifiuto di parlare delle “cose del mondo” ricorrendo alle regole, rifiuto del pensiero teologico e filosofico, fragilità, causalità e precarietà della condizione esistenziale dell’uomo, l’accettazione della realtà senza farsi alcuna illusione.
Influenza e rivalutazione storica
L’opera costituisce un genere letterario in gran parte nuovo, almeno nella letteratura italiana. Innanzitutto, essi si possono ricollegare alle annotazioni e ai consigli di comportamento dati dai mercanti e dagli uomini d’affari oppure alle sentenze, espresse dagli storici per dare un giudizio efficace su di questione o su di un evento. Nell’antichità ne facevano molto uso anche gli oratori, una prassi ripresa da Machiavelli ne Il Principe. Al di là di questi riferimenti, i Ricordi costituiscono una produzione moralistica dei tempi moderni, cioè un’opera dedicata allo studio dei mores, ovvero uno studio sulla natura e sul comportamento degli uomini che invece di essere strutturato sotto forma di trattato coerente, ricorre ad aforismi o alle massime. Si tratta di un genere che in Italia non avrà molta fortuna, ma ne avrà tanta in Francia con Montaigne, Pascal, la Rochefoucauld et La Bruyère. Addirittura, nel XIX secolo, un grande critico letterario come Francesco De Sactis, vide ne I ricordi uno scrittore privo di ideali civili de sociali, attento soltanto al proprio interesse personale (= “il particulare”). Soltanto in tempi più recenti, l’opera di Guicciardini è stata rivalutata, il testo è stato collocato nel suo contesto storico e i critici sono arrivati a valutarne lo spessore.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e lo sviluppo dei "Ricordi" di Guicciardini?
- Come si è evoluto lo stile di Guicciardini attraverso le diverse edizioni dei "Ricordi"?
- Quali sono i temi principali e le contraddizioni presenti nei "Ricordi"?
- Qual è stata l'influenza storica dei "Ricordi" e come sono stati rivalutati nel tempo?
- In che modo i "Ricordi" si collegano ad altre opere e autori del tempo?
I "Ricordi" sono una raccolta di 221 pensieri o massime su vari argomenti, sviluppati in diverse redazioni tra il 1512 e il 1530, culminando in un'edizione definitiva.
Lo stile di Guicciardini è diventato più preciso e analitico, eliminando ambiguità e elementi superflui, riflettendo un periodo difficile della sua vita personale.
I temi includono la polemica contro la Chiesa, il rifiuto delle regole mondane, e la fragilità della condizione umana, con contraddizioni derivanti dalle riflessioni personali di Guicciardini.
I "Ricordi" hanno introdotto un nuovo genere letterario in Italia, influenzando autori francesi come Montaigne, e sono stati rivalutati nel contesto storico solo in tempi recenti.
I "Ricordi" si collegano alle annotazioni di mercanti e storici, e alla prassi oratoria ripresa da Machiavelli, rappresentando una produzione moralistica moderna.