Concetti Chiave
- Machiavelli vede la vita umana come un equilibrio tra fortuna e virtù, con il 50% della vita influenzato dalla sorte e l'altro 50% dalla capacità umana di adattarsi e costruire difese contro le avversità.
- Foscolo adotta una visione fatalistica, credendo che gli uomini siano soggetti a un destino dominante e non siano responsabili delle loro sventure.
- La concezione foscoliana è profondamente pessimistica, influenzata dal pensiero di Hobbes, che vede gli uomini spinti da istinti primordiali a competere e sopraffarsi.
- Durante l'umanesimo, la fiducia nell'uomo era alta, riassunta nel motto "homo faber fortune sue", che esprimeva l'idea dell'uomo come artefice del proprio destino.
- Foscolo esclude la virtù dall'equazione del destino umano, considerando la fortuna come una forza inarrestabile che muove gli eventi.
Il Tema della Fortuna
Molti dei più celebri scrittori, ma più in generale artisti, si sono interrogati sul tema della fortuna che contiene in sè altri temi molto interessanti: quanta libertà è concessa all'uomo, se il destino è ineluttabile o se invece l'uomo è in grado di essere artefice del proprio destino.
Umanesimo e Machiavelli
Nell’umanesimo vi era una grande fiducia nell’uomo tanto che il motto di questo periodo era homo faber fortune sue: l’uomo fabbrica la propria sorte. Machiavelli riteneva invece che la vita umana fosse regolata per il 50% dalla sorte e per il 50% dalla virtù: sebbene non sia possibile fermare le avversità della sorte, l’uomo può essere lungimirante e costruire degli argini che lo proteggano da eventuali catastrofi.
Foscolo e il Fatalismo
Le riflessioni di Foscolo sfociano invece nel fatalismo: non si possono incolpare gli uomini delle loro sciagure, perché non sono artefici della loro sorte, ma obbediscono senza saperlo a un destino che li domina. Nell’ottica di Foscolo non esiste quindi virtù e la fortuna è il moto prepotente delle cose.
Si scorge una concezione pessimistica dell'uomo: gli uomini sono indotti a lottare fra di loro e a sopraffarsi a vicenda perché in essi sopravvivono gli istinti bestiali e feroci della loro condizione primitiva. È un punto centrale, questo, della visione foscoliana, che proviene dal filosofo Hobbes e che ispira molti punti della sua opera.