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Habilis
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Concetti Chiave

  • Isabella di Morra accusa la "crudel Fortuna" di accanirsi contro di lei, esprimendo il dolore per la sua condizione di isolamento e mancanza di riconoscimento.
  • Il sonetto riflette il desiderio di Isabella di ottenere fama postuma attraverso la poesia, nonostante le difficoltà imposte dal suo ambiente natale.
  • Il sonetto è un esempio di stile petrarchesco, caratterizzato da musicalità, ricercatezza degli aggettivi e contrapposizione di immagini.
  • Isabella sogna un riconoscimento postumo in Francia, considerata una patria d'adozione più favorevole al suo talento rispetto alla sua terra natale.
  • Gli elementi autobiografici del sonetto rivelano il tormento di Isabella e il suo sogno di una futura gloria letteraria, simile al desiderio espresso da Petrarca.

Indice

  1. I fieri assalti di crudel Fortuna
  2. Testo e parafrasi
  3. Metrica
  4. Gli elementi autobiografici
  5. Un perfetto stile petrarchesco

I fieri assalti di crudel Fortuna

In questo sonetto, come in altre sue poesie, Isabella di Morra lancia un’accusa alla sorte, la «crudel Fortuna» che non cessa mai di accanirsi contro di lei.

Testo e parafrasi

I fieri assalti di crudel Fortuna
scrivo piangendo, e la mia verde etate;
me che ’n sì vili ed orride contrate
spendo il mio tempo senza loda alcuna.

Degno il sepolcro, se fu vil la cuna,
vo procacciando con le Muse amate;
e spero ritrovar qualche pietate
malgrado de la cieca aspra importuna,

e col favor de le sacrate Dive,
se non col corpo, almen con l’alma sciolta
essere in pregio a più felice rive.

Questa spoglia, dov’or mi trovo involta,
forse tale alto Re nel mondo vive
che ’n saldi marmi la terrà sepolta.
vv.

1-4 Scrivo dei feroci ( fieri) assalti della Fortuna crudele, piangendo la mia giovinezza (verde etate); io che in una terra così spregevole e orrenda (sì vili ed orride contrate) trascorro il mio tempo senza [ricevere] alcuna lode.
vv. 5-8 Se umile (vil) è stato il luogo in cui sono nata (la cuna), per mezzo delle amate Muse cerco [almeno] di procurarmi (vo procacciando) un sepolcro degno [del mio talento letterario], e spero di ritrovare un po’ di pietà (qualche pietate) malgrado l’accanimento della cieca e spietata Fortuna (de la cieca aspra importuna);
vv. 9-11 e, grazie al favore delle Dee a cui mi sono consacrata, [spero] di essere apprezzata (in pregio) presso luoghi (rive) più felici, se non da viva (col corpo), almeno quando la mia anima (alma) si sarà liberata [dal corpo].
vv. 12-14 Forse esiste al mondo un Re di animo talmente nobile (tale alto) che conserverà (terrà) sepolto in un sepolcro di duro marmo (’n saldi marmi) questo rivestimento mortale (spoglia) nel quale ora mi trovo avvolta (involta).

Metrica

Sonetto (schema delle rime: ABBA, ABBA, CDC, DCD).

Gli elementi autobiografici

Il sonetto testimonia il carattere autobiografico dell’intero Canzoniere di Isabella di Morra, rivelando un autentico bisogno di tradurre in poesia le amarezze che la tormentano e il desiderio di fama che coltiva tra le mura del castello in cui vive da reclusa. Nella prima quartina si coglie infatti l’immenso dolore causatole dall’isolamento geografico e culturale, che la condanna a trascorrere la giovinezza «senza loda alcuna» (v. 4), cioè senza avere contatti con chi potrebbe apprezzare i suoi versi. Di tale emarginazione la giovane Isabella incolpa la Fortuna, accusandola di crudeltà nei suoi confronti, ma nonostante tutto non si arrende: nelle strofe successive prorompe infatti la sua volontà di riscattarsi per mezzo della poesia, almeno dopo la morte. Questa volontà si traduce – secondo un motivo già sviluppato da Petrarca nella celebre canzone Chiare, fresche et dolci acque – in un malinconico sogno a occhi aperti nel quale un giorno, quando ormai sarà morta, qualcuno avrà pietà di lei e le darà una sepoltura degna del suo valore di poetessa. Se il sogno mai si realizzasse, conclude Isabella, ciò si verificherà non certo nel luogo selvaggio, e orrendo ai suoi occhi, in cui le è spettato in sorte di nascere, ma in terra francese, dove forse sarà lo stesso re Francesco I, protettore degli artisti ed estimatore della poesia, a fare erigere un sepolcro di marmo in suo onore.

Un perfetto stile petrarchesco

Stilisticamente si nota nel sonetto un’assimilazione profonda della lingua di Petrarca, che va al di là della semplice citazione dei suoi enunciati poetici. Essa emerge dalla musicalità dei versi, dalla ricercatezza degli aggettivi e soprattutto dalla frequente contrapposizione delle immagini, come nell’antitesi «Degno il sepolcro, se fu vil la cuna» (v. 5) – che oppone nascita e morte – o nell’accostamento delle espressioni «vili ed orride contrate» (v. 3) e «più felice rive» (v. 11), indicanti rispettivamente il paese natale e il territorio francese. Tali rapporti di opposizione denotano un continuo oscillare del suo stato d’animo tra la disperazione e la speranza di conquistare prima o poi la gloria letteraria, e sono anche segno di una idealizzazione della Francia, che dal paragone a distanza con l’ambiente lucano si caratterizza come una sorta di patria d’adozione nella quale il talento letterario della poetessa troverà un giusto, benché postumo, riconoscimento.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto "I fieri assalti di crudel Fortuna"?
  2. Il tema principale è l'accusa alla "crudel Fortuna" per le avversità che Isabella di Morra affronta, esprimendo il suo dolore per l'isolamento e il desiderio di riscatto attraverso la poesia.

  3. Quali elementi autobiografici emergono nel sonetto di Isabella di Morra?
  4. Il sonetto riflette il carattere autobiografico del Canzoniere di Isabella di Morra, mostrando il suo isolamento geografico e culturale e il desiderio di fama letteraria.

  5. Come si manifesta lo stile petrarchesco nel sonetto di Isabella di Morra?
  6. Lo stile petrarchesco si manifesta attraverso la musicalità dei versi, la ricercatezza degli aggettivi e l'uso di antitesi e contrapposizioni, come tra nascita e morte o tra il paese natale e la Francia.

  7. Qual è il sogno di Isabella di Morra espresso nel sonetto?
  8. Isabella sogna che, dopo la sua morte, qualcuno avrà pietà di lei e le darà una sepoltura degna del suo valore di poetessa, possibilmente in Francia, sotto la protezione di un re come Francesco I.

  9. In che modo Isabella di Morra spera di ottenere riconoscimento per il suo talento?
  10. Isabella spera di ottenere riconoscimento per il suo talento letterario attraverso la poesia, confidando che, se non in vita, almeno dopo la morte, il suo valore sarà apprezzato in una terra più felice.

Domande e risposte

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